Con Conte e Inzaghi squalificati, venerdì in panchina contro Cagliari e Como ci saranno i fedeli assistenti: milanesi, interisti in gioventù, calciatori tra B e C, poi i colpi di fulmine…
Ai vice stavolta tocca metterci la voce e la faccia, ma soprattutto la presenza fisica, là, in trincea, nel giorno – venerdì – in cui si decide lo scudetto. Farris e Stellini – è il caso di dirlo – fuori i secondi. Saranno loro a guidare nello sprint finale le macchine di Inter e Napoli. Lo impongono le squalifiche in simultanea di Inzaghi e Conte, arrivate domenica sera, nel declinare di partite ad alta tensione. Curiosa la coincidenza: è la prima volta nella storia del calcio italiano che nel D-Day che assegnerà il tricolore ci saranno due vice. Quelli che di solito, e per contratto, stanno un passo indietro ora sono chiamati a fare un passo avanti. Per natura, attitudini personali e percorsi professionali, sia Farris, vice di Inzaghi, che Stellini, vice di Conte; avrebbero volentieri fatto a meno di questa promozione sul campo last-minute. Invece gli tocca stare lì, al centro della scena. Va da sé che a regolare le due coppie, Stellini-Conte e Farris-Inzaghi, ci siano rapporti antichi, che affondano le radici nel passato; dinamiche note e una contiguità di pensiero che in questi anni ha rafforzato il legame professionale, oltre che quello personale. C’è amicizia, c’è stima, c’è rispetto dei ruoli. Farris e Stellini conoscono i segreti dei loro allenatori, sanno farsi “concavi e convessi” a seconda delle esigenze, riescono a gestire meglio di tutti gli umori che regolano i rispettivi spogliatoi. Per questo Inzaghi e Conte si fidano di loro. Perché ne hanno testato, oltre che la competenza, anche l’affidabilità.
