Superlega, è illegale la norma FIGC che vieta la partecipazione ai club? Interrogazione al Parlamento UE
January 25, 2024 | by allcalcio.it
Un eurodeputato tedesco chiede di verificare la legittimità della norma voluta dal presidente federale Gravina contro la partecipazione dei club italiani alla Superlega.
È illegale la norma della Federcalcio italiana che vieta la partecipazione a tornei organizzati da associazioni non riconosciute da FIFA, UEFA e dalla stessa FIGC, pena la non ammissione al campionato? Lo ha chiesto un europarlamentare tedesco, che ha presentato un’interrogazione al Parlamento europeo contro la speciale norma voluta dal presidente Gravina contro la Superlega. Il titolo dell’interrogazione, come riporta La Verità, è quanto mai esplicito: “Criteri della Federcalcio italiana in violazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue nella causa C-333/21”.
FIGC contro la Superlega: interrogazione al Parlamento UE
Lo scorso 21 dicembre la Corte di Giustizia UE, come è noto, ha giudicato come “restrizioni illegittime alla libertà di fornire servizi” le norme FIFA e UEFA che limitano o sanzionano la partecipazione di squadre e tesserati ad altre competizioni come la Superlega. Per questo motivo l’eurodeputato tedesco del PPE, Toine Manders, che sui social da mesi si mostra vicino a Bernd Reichart, ceo di A22, la società che sta organizzando il progetto Super League, ha presentato un’interrogazione. “Sebbene la sentenza sia molto chiara – sostiene Manders – la FIGC ha presentato dei criteri che richiedono un impegno scritto a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute da Fifa, Uefa e Figc. Questi criteri sono contrari alla sentenza“.
Le tre domande di Toine Manders su Gravina e la Federcalcio
Il rappresentante del PPE ha formulato tre domande all’Europarlamento: “La Commissione concorda sul fatto che i criteri della Figc sono contrari al diritto della Ue? Intende prendere le misure necessarie per avvisare la Figc di questo comportamento illegale? Quali azioni intende intraprendere se la Figc, anche dopo essere stata allertata, non rispetta il diritto dell’Ue?”. Insomma, a essere nel mirino – paradossalmente – adesso sono proprio Gravina e la Federcalcio, accusati di aver approvato o di mantenere in vigore una norma esplicitamente vietata dalla storica sentenza dello scorso 21 dicembre.
Quali sono le norme FIGC all’attenzione dell’Unione Europea
La norma per cui è stata presentata un’interrogazione era stata introdotta dalla FIGC nel 2021, pochi giorni dopo il grottesco – e fallito – tentativo di lancio della prima versione della Superlega, coi club fondatori – tra cui la Juventus – ammessi a prescindere dai risultati nei rispettivi campionati. La regola è contenuta nell’articolo 1 comma 5 lettera C e all’articolo 2 comma 1 dello Statuto federale ed è stata seguita da una modifica dell’articolo 16 delle NOIF. Ecco il suo testo completo:
“Ai fini della iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC. La partecipazione a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC comporta la decadenza della affiliazione. La disputa di gare e tornei amichevoli non riconosciuti dalla FIGC è soggetta all’autorizzazione della federazione medesima. La disputa di gare e tornei amichevoli senza la autorizzazione della FIGC comporta la decadenza dell’affiliazione”.
Cosa succede ora: la FIGC può vietare partecipazione a Superlega?
E adesso che succede? L’Unione Europea, sulla scorta degli interrogativi posti dall’eurodeputato tedesco vicino alle posizioni della Superlega, dovrà valutare se le norme della FIGC siano espressamente in contrasto con lo spirito della sentenza di dicembre. Dalla valutazione di Bruxelles dipenderà probabilmente, più della stessa sentenza della Corte di Giustizia, il futuro di una ipotetica Super League. Oltre alla Serie A, altre leghe europee, tra cui la Bundesliga, hanno sottoscritto impegni volti a scongiurare la partecipazione dei club a tornei alternativi. Per il momento, però, a finire sotto interrogazione è stata la FIGC. Che ora attende con impazienza la risposta dell’UE.
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