“Troppi 9 acquisti, Napoli e i napoletani non devono essere presi per il c…”. Ma Boban lo bacchetta

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Conte attacca: “Nove nuovi giocatori sono troppi, difficile gestire così lo spogliatoio”. Boban replica: “Solo De Bruyne gioca, il problema è un altro”.

Il tonfo del Napoli al Philips Stadion non è stato solo il risultato: è stato l’occasione per uno sfogo chirurgico di Antonio Conte contro il proprio mondo, dentro e fuori lo spogliatoio. Dopo il 6‑2 incassato contro il PSV, il tecnico salentino ha individuato un fattore scatenante della debacle: i nove acquisti operati dal club in estate, “nove nuove teste” da gestire in fretta, in un progetto che – per mister Antonio – rischia di saltare per aria. Le sue parole, dure e senza sconti, hanno scatenato il dibattito. E la risposta è arrivata a stretto giro da Zvonimir Boban, che ha contestato l’impostazione del mister: “Nessuno di quei nove gioca, non è quello il problema”.

Il primo capitolo: “Bagno di umiltà” e i venditori di fumo

Nel post partita e in conferenza stampa, Conte non ha usato mezze misure. Tra rimproveri alla squadra, ai media, il messaggio è stato chiaro: in questa stagione la tolleranza è finita. Di fronte all’umiliazione subita in Champions, ha usato toni alti: Dobbiamo fare un bagno di umiltà, ve lo sto dicendo da tempo. Qualcuno a Napoli qualcuno butta fumo e quella è una piazza alla quale bisogna dire sempre la verità. I vecchi e i nuovi devono alzare i giri. Dobbiamo alzare i giri tutti al di là dell’espulsione. Se vogliamo a crescere e costruire qualcosa che può rendere orgogliosa Napoli dobbiamo capire che dobbiamo tornare come l’anno scorso dove c’era solo il bene di Napoli. Deve tornare questo, il bene del singolo non serve a niente”.

Poi ha aggiunto: “Per varie cose montate si sono create tante situazioni che mi sono anche divertito a vederle visto che sono state talmente spudorate. Ripeto, Napoli e i napoletani non devono essere presi per il c... L’anno scorso abbiamo vinto un campionato straordinario e incredibile, dove tutti sono andati oltre i propri limiti con grande compattezza e unità in tutto e per tutto”. In queste parole emerge un’idea precisa: il tecnico carica la squadra di responsabilità, chiama Napoli a farsi carico del proprio orgoglio e lancia accuse di superficialità, sia a chi “monta” notizie, sia a chi può avere privilegi individuali all’interno dello spogliatoio. Il passaggio sulle “situazioni spudorate” e il “fumo” che qualcuno getta lascia intendere che Conte percepisca ombre e giochi mediatici dietro le quinte.

Il nodo dei 9 nuovi: rischio coesione o alibi tattico?

Conte ha fatto il confronto col passato e ha sottolineato come, allora, tutto fosse più semplice: “Quest’anno tra il giocare tante partite e inserire molti giocatori… Secondo me, nove giocatori nuovi sono stati troppi. Non siamo stati equilibrati. L’ho sempre detto che quest’anno sarebbe stato complesso, ci sono degli aspetti che vanno assorbiti col tempo. Il livello della Champions è questo”. Il fulcro del ragionamento di Conte è tutto qui: nove ingressi in una squadra già affermata, rischiano di compromettere la fluidità interna e l’equilibrio mentale. Parlando ai microfoni di Sky subito dopo la sconfitta, ha ribadito: “Queste situazioni non capitano mai per caso … L’ anno scorso con pochi giocatori ho vinto un campionato straordinario, con i giocatori che avevano grande compattezza e unità. Quest’anno con tante partite in più abbiamo dovuto inserire nove nuovi giocatori. E inserire tante nuove teste in uno spogliatoio non è facile”.

L’argomento è insidioso. Da una parte serve tempo per amalgamare nuovi innesti, soprattutto quando si sommano impegni nazionali e internazionali: il turnover aumenta, le aspettative salgono e la pressione diventa costante. Dall’altra, quando l’allenatore attacca pubblicamente l’operato del mercato, rischia di spostare la responsabilità sul mercato stesso, piuttosto che sulle soluzioni (“management”) che doveva trovare internamente. In definitiva, Conte mette sul piatto un interrogativo: la rosa costruita è eccessiva per l’obiettivo di coesione che lui pretende?

La controreazione di Boban: “I nove non c’entrano niente”

Zvonimir Boban, ex campione ed oggi opinionista, non ha tardato a replicare a Sky Sport, in uno stile pacato ma tagliente, contestando l’impostazione del tecnico: “I nove nuovi giocatori citati da Conte non c’entrano niente! Sono stato anche io giocatore e so che deve esserci lo zoccolo duro. Ora manca Lukaku. Tutto questo problema di questi nove nuovi giocatori non lo vedo. A parte De Bruyne chi gioca dei nuovi? Nessuno. Io non vedo tutto questo dramma perché sono arrivati nove giocatori. Non credo che sia stato quello a destabilizzare lo spogliatoio. Dov’è il problema? Se si comportano bene… Beukema? Stasera ha sbagliato Buongiorno, non Beukema. Se parliamo di Beukema allora tutto il Napoli ha sbagliato stasera. Quel signore lì (Capello, ndr) ha preso Baggio, che era molto più forte di De Bruyne, e non lo faceva giocare. E lui lo sapeva, sapeva che aveva bisogno di riposo”.

Boban ha tirato in mezzo la figura di Capello e Baggio, per ricordare che anche i grandi hanno avuto rotazioni e scelte difficili, e che non si può attribuire la destabilizzazione al solo numero di acquisti. Se il croato ha ragione, il problema potrebbe essere altro: logica di scelte tattiche, ritmo fisico, coesione interna e gestione mentale nelle difficoltà.

Epilogo provvisorio: cosa resta sul campo

La sconfitta con il PSV sembra lasciare ferite più profonde di un risultato sportivo. Il confronto mediatico tra Conte e Boban sintetizza un dualismo: da un lato l’allenatore che pretende sacrificio immediato, colonna vertebrale, unione; dall’altro l’analista che ricorda che la squadra va messa in grado di correre, non di scontare alibi esterni. Quel che è certo è che, nelle settimane che verranno, il Napoli dovrà trovare una sintesi: tra esaltazione dei nuovi e rispetto della tradizione, tra liturgia dell’obbligo e il pragmatismo di chi deve fare la stagione. Se Conte avrà l’ultima parola, dovrà dimostrare che non era una scusa, ma una strategia corretta: perché la piazza — che lui chiede di rispettare — non perdona retoriche facilmente sorpassate dai gol subiti. E ora arriva l’Inter. Quindi non c’è neanche il tempo di parlare.

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