Il centrocampista granata parla della sua esperienza col club piemontese: “I tifosi ci sono stati molto vicini, dobbiamo ringraziarli per il loro supporto”
“Essere capitano del Torino è un grande onore, ma anche una grande responsabilità”, così Samuele Ricci ai canali ufficiali della Lega Serie A. Il centrocampista granata e nazionale azzurro ha raccontato cosa significa indossare una fascia così importante: “Non è una squadra come le altre. Ha una storia differente che nessuno ha”. Parole che raccontano un senso di appartenenza verso una maglia, quella granata, intrisa di memoria e passione.
dentro lo spogliatoio
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Il capitano granata ha voluto sottolineare quanto la responsabilità della fascia si senta anche fuori dal campo, specie nei momenti di quotidianità: “Mi ha fatto tanto piacere che il mister mi abbia scelto. Non è facile, perché come capitano devo stare molto più attento, anche all’interno dello spogliatoio”.
Torino, eleganza e rispetto
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Il centrocampista ha speso parole d’affetto per la città che lo ha accolto nel gennaio del 2022: “A Torino le persone sono molto eleganti ed educate. Questa eleganza si riflette nella città, molto curata”. Un legame che va oltre il calcio: “Torino è praticamente la mia seconda casa, è da tre anni e mezzo che sono qui e la conosco tutta, giro anche senza navigatore”. E nonostante la vita riservata fuori dal campo – “Io non sono uno che esce tanto, al di fuori ho una vita un po’ sedentaria” – Ricci apprezza le tante sfumature del capoluogo piemontese: “È una città con tante piazze e tanti musei, offre anche enormi possibilità lavorative. E i torinesi sono molto educati: a volte temono di disturbare anche solo a chiederti un saluto o una fotografia”.
La voce dei tifosi, il silenzio del campo
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Emozioni forti anche durante le partite: “Il momento dell’ingresso in campo è di massima tensione, per come lo vivo io. Poi quando l’arbitro fischia l’adrenalina fa da padrona. Ma l’ingresso è particolare, con le ultime cose che si possono dire ai compagni, si sentono i primi cori… Poi in campo è come se ci fosse un grande vetro che copre l’esterno: voci, cori… Rimane solo ciò che è dentro al campo”. Un pensiero poi a chi ha sempre sostenuto la squadra nonostante una stagione in chiaroscuro: “Quest’anno, ma anche gli altri anni, i tifosi ci sono stati molto vicini, anche se non gli abbiamo dato tante soddisfazioni e quindi vanno ringraziati”. E ancora: “Al Grande Torino respiri la loro passione, si nota fin da subito l’amore nei confronti della squadra”.
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identità fatta di sostanza
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Infine, c’è tempo per Ricci di descrivere sé stesso: “Non faccio azioni spettacolari, non sono un attaccante, però tante volte per un centrocampista un contrasto è molto importante per la squadra”.
La Gazzetta dello Sport
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