Da 10 anni il prof fa il tutor scolastico delle nazionali giovanili e ha fatto studiare tutti i big: “Molti non riuscivano a conciliare l’attività sportiva con lo studio, ma è bene che tutti si creino possibilità al di fuori del calcio. A Savona diedi le dispense per l’esame nell’intervallo, Fabbian studioso vero”
Prima i compiti e poi si gioca? Non questa volta. Lo chiamano “study time”, significato facilmente intuibile. Al mattino l’allenamento, generalmente intorno alle undici, poi il pranzo, qualche ora di riposo e infine lo “study time”: fuori i libri e tutti in aula da prof Stefano Presciutti. “E qualcuno mi chiede anche di restare di più”. Romano, 51 anni, laureato in scienze motorie e docente all’Università degli Studi di Roma Foro Italico, è il tutor delle Nazionali di calcio giovanili. “Ma mi chiamano tutti prof. Aiuto i ragazzi nello studio quando sono in ritiro con la Nazionale da dieci anni… e sì, posso dire con certezza che la matematica non sarà mai il loro mestiere (ride, ndr)”. Meglio l’inglese? “Rispetto al passato sì, c’è maggiore predisposizione e padronanza della lingua”. Ma ancora meglio il calcio? “Beh… ovvio. Ho visto passare giocatori forti davvero: Dimarco, Bongiorno, Meret. E poi Baldanzi, Savona, Fabbian”. Insomma, sono tutti passati dal prof… “e alcuni li sento ancora”.
