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Si giocò la vita all’addio al celibato di Maradona, c’erano 42 ragazze

May 23, 2024 | by allcalcio.it

Si giocò la vita all’addio al celibato di Maradona, c’erano


Un ex compagno di Giuliano Giuliani, l’ex portiere del Napoli dello Scudetto di Maradona morto di AIDS, svela come e dove Giuliani – che il calcio italiano ha completamente cancellato dalla memoria – si ammalò: “Diego aveva organizzato un addio al celibato a suo modo, c’erano 14 ragazzi e 42 ragazze. Quella sera Giuliano si è giocato la vita”.

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Giuliano Giuliani è stato il primo calciatore morto di AIDS quando – a cavallo degli anni ’80 e ’90’ – essere solo associati, quasi con una caccia alla streghe, alla malattia provocata dal virus HIV era motivo di stigma sociale. I sieropositivi erano trattati come appestati, emarginati, sia per paura di essere contagiati (una paura soprattutto dovuta all’ignoranza, fece epoca il bacio sulla bocca dell’immunologo Fernando Aiuti a una donna sieropositiva per smentire tutte le fake news di quel periodo), sia perché solo nel 1996 furono introdotti i primi farmaci antivirali per tenere a bada la malattia, allungando un’aspettativa di vita che fino ad allora era breve e soprattutto caratterizzata da un degrado fisico terribile. Giuliani morì proprio in quell’anno 1996 ed oggi un suo ex compagno racconta dove e come l’ex portiere si ammalò “giocandosi la vita“: alla festa di addio al celibato di Maradona.

Il nome di Giuliano Giuliani cancellato da tutto e tutti

Romano, classe 1958, Giuliani non è un nome banale nella storia del calcio italiano, avendo scritto pagine importanti nel Napoli di fine anni ’90: era il portiere titolare della Coppa UEFA vinta nel 1989 e del secondo Scudetto messo in bacheca l’anno dopo. Eppure il suo nome è stato completamente cancellato, come se una damnatio memoriae si fosse abbattuta su di lui per il modo in cui è finita la sua vita. Una voglia di non avere più niente a che fare con lui che si manifestò in maniera plastica e umanamente desolante il giorno del suo funerale, l’ultimo saluto a un calciatore che aveva giocato con Arezzo, Como, Verona, Napoli, Udinese, venendo convocato anche nell’Italia olimpica.

Giuliano Giuliani con la maglia del Napoli: ci ha giocato per due stagioni, tra il 1988 e il 1990

Giuliano Giuliani con la maglia del Napoli: ci ha giocato per due stagioni, tra il 1988 e il 1990

Nessuno ai funerali, il calcio non ne voleva sapere più nulla di lui

Il giorno dei suoi funerali non venne nessuno dei suoi compagni del Napoli o del Verona – racconta l’ex moglie Raffaella Del Rosario al Corriere della Sera – Non un telegramma, una corona di fiori. Niente, Giuliano Giuliani era buono per parare i rigori, non meritava un atto di solidarietà. Attorno a lui, negli anni della malattia, si era fatto il vuoto. Lo avevano persino arrestato per una assurda storia di cocaina, dalla quale fu subito scagionato. Ma la paura di essere associati a lui, nel tempo in cui avere l’AIDS significava essere o drogati o omosessuali, lo aveva reso un monatto, una anomalia da ignorare“.

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A quei funerali andarono solo due colleghi, dello sterminato numero che Giuliani aveva incrociato nella sua carriera: Mattei e Vanoli. Poi nessun altro rappresentante del mondo del calcio, solo pochi amici. I fasti del Napoli di Maradona erano lontani. Già, Diego Armando Maradona. Il suo nome viene evocato nel racconto di un ex compagno di squadra del portiere, che – con la promessa fatta a Walter Veltroni di non essere nominato – svela quale fu la condanna di Giuliani: partecipare alla festa di addio al celibato del campione in Argentina.

Giuliani con la Coppa UEFA vinta col Napoli di Maradona nel 1989

Giuliani con la Coppa UEFA vinta col Napoli di Maradona nel 1989

L’addio al celibato di Maradona: “Quella sera si è giocato la vita”

Giuliano era un ottimo portiere e un bravo ragazzo. Ma arrivò dopo Garella al quale tutti volevamo bene e risentì, incolpevolmente, di questa successione – racconta l’ex calciatore che aveva diviso lo spogliatoio con Giuliani – Era complicato, chiuso. Durò solo due anni, nonostante fosse forte. Quella sera Diego aveva organizzato un addio al celibato a suo modo, c’erano 14 ragazzi e 42 ragazze. Chi c’era mi ha raccontato che appena arrivarono le automobili con gli invitati si chiusero le porte e si spensero le luci. Giuliano fu visto tornare in albergo alle cinque di mattina, quella sera si è giocato la vita“.

Il resto del mosaico lo ricostruisce la moglie Raffaella, il destino di Giuliani avrebbe potuto essere molto diverso: “Era destinato a sostituire Zenga all’Inter, ora sarebbe ancora qui. Invece alla fine Walter rifiutò di andare via e Maradona si ricordò di quel portiere gialloblù che gli aveva parato dei rigori. Per questo sistema di casualità, sliding doors, lui si ritrovò una sera a Buenos Aires, alla festa di addio al celibato di Diego. Io avevo partorito da sette giorni, ovviamente non potei andare. Questa coincidenza mi ferì in modo particolare e fu una delle ragioni per le quali ci separammo. Ma gli sono restata accanto nella fase finale della sua vita. Lui aveva tentato di tutto per curarsi. Si era trasferito a Bologna e aveva trovato una nuova compagna che però, quando la malattia si è aggravata, lo ha lasciato. Lui non aveva nessuno, se non gli zii che avevano cresciuto lui e suo fratello, morto dopo una vita complicata“.





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