I bianconeri chiudono la prima frazione avanti 3-0, i granata riportano la sfida in parità ma al 95′ la beffa. Proteste per la lunghezza del recupero
Un altro derby Primavera vinto 4-3 dalla Juventus, come nel 2022, quando la firma sul successo bianconero l’aveva messa con una doppietta Kenan Yildiz. Stavolta a Vinovo non ci sono marcature multiple e il gol risolutivo lo firma al 95’ Diego Pugno, attaccante classe 2006 che a dicembre ha anche esordito in prima squadra contro il Lecce. La sua zampata arriva a deviare verso la porta un gran sinistro di Capristo, non lasciando scampo al portiere Siviero. Fa festa così la squadra di Magnanelli, squalificato e sostituito in panchina da Padoin: la Juve è sesta in classifica (ultimo piazzamento valido per i playoff) e adesso ha dieci punti di vantaggio sui granata, al secondo ko di fila. Ma scattano al triplice fischio le proteste dei ragazzi di Tufano nei confronti dell’arbitro Sacchi di Macerata, fratello d’arte, che aveva assegnato quattro minuti di recupero poi prolungati a cinque (probabilmente, per il pari arrivato al 90’). Un giro di lancette in più che fa evaporare quella che era stata una straordinaria rimonta.
La partita sembrava infatti chiusa prima dell’intervallo: negli spogliatoi la Juventus rientra avanti 3-0 dopo avere sbranato gli avversari. I primi due gol arrivano nel giro di quattro minuti (14’ e 17’), con una doppia azione ispirata da Crapisto e le finalizzazioni prima di Boufandar, poi di Vacca. Il tris al 38’, con lo stesso Vacca, bravo a mettere Amaradio a tu per tu col portiere. All’inizio del secondo tempo, con una salita ripidissima davanti, Tufano ne cambia tre e prova a dare la scossa: dentro Cacciamani, Mangiameli e Mendes. Dopo un quarto d’ora, su mischia nata da calcio d’angolo, la zampata di Mullen riconnette il Toro alla partita. Inizia a cambiare il vento. Al 33’ del secondo tempo è proprio Cacciamani, uno dei nuovi entrati, a trovare una traiettoria strana per il secondo gol. La Juventus si intimidisce, pensa di poter contenere fino alla fine ma si ritrova raggiunta al 91’ da Perciun che punisce un’uscita avventata di Zelezny. Da 3-0 a 3-3, ma non basta. Merito di una Juve infinita, capace di spuntarla dopo aver costruito tanto e poi essersi buttata via.