Cerchiamo di fare chiarezza sull’acquisizione di una quota di minoranza del club da parte della società di criptovalute
Cosa c’è dietro l’annuncio fatto da Tether di aver acquisito una quota di minoranza della Juventus? Cerchiamo di fare chiarezza sulla notizia che sta animando il dibattito tra i tifosi bianconeri.
Quante azioni sono state acquistate?
Nella nota ufficiale Tether non ha precisato l’entità dell’investimento. Secondo Milano Finanza avrebbe acquisito il 5,01% delle azioni bianconere con diritto di voto. Se l’indiscrezione fosse corretta, presto avremmo una “disclosure” sulla partecipazione di Tether: l’obbligo di comunicazione Consob scatta per partecipazione rilevanti, sopra il 5% dei diritti di voto. Lo scopriremo nel giro di qualche giorno. Va detto che, alle spalle di Exor, il secondo azionista è il fondo Lindsell Train che detiene l’8,2% del capitale di Juventus, pari al 5% dei diritti di voto. Per il resto, il capitale del club torinese è partecipato da una vastissima platea di azionisti tifosi e di soggetti finanziari che hanno investito nel corso degli anni per quote marginali: da Vanguard (1,4%) a BlackRock (0,5%), dai fondi pensione alle banche.
Nulla? L’azionista di maggioranza Exor detiene il 65,4% del capitale sociale e, per effetto della maggiorazione del voto introdotta qualche anno fa per i soci rilevanti di lunga durata, vanta il 78,9% dei diritti di voto. La proprietà della Juventus è blindata per la holding della famiglia Agnelli che, peraltro, ha fatto sapere a Reuters di non aver venduto azioni a Tether. L’acquisizione, dunque, è avvenuta sul mercato: il flottante a Piazza Affari è pari al 24,5%.
Ci sono vantaggi per la Juventus?
No. L’investimento di Tether non è entrato nelle casse societarie perché si è trattato semplicemente di un’operazione di acquisto di azioni sul flottante.
Nemmeno sul fronte sponsor?
Assolutamente no. Non c’è nessuna correlazione tra l’annuncio di oggi e le trattative in corso da parte della Juventus per l’individuazione del nuovo main partner, dopo l’addio di Jeep. Non c’è stato, peraltro, nessun tipo di interlocuzione con i dirigenti bianconeri. L’obiettivo del club resta quello di sottoscrivere un nuovo contratto entro la fine di questa stagione. L’operazione di oggi, semmai, può essere utile a Tether per farsi pubblicità.
Nel comunicato l’azienda operante nel mercato delle criptovalute, leader della stablecoin, ha spiegato, attraverso le parole del ceo Paolo Ardoino: “In linea con il nostro investimento strategico nella Juve, Tether sarà un pioniere nel fondere le nuove tecnologie, come gli asset digitali, l’AI e le biotecnologie, con la consolidata industria dello sport per guidare il cambiamento a livello globale”. L’abbinamento con un marchio calcistico come Juventus è strategico per una realtà che vuole sfruttare le connessioni con lo sport e punta, dunque, a farsi conoscere in questo mondo. Peraltro, il fondatore di Tether, che attualmente ha sede a El Salvador, è torinese: si chiama Giancarlo Devasini ed è tifoso bianconero.
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