Torino, Cesare Casadei: così l’azzurro prepara l’anno della svolta

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Il centrocampista adesso è al centro del progetto. Ha un fisico imponente, lavora per entrare in forma. Baroni lo voleva alla Lazio, ora attende il boom

Simone Battaggia

Giornalista

Un campionato per diventare grande. Nonostante abbia solo 22 anni, Cesare Casadei è sulla breccia da tanto tempo. Già da quando, nel 2022, vinse lo scudetto con l’Inter Primavera di Cristian Chivu e in estate passò al Chelsea per 15 milioni di euro più 5 di bonus. L’estate successiva, con la maglia dell’Italia Under 20, il centrocampista romagnolo fu il miglior giocatore e il miglior marcatore (7 gol) della Coppa del Mondo di categoria, chiusa dagli azzurrini al secondo posto. Un percorso importante, che a livello di club è proseguito con le esperienze in Championship – prestiti al Reading e al Leicester City – e affacciandosi anche in prima squadra nel Chelsea. Quando nel febbraio scorso il Torino l’ha riportato in Italia, la sensazione è stata quella del ritorno di una gemma preziosa, da accudire affinché potesse mettere radici nel calcio dei grandi in un campionato esigente – sul piano tattico, ma anche fisico – come la Serie A, per poi aiutarlo a spiccare il volo, magari, verso la Nazionale.

Metà strada

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La prima metà del percorso è stata fatta. Nel girone di ritorno dello scorso torneo, Casadei ha dimostrato che nel nostro campionato può fare la differenza eccome, con la sua fisicità abbinata alla sua visione di gioco, con la capacità di leggere gli spazi e di esplorarli palla al piede, con i suoi inserimenti e con quella specie di calamita sulla testa che gli permette di attrarre e gestire una marea di palle alte. Lampi sparsi qua e là, concentrati soprattutto tra febbraio e marzo, esaltati dal primo gol realizzato in granata – contro il Monza – e andati via via diradandosi, mentre il suo stato di forma fletteva insieme a quello della squadra. Un calo, il suo, prettamente fisiologico: nel giro di poche settimane si era trovato da un impiego più che saltuario al Chelsea – solo sei partite nell’autunno, quattro delle quali da titolare – a essere titolare in 13 delle 15 gare di campionato al Torino. Uno sforzo che poi si sarebbe riflesso, a giugno, nel suo impiego parziale con l’Italia all’Europeo Under 21, impreziosito comunque dallo splendido gol per la vittoria contro la Slovacchia.

Scaldare il motore

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Ora Casadei può ripartire gettando le basi per la nuova stagione. Sa già che Marco Baroni lo considera parte importante del nuovo progetto del Torino. Il tecnico lo voleva da tempo alla Lazio, per molti mesi i biancocelesti lo avevano conteso sul mercato prima che il club granata la spuntasse. Le condizioni di base per fare bene ci sono tutte. Certo, occorrerà supportare idee e schemi con uno stato di forma adeguato. Le prime settimane di lavoro stanno servendo proprio per costruire quella condizione fisica che, per un ragazzo con il suo fisico – è alto un metro e 92 – necessita di più tempo e più attenzione rispetto ad atleti di taglia inferiore. Casadei ha un motore potentissimo che come tale va trattato, per entrare a regime richiede un po’ di pazienza. Nei primi test a Prato allo Stelvio il centrocampista ha commesso qualche sbavatura, figlia con ogni probabilità proprio di una condizione ancora in divenire. Già nel secondo test contro il Monaco le cose sono andate molto meglio. Lo testimonia il gol segnato nella ripresa – uno “scavetto” nato andando a mettere pressione alla difesa dei monegaschi e approfittando di un loro errore -, ma anche una prestazione di maggiore tonicità, in entrambe le fasi.

Lì nel mezzo

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Marco Baroni in questo periodo sta sperimentando, sta adattando gli assetti alle necessità contingenti e agli uomini a disposizione. Casadei non si è mai allontanato dalla mediana, ruotando con Ilic, Anjorin e Tameze. L’impressione è che lì in mezzo starà, anche nel 4-2-3-1 che il tecnico ha in mente. Casadei con ogni probabilità sarà schierato come mediano a sinistra. Il tecnico può sfruttare le sue capacità di inserimento e farlo avvicinare all’area avversaria per mettere pressione. Con la consapevolezza che per lui sarà la prima vera stagione “da grande” e che potrà giocarla con il Torino. “È un club molto importante, con una storia che va onorata e rispettata – ⁠ha detto due settimane fa -, e da parte nostra l’ambizione non deve mai mancare. Nella mia testa c’è l’idea di fare bene con il Toro. Poi vedremo se durante la stagione arriverà la chiamata in Nazionale”. La rincorsa è cominciata.



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