Ha lasciato l’Australia per l’Abruzzo e ha già fatto la storia: primo 2009 a debuttare e segnare tra i prof. “I miei sogni? Champions e Mondiali. Prima però, playoff e promozione in Serie B”
All’Adriatico di Pescara venerdì si è fatta la storia. Minuto 74 della sfida contro la Lucchese: Moruzzi crossa al centro, Arena con un tocco vincente manda il pallone in porta e chiude la sfida sul 4-1. Corre incredulo sotto la curva, esulta, i compagni lo abbracciano. È il primo classe 2009 a debuttare – e segnare – tra i professionisti in Italia: “È incredibile, ancora non ci credo”. Il giovanissimo attaccante italo-australiano risponde emozionato. Nel 2023 ha lasciato Sydney per l’Abruzzo, con la maglia biancazzurra ha bruciato le tappe: dall’U15 fino alla prima squadra. Ora l’indimenticabile esordio in Serie C: “Quando il mister mi ha chiamato per entrare avevo un po’ di paura, ero nervoso. Ma volevo aiutare la squadra”.
Possiamo dire che ci è riuscito.
“Sono contentissimo, ho avverato un sogno. Il debutto in C e il primo gol tra i professionisti, chi l’avrebbe mai detto”.
A 16 anni e 25 giorni è il più giovane ad aver segnato nella storia del Pescara. Ha superato il record di Marco Verratti.
“L’ho saputo dopo la partita. È un’emozione pazzesca, spero di continuare così”.
Ha fatto meglio anche di Camarda, lui aveva trovato la prima rete in campionato a 16 anni, 5 mesi e 22 giorni.
“Ci siamo salutati dopo la gara di qualche settimana fa. E abbiamo pure scambiato la maglia”.
Ha una dedica speciale per il gol?
“A tutta la mia famiglia, loro hanno fatto tanti sacrifici per aiutarmi a diventare un calciatore. Mia madre e mia sorella vivono in Australia, papà Antonino è qui a Pescara. Era allo stadio, subito dopo la partita ci siamo abbracciati fortissimo”.
Un momento emozionante.
“Lui piangeva di gioia, mi ha detto di essere fiero e orgoglioso di quello che ho fatto. Poi ho raggiunto mister Baldini”.
“L’ho ringraziato per l’opportunità. Mi ha dato fiducia, come i compagni e tutta la società”.
A 14 anni ha avuto il coraggio di cambiare vita e trasferirsi dall’altra parte del mondo: da Sydney a Pescara. Com’è nata l’opportunità?
“Giocavo nei Sydney Wanderers. Gli scout della Pescara Football Academy mi hanno notato lì. La mia famiglia ha origini italiane: i miei nonni sono di Reggio Calabria. Poi ho sempre seguito la Serie A, Ronaldo il Fenomeno è il mio idolo. Era un’opportunità che non potevo rifiutare”.
Ha già indossato la maglia dell’Australia nelle selezioni giovanili, qualche settimana fa però è stato convocato per la prima volta dall’Italia U16 del c.t. Scarpa.
“Ho pure segnato contro il Belgio. Con l’Australia invece avevo sfidato Inter e Milan in un torneo amichevole”.
Presto dovrà fare una scelta…
“Non ci penso, sono ancora molto giovane”.
Nel frattempo si divide tra calcio e scuola. Come va lo studio?
“Insieme agli altri ragazzi al mattino seguiamo le lezioni e il pomeriggio ci alleniamo. La sera è dedicata ai compiti. Martedì giochiamo in trasferta contro il Pontedera, spero di non dover essere interrogato (ride, ndr)”.
Guardando al futuro, dove si immagina tra dieci anni?
“La mia carriera è appena cominciata, ma i sogni sono gli stessi da sempre: giocare in Serie A, in Champions League e pure il Mondiale. Prima però c’è il Pescara, l’obiettivo playoff e chissà… magari la promozione in B”.
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