La cittadina pugliese sogna il salto diretto: “La pressione ancora non la sentiamo, ma tra qualche giornata arriverà”
Peppe Raffaele non ama i riflettori addosso. Nemmeno ora che il suo Cerignola guarda tutti dall’alto nel girone C e, fisiologicamente, un po’ incuriosisce. Perché è vero che il buon nome di un club solido e strutturato gira già da un po’ (il presidente Nicola Grieco è anche nel consiglio direttivo di Lega Pro), ma la squadra sta innegabilmente andando oltre le attese. Se la continuità del lavoro rendeva lecito pensare di migliorare il settimo posto della scorsa stagione, nessuno pensava di lottare per il salto diretto in B. Alla pari, se non meglio, di big dichiarate per budget e ambizioni. E adesso?
mosse vincenti
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“La pressione ancora non la sentiamo – si smarca subito il tecnico siciliano, che a dicembre compirà 50 anni –, ma sappiamo anche che tra qualche giornata arriverà, rimanendo in alto. Ne parleremo più avanti”. Dribbling da comunicatore essenziale e comunque mai banale, perché le energie (soprattutto quelle mentali) preferisce dedicarle al campo e al gruppo. Raffaele negli anni ha ammorbidito alcuni spigoli del carattere attraversando nuove consapevolezze e qualche delusione, raffinando nel percorso anche una dote presente nel suo patrimonio genetico: la grande capacità di lettura. Di uomini e situazioni. Di sguardi e pensieri dei suoi giocatori, ma anche e soprattutto delle partite. Visione strategica che gli era già tornata utile in area di rigore – è stato bomber da doppia cifra tra i dilettanti, soprattutto in Sicilia e Calabria – ed è stata allenata sin da giovanissimo anche attraverso la passione per la dama (gioco al quale oggi, fisiologicamente, riesce a dedicare meno tempo di quanto vorrebbe). Muovere le pedine sulla scacchiera gli è sempre riuscito bene come adesso riesce a incidere sulle partite, con intuizioni spesso proficue. L’ultima di una serie, l’ingresso in corso d’opera del figliol prodigo Achik per scardinare la difesa della Casertana. Era la grande occasione per isolarsi in vetta, il Cerignola non l’ha sprecata con entusiasmo e concretezza.
il posto giusto
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Una squadra plasmata, già dalla passata stagione, a immagine e somiglianza dell’allenatore di Barcellona Pozzo di Gotto. A marzo di un anno fa la sliding door della sua “nuova” carriera: Raffaele stava per tornare a Potenza per la terza volta, attraccando nel suo porto sicuro. Ma un accordo che sembrava già definito non è mai stato formalizzato. Nel capoluogo lucano aveva iniziato ad allenare tra i professionisti nel 2018 – per intuizione dell’allora presidente Caiata – e poi era tornato nel 2022/23 sotto l’attuale gestione Macchia, arrivando sempre a giocarsi i playoff. Rilanciandosi, in quest’ultima esperienza, dopo gli esoneri di Catania (a oggi, la grande occasione non sfruttata) e Viterbo. Per i suoi detrattori, quelli più superficiali, avere fatto bene in C in una sola piazza ne evidenziava i limiti. Un’etichetta da strappare al più presto. E la chiamata di marzo 2024 per sostituire l’esonerato Tisci, in tal senso, è arrivata al momento giusto. “Oltre che per la serietà del club – racconta –, ho accettato Cerignola perché c’erano giocatori ideali per fare il calcio che più mi piace. Cosa che ci riesce ancora meglio, ovviamente, in questa stagione iniziata sin dal ritiro: siamo una squadra che gioca bene, passa tanto tempo nella metà campo avversaria e prova a recuperare subito palla quando la perde. Questa forte identità sarà ciò a cui ci aggrapperemo quando arriverà la pressione, appunto. Nelle settimane decisive, puntiamo a essere ancora lì”.
solidità
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La spinta per rimanere in alto arriva anche dai numeri, ormai non casuali. Ben 12 i risultati utili consecutivi, con cinque vittorie esterne di fila (e 28 punti conquistati in 14 partite fuori casa). Il modo di giocare è sempre lo stesso, al Monterisi e negli altri stadi, pragmatico e aggressivo. Fa comodo avere in squadra giocatori che hanno condiviso con l’allenatore l’esperienza di Potenza (Coccia e l’ottimo Salvemini arrivato a quota 11 gol, così come Volpe innesto di gennaio), oltre a un jolly fuori categoria come Capomaggio (sarà dura trattenere l’argentino in estate). Ma ha fatto la differenza, da settembre a oggi, anche e soprattutto la capacità di risolvere problemi. Il più grande la serie di infortuni patita in autunno, con la necessità di trovare nuove soluzioni per non perdere colpi. Dopo tre gol segnati nelle prime quattro partite, il Cerignola ha perso per un crociato k.o. il suo attaccante di riferimento, Gigi Cuppone. Ma in un impianto di gioco così collaudato, con qualche accorgimento tattico, il fatturato offensivo non ne ha risentito. Cuppone spera di tornare disponibile tra un mese e sarebbe, a quel punto, il rinforzo già in casa per alimentare il sogno.
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