Storia, ricordi e una stagione no: viaggio nell’annata della Triestina

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La nuova proprietà americana, arrivata nel 2023, sbandiera progetti, ma attualmente il club è in zona playout. Bruno Rocco, figlio di Nereo: “La piazza merita la Serie A”. Nel 1959 l’ultima stagione nel massimo campionato

I l Virgilio di Piazza Unità ti tende la mano con un casco rosso color Triestina levigato dal vento. Quel soffio di bora che graffia l’anima e la rende ancora più forte, plasmata da sottili illusioni sportive. Ha la “scontrosa grazia” di chi ti infila una mano sottobraccio e ti porta a vedere una città dove si intrecciano storia e pallone, letteratura e ricordi, Italo Svevo e la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio nazista in Italia situato a un tiro d’esterno dallo stadio. Bruno Rocco, 85 anni, primogenito di Nereo, ti accoglie a Trieste come se fossi suo nipote. “Parcheggio la Vespa e ti raggiungo in albergo”, ti dice al telefono, salvo poi presentarsi con una giacca leggera, la parlantina svelta e due occhi aguzzi come quelli di papà, azzurri come il cielo triestino a fine marzo.

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