What a difference a coach made
Dalla Juve di Allegri reloaded sembra passato un secolo: bianconeri padroni del campo e propositivi, tanto precisi nella manovra quanto spietati nel far male la prima volta che il Como prova a lanciarsi in velocità lasciando spazi. Il gol di Mbangula che sblocca la partita arriva proprio così, con una ripartenza lucida finalizzata dall’esterno belga al 23′, ma è la punta di diamante di una squadra che sembra già un meccanismo oliato: Cambiaso è ovunque e fa respirare ogni azione, Locatelli è rinato e calamita palloni – suo il recupero che porta al primo palo di Vlahovic – , Gatti e Bremer blindano la porta di Di Gregorio che non effettua una parata. Il raddoppio arriva prima dell’intervallo, con un sinistro di Weah preciso che lo statunitense non festeggia per l’infortunio accusato poco prima e che lo costringerà a uscire.
Fagioli e Douglas Luiz prima del tris di Cambiaso
Il secondo tempo non cambia lo spartito: la Juve è padrona del campo senza sussulti, segnando il 3-0 poi annullato e colpendo un altro palo, ancora con il centravanti. Motta richiama Thuram e la sua fisicità per inserire la qualità nel palleggio di Fagioli, passano i minuti con un solo guizzo di Strefezza a sibilare vicino alla porta bianconera prima del tris definitivo, firmato dal migliore in campo insieme a un Locatelli monumentale fino al momento di uscire dieci minuti prima per far assaggiare lo Stadium a Douglas Luiz: è Cambiaso a sfruttare l’assist di un inesauribile Mbangula e a far esplodere al 90′ un’altra volta la casa della Juventus con un delizioso e potente sinistro a giro. Davanti c’è una lunga stagione e tante insidie, ma la prima notte di nozze tra Motta e la Juve non poteva avere esito migliore.
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