Tragedia in Guinea, scontri fra tifosi a una partita di calcio: 56 morti, cosa è successo
December 2, 2024 | by allcalcio.it
A N’Zerekore, nella Guinea sud-orientale, in occasione del match fra i padroni di casa e il Labe, un cartellino rosso estratto dall’arbitro avrebbe dato il via agli scontri fra tifosi e forze dell’ordine. Nella calca sarebbero morti molti bambini
Sono almeno 56 le persone morte ieri negli scontri tra tifosi durante una partita di calcio a N’Zerekore, nella Guinea sud-orientale. Il primo ministro del governo, controllato dalla giunta, ha invitato oggi la popolazione alla calma. «Il governo condanna gli incidenti che hanno funestato la partita tra Labe e N’Zerekore», ha scritto Amadou Oury Bah su Facebook. «Stiamo seguendo la situazione e ribadiamo l’invito alla calma in modo che i servizi ospedalieri possano soccorrere i feriti», ha aggiunto. Il caos sarebbe nato da un cartellino rosso estratto dall’arbitro a un giocatore del Labe (ma c’è chi parla di un calcio di rigore), quando la partita era sullo 0-0 e stava volgendo al termine. Da lì i tifosi della squadra ospite, furiosi, avrebbero cominciato a lanciare pietre, scatenando il panico complice anche l’intervento con i lacrimogeni delle forze dell’ordine.
Molti bambini fra le vittime
Un video mostra infatti decine di persone che si arrampicano su alti muri per scappare. Parlando in condizione di anonimato, un funzionario dell’amministrazione della città ha detto che molte vittime sono minorenni. Il funzionario ha descritto scene di confusione e caos in cui alcuni genitori recuperavano i corpi prima che fossero ufficialmente contati. In un filmato si potevano vedere più di una dozzina di corpi inerti, molti dei quali bambini.
Il caso politico: «Partita organizzata per il leader militare»
La coalizione all’opposizione, la National Alliance for Alternation and Democracy, ha chiesto di aprire un’indagine, affermando che il torneo era stato organizzato per raccogliere sostegno per le ambizioni politiche «illegali e inappropriate» del leader militare Mamady Doumbouya. Il Paese è infatti nelle mani dei soldati da quando questi hanno estromesso nel 2021 l’allora presidente Alpha Conde. La Guinea è uno dei tanti stati dell’Africa occidentale, tra cui Mali, Niger e Burkina Faso, in cui i militari hanno preso il potere e hanno ritardato il ritorno al governo civile. Mamady Doumbouya, che si appresta a candidarsi alle prossime presidenziali, ha affermato di aver impedito al Paese di scivolare nel caos e ha rimproverato il governo precedente per le promesse non mantenute. Tuttavia, è stato criticato per non aver soddisfatto le aspettative che aveva suscitato e per il duro regime di repressione imposto.
Il calcio come mezzo di propaganda
Stando a quanto spiega Al Jazeera, infatti, negli ultimi anni molti leader dell’opposizione sono stati arrestati, portati dinnanzi ai tribunali o costretti all’esilio. Una «carta transitoria» redatta dai militari al potere subito dopo il colpo di stato stabiliva che nessun membro dell’esercito poteva candidarsi alle elezioni nazionali o locali, ma i sostenitori di Doumbouya hanno recentemente espresso il loro sostegno alla sua candidatura alle presidenziali in programma nel 2025.
Il Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc), una delle ultime voci dissidenti ancora in grado di farsi sentire in Guinea, ha espresso in un comunicato stampa la sua «indignazione» dopo la tragedia di N’Zerekore. L’Fndc «ritiene Mamadi Doumbouya e il suo governo direttamente responsabili di questo disastro che è costato la vita a cittadini innocenti. Ciò dimostra uno sfruttamento cinico dello sport da parte della giunta, che sfrutta queste immagini di mobilitazione per fini politici».
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