L’ultima volta, nel 2015-16, giocava nel Palermo: “Ora il ritmo è più alto, ma il talento fa la differenza”
L’ultima volta che ha giocato in Serie A, la Juve ha vinto il suo quinto scudetto di fila, il Leicester di Ranieri la Premier League, mentre la Cremonese era in Serie C. A 36 anni Franco Vazquez sente la serena necessità di chiudere il cerchio. Non a caso ha rinnovato con i grigiorossi per un altro anno dopo aver trascinato il club del cavalier Arvedi nell’attico del calcio italiano.
Vazquez, dieci anni fa l’ultima Serie A con il Palermo. Ora che mondo pensa di ritrovare?
“Molto diverso. Il calcio è cambiato tanto e velocemente. Allora il livello era alto, la Serie A era molto competitiva. Anche adesso lo è: magari un po’ meno tecnica di allora, ma il ritmo si è alzato notevolmente. Almeno, vista da fuori, sembra così”.
Perché ha detto di nuovo sì alla Cremonese?
“Perché qui sto benissimo e così la mia famiglia. A breve nascerà il mio secondo figlio proprio a Cremona. Un legame indelebile che rimarrà per tutta la vita anche quando andrò via. E poi la voglia di giocare ancora in Serie A, abbiamo faticato tanto per conquistarla che voglio proprio godermela”.
Cosa preservare dell’esperienza vincente in Serie B?
“Il lavoro, l’umiltà e il gruppo che abbiamo creato negli ultimi 6 mesi e che ha fatto la differenza. Soffriremo fino alla fine, lo sappiamo, ma l’idea di una salvezza possibile è dentro di noi”.
Con un nuovo corso. La Cremonese ora è di Davide Nicola.
“Un allenatore che dà molta importanza al dialogo. Ci trasmette una grande carica e sa quello che vuole. Le sue parole d’ordine sono gruppo e lavoro. È quello che ci ha detto il primo giorno. Mi ha fatto un’ottima impressione, mi piace”.
Lei sa cos’è il talento. Chi ne ha di più in A?
“Dybala, non c’è dubbio. È il giocatore più tecnico e fantasioso. Se sta bene fa ancora la differenza”.
Vazquez 36 anni, Immobile 35, Dzeko 39, Modric 40. I piedi buoni non hanno età, o la Serie A sta perdendo qualche colpo?
“La prima che ha detto. L’età è solo un numero, il talento qualcosa di concreto, per cui se uno ha voglia e costanza l’orizzonte si sposta un po’ più in là e l’esperienza diventa un valore aggiunto”.
Che Modric vedremo in A?
“Ho giocato contro di lui per cinque anni quando ero al Siviglia. È un giocatore diverso da tutti gli altri, a 40 anni è ancora pazzo per il calcio, glielo leggi nello sguardo. Sarà uno spettacolo”.
Ha ribadito di voler finire la carriera dove tutto è iniziato: al Belgrano. Club famoso per aver firmato la prima retrocessione della storia del River Plate. 2009-2010: lei era in campo.
“Sì, era un playoff. Tutta la pressione su di loro, noi senza nulla da perdere. Vinciamo 2-0 in casa e comincio a crederci. Da loro pareggiamo poi esplode la festa. Un fiume di gente per tutta Cordoba, sembrava avessimo vinto il Mondiale. Mi creda, una cosa folle”.
Lo sbarco in Italia nel 2012, a Palermo dove incontrò Enzo Maresca, ora campione del mondo con il Chelsea.
“Stava sempre con noi argentini perché gli piaceva il mate. Eravamo anche compagni di stanza. Annotava tutto su un taccuino e conosceva i giocatori di tutto il mondo. Un predestinato”.
Lei ha giocato sia con l’Italia che con l’Argentina. Rimpianti?
“Nessuno, due grandissime esperienze. In entrambe le nazionali avevo davanti giocatori fortissimi. Fu Conte a portarmi in azzurro poi la cosa non decollò. Lo ritrovai in finale di Europa League quando allenava l’Inter e vincemmo noi. Rivincite? Nessuna, a lui sarò sempre riconoscente”.
Ma l’Italia era già nei suoi pensieri da tempo.
“Sin da ragazzino. La domenica, prima della grigliata, tv accesa sulla ‘Giostra del gol’ per vedere la Serie A e il mio idolo Kaka. Ho ancora la sua maglia firmata, me la fece avere Silvestre, mio compagno al Palermo e passato poi al Milan”.
Traspare una certa simpatia per il rossonero…
“Io milanista? Sì, un po’ lo sono. Merito di quel Milan che era fantastico”.
Sa dove giocherà la prima di campionato, sabato 23 agosto?
Il Fantacampionato Gazzetta è tornato, con il montepremi più ricco d’Italia! Iscriviti e partecipa
“Certo, contro il Milan a San Siro, lo stadio più bello d’Italia. Sono rimasto anche per godermi tutto questo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA