Il neo tecnico della Dea ha trasformato già la squadra dopo la triste era Juric, il bomber è tornato a segnare e la squadra sembra rinata
La lampada di Palladino fu un’intuizione di Lapo Elkann, che nel sangue aveva l’amore per le battute e gli aforismi come l’Avvocato: fu affibiata all’attuale tecnico dell’Atalanta nel 2007 quando era una promessa della Juve che sognava di diventare Cristiano Ronaldo. Era il 2007, Palladino decise la partita contro il Vicenza con un eurogol e Lapo coniò l’appellativo, facendo arrossire il baby attaccante bianconero arrossì: «Mi piace Aladino, e lo ringrazio. Prima mi chiamavano PallaIbra, ma Aladino è più bello. Poi detto da Lapo, non uno qualunque ma un ragazzo umile e simpatico, vale doppio. Ma se io sono Aladino, il genio della lampada è Del Piero, sue le magìe». Oggi Palladino sta rinverdendo quell’immagine: in poche settimane ha fatto la respirazione bocca a bocca all’Atalanta, ha rigenerato Lookman e sono arrivate due vittorie di fila tra Champions e campionato.
Gara speciale per Palladino
L’Atalanta è tornata a vincere dopo oltre due mesi. L’ultima vittoria in campionato era arrivata il 21 settembre contro il Torino. Per Palladino – al debutto in panchina davanti al suo pubblico – è stata una serata speciale due volte, visto che di fronte c’era la Fiorentina, ovvero il suo passato che poteva anche tornare ad essere presente (“Le voci erano vere, ma c’era stata solo una chiacchierata. Sono contento di essere qui all’Atalanta”).
Il segreto dell’allenatore
Dice di non avere la bacchetta magica, al di là delle lampade fatate, ma un segreto c’è e l’aveva raccontato a Sky dopo il successo in Champions con l’Eintracht rivelando che nello spogliatoio ha appeso un foglio con scritto DNA. E poi ha chiesto a ogni giocatore di scrivere sul foglio un aggettivo, quello che più ritiene essere appropriato per la squadra e la personalità del singolo: coraggio, leggerezza, ambizione, ma anche fame… ecc. ecc. “Cose che questa sera ho visto in campo. Qui c’è un grande gruppo e la risposta l’hanno data sul campo. Siamo stati più cinici della Fiorentina, voglio questa mentalità nei prossimi giorni“.
La metamorfosi di Lookman
Una metamorfosi che ha visto anche la rinascita di Lookman, a segno prima in Europa e poi contro i viola. Ma non è l’unica sorpresa per il nigeriano. La vera novità è stato vederlo uscire dal campo col sorriso, quando è stato sostituito. Ha anche abbracciato Palladino. Miracolo se si ripensa a cosa accadeva a Gasperini e Juric quando osavano toglierlo dal campo.
“Ho portato le mie idee, poi i ragazzi hanno fatto il resto, ho cercato di dare un’identità a questa squadra. La mentalità, il Dna devono essere questi. Ho instaurato un dialogo e parlato con ognuno di loro responsabilizzandoli. Se non c’erano grandi uomini non avremmo avuto queste riposte. Venivamo da risultati difficili, ho messo in testa poche cose ma chiare. Sono tutti coinvolti, anche chi non gioca, deve essere questa mentalità. Quando c’è un cambio di allenatore, l’umore non è alto e abbiamo cercato di mettere entusiasmo e coraggio. Li ho visti davvero tutti coinvolti, il gruppo ascolta e fa quel che viene proposto. Davanti si sta facendo un gran lavoro: si attacca e si difende tutti insieme, con qualità”.


