Il 21enne croato ha conquistato il tecnico e il suo staff: a centrocampo può fare tutto, mezzala o regista
“Ma chi è quello nuovo che se ne va via da solo?”, si chiede stupito Fabrizio, studente milanese di fisica, da sei mesi in un programma per stranieri di Ucla. L’atterraggio di una squadra italiana lo ha attirato patriotticamente davanti al campo dell’università, come uno di quei campi elettromagnetici che qui studia in un laboratorio d’eccellenza, ma la fede milanista deve averlo tradito sul più bello: non ha riconosciuto Petar Sucic, il gioiellino appena arrivato alla prima seduta della vita in nerazzurro. Il croato era entrato da solo ed è uscito alla stessa maniera, scortato da una delle buffe macchinine che hanno portato i giocatori dal bus ai campi. Ci sarà tempo e modo per familiarizzare con i compagni, al momento il 21enne croato sta iniziando a scoprire il nuovo mondo che lo ha accolto. E l’Inter, alla stessa maniera, scopre lui con curiosità: le aspettative sono piuttosto elevate dopo un investimento di 14 milioni a gennaio per battere anche la concorrenza della Juve, ma le prime impressioni sono già decisamente positive. Il centrocampista ha mostrato gamba e personalità in questi primi lampi nerazzurri, pure sui campi “imperfetti” del Wallis Annenberg Stadium. Chivu gli aveva già parlato in privato prima e lo aveva chiamato nei giorni dell’insediamento, ieri si è soffermato per spiegargli dal vivo quale sarà il metodo di lavoro da seguire: ha partecipato alle combinazioni in velocità, sempre di prima, e fatto allunghi e lavoro fisico. Brozovic e Perisic gli hanno già fatto un ritratto fedele di quella strana creatura che è l’Fc Internazionale ma, rispetto a quando ha detto sì, c’è un cambiamento sostanziale: un nuovo allenatore da scoprire, vale per lui ma pure per gli altri.
In volo
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Dopo gli impegni in nazionale Sucic ha volato con la squadra, a differenza dell’altro acquisto, Luis Henrique, che partirà oggi una volta ottenuto il visto. Se inserirsi in mediana con Inzaghi era un’impresa al limite del proibitivo, ora si aprono degli squarci interessanti: le gerarchie granitiche di Inzaghi potranno essere riviste, o quantomeno ammorbidite dalla gestione di Chivu. La posizione naturale da occupare è quella di mezzala, ma lo staff punta molto sulla versatilità e le capacità di apprendimento, e allora perché non pensarlo prima o poi in una posizione alla Calha? La materia è ancora informe, al nuovo tecnico l’onere di plasmarla, anche perché la specialità di Cristian resta pur sempre quella di saper lavorare bene con i giovani. Nel 5-1 dell’altra sera alla Repubblica Ceca, Petar ha fatto coppia con Modric prendendosi complimenti in patria. Luka, presto, lo sfiderà in un derby, giusto il tempo di prendersi l’Inter a partire dall’America.