Terapia Inter: squadra a riposo, rientrano i big e basta turnover

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Inzaghi ha annullato l’allenamento post derby. Dumfries ci sarà con la Roma, Thuram a Barcellona. Dal ritorno di Champions in poi rotazioni azzerate

Davide Stoppini

Giornalista

Da due anni all’Inter non capitava di perdere due partite consecutive. Così, giusto per far capire che non siamo di fronte a un momento “normale” per Simone Inzaghi e i suoi. Nulla è ordinario. E c’è bisogno, per dirla con le parole di Nicolò Barella, di “metterci anche quello che non abbiamo”. Ha cominciato l’allenatore. Che appena finito il derby col Milan, ha “ascoltato” il silenzio dello spogliatoio, ha visto le facce e ha deciso che il giorno successivo (ovvero ieri) sarebbe stato di completo riposo. Perché va allenata la mente, in queste ore. E perché si sbaglia nel credere che il guaio siano le gambe. Certo, i minutaggi elevati – di cui parliamo in altra pagina – sono evidentemente un fattore. Ma ieri in casa Inter girava una battuta: il derby di Coppa l’abbiamo perso al 94’ di Bologna-Inter, col gol di Orsolini. Come a dire: se l’Inter fosse uscita dal Dall’Ara con un pareggio, l’approccio e lo sviluppo della gara con il Milan sarebbe stato con ogni probabilità diverso. Ma i “se” contano il giusto, adesso. Conta, piuttosto, capire ripartire e accelerare. 

Situazione

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Oggi Inzaghi ritroverà la squadra ad Appiano e parlerà, sia di quanto accaduto col Milan sia proiettandosi verso la Roma. L’idea è chiara: recuperare alla causa gli infortunati, cercando di bilanciare la cautela per evitare ricadute con la necessità di ritrovare pedine fondamentali. Ecco perché i tre giocatori fermi, Dumfries, Zielinski e Thuram, ieri sono comunque andati ad Appiano. Niente riposo per loro, ma lavoro aggiuntivo. La situazione è questa: l’esterno e il centrocampista saranno a disposizione con la Roma. Non partiranno titolari, nessuno dei due. Ma è lecito immaginare che possano dare una mano a gara in corso. Thuram invece è un filo più indietro. Salvo sorprese, l’attaccante tornerà direttamente a Barcellona. E con l’idea di essere subito titolare in Champions. Sono tre rientri chiave. Perché nell’Inter ci sono giocatori e giocatori. Ci sono riserve e riserve. E in alcuni ruoli – che evidenziamo qui a fianco – il gap tra prime e seconde linee è troppo grande, almeno per affrontare partite di alto livello come Bologna e Milan. E allora Dumfries è un giocatore non replicabile, per caratteristiche, visto il Darmian di oggi. Zielinski consentirà a Inzaghi di dare respiro alle mezzali e magari di far rifiatare anche Calhanoglu in regia senza ricorrere ad Asllani. E in attacco, neppure a dirlo, Thuram con Lautaro sono anni luce avanti a tutti gli altri. 

Il piano

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 Ecco allora che la strategia cambierà da qui in avanti. Soprattutto nel mese di maggio. Dice Inzaghi che “giochiamo tutte finali di Coppa del Mondo” e non sbaglia: l’Inter è senza rete. Senza possibilità di errore. E dunque si stratta di stringere i denti per altre tre partite: Roma, andata col Barcellona e Verona. Tradotto: il turnover, le rotazioni scientifiche attuate da Inzaghi dall’inizio della stagione, stanno per finire. Le alternanze si vedranno fino alla partita con il Verona del 3 maggio. Poi, dal ritorno con il Barça in poi, Inzaghi andrà avanti con i migliori in tutte le sfide, limitando o azzerando di fatto il turnover per le ultime quattro uscite stagionali. E questo anche nella speranza che si aggiunga un’altra gara, da giocare il 31 maggio a Monaco. Al massimo con i migliori, dunque. Anche perché questa Inter ha mostrato un piccolo bug: ha bisogno di un livello alto di condizione e di alcuni insostituibili per esprimere il suo gioco. Altrimenti, diventa una squadra vulnerabile. Soprattutto, una squadra che non sa mettersi un vestito troppo diverso da quello che abitualmente indossa. Lo può fare per alcuni spezzoni di gara – leggi le due partite col Bayern – ma non come impostazione predefinita. L’obiettivo, in ogni caso, è scongiurare l’anatema degli “zeru tituli”. La squadra adesso avverte più il peso che la gioia delle 51 partite fin qui disputate. Ecco, Inzaghi nelle prossime ore dovrà ribaltare questo mood. E magari appoggiarsi a una statistica: mai, con l’Inter, ha perso tre partite di fila.



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