È in dolente attesa, Igor Tudor. Quale brivido avrà percorso la sua schiena quando ha saputo che Kamada, per il quale aveva invocato la replicazione per 10 («ne vorrei 10 così»), era finito nel girone dei “dannati” di Lotito. All’ormai lunga storia di liti s’è aggiunto anche il giapponese. È vita natural durante dal 2004. Se Tudor l’ha capito o lo capirà rimarrà in sella alla Lazio. Altrimenti solo un suo passo indietro porterebbe alla rottura e al cambio di tecnico. È la linea che emerge.
Lazio, i dubbi di Tudor
Ora è Igor l’allenatore sottoposto alla prova di resistenza. Per la Lazio è e sarà il tecnico della squadra anche nella prossima stagione. «Tudor oggi è il nostro allenatore, c’è qualcuno che si diverte a seminare zizzania», è stata la reazione di Fabiani nell’intervista-chiarimento di ieri. Ha datato “oggi” (ieri) la validità dell’incarico dell’allenatore e questo, per molti, è stato interpretato come un segno di indefinitezza. Fabiani, come dice Lotito, non può calcolare l’imponderabile, questo intendeva. Non può essere nella testa di Tudor. Finora il tecnico non ha mostrato segni di insofferenza alla società. Igor è in Croazia, ieri non ci sono stati incontri a Formello né sono previsti. Fabiani lo ha chiamato per informarlo della rottura con Kamada, gli ha esposto ogni passaggio della trattativa e l’inaccettabilità delle condizioni poste dal giocatore e dai suoi agenti. Tudor, com’era scontato che fosse, ha chiesto che sia rimpiazzato trovando conforto nelle parole di Fabiani. Non è una perdita a cuor leggero, il giapponese era l’uomo su cui pensava di impostare la ripartenza, il regista da combattimento che voleva.
Differenze
L’addio di Kamada si aggiunge agli addii di Felipe e all’addio (se avverrà) di Luis Alberto. In più ieri Fabiani ha sancito che Guendouzi rimarrà. La società valuterebbe offerte da 30 milioni, ma deve pur mettere un freno alla diaspora: «Quando abbiamo preso Tudor sapeva perfettamente che sarebbe rimasto». Tudor si sarebbe tenuto Kamada e avrebbe venduto Guendouzi. Fabiani ha portato ad esempio Rovella dicendo «ne vorrei 10 come lui» per attaccamento. È un altro dei giocatori che il tecnico taglierebbe. La società e Tudor stanno parlando più di entrate che di uscite. Sia i detrattori che gli apologeti di Lotito convergono. Contando anche i giocatori che Tudor vorrebbe tagliare e la Lazio confermare sembrano esserci tutti i presupposti per far sì che il tecnico perda la pazienza e s’involi verso la porta d’uscita con il cerimoniale d’accompagnamento tipico di Lotito. Se finirà, inizierà il totopanchina. Italiano è promesso al Bologna. Palladino lascia Monza. La suggestione Conceiçao, il miraggio Allegri.
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