Serie A Noir: Juary e la valigetta con 65 milioni

ALL calcio
2 Min Read

Luglio 1985, il brasiliano conosciuto in Italia per l’esultanza attorno alla bandierina e il presidente del Santos sono in macchina. Vanno a Lugano. Ma alla Dogana un finanziere scopre qualcosa che non va

“Qualcosa da dichiarare?”. Valico pedonale di Ponte Chiasso, un giorno di luglio del 1985. Dentro la macchina ci sono due uomini, stanno lasciando l’Italia, sono diretti in Svizzera. L’uomo al volante guarda i due agenti della Guardia di Finanza, scuote la testa con aria interrogativa, si rivolge all’amico seduto al suo fianco. “O que ele disse?”, “Cosa ha detto?”. L’amico parla sottovoce, ha intuito che c’è qualcosa che non va. Gli agenti della Guardia di Finanza ora sono impazienti, uno dei due si accuccia, piega la testa, quasi la infila nel riquadro del finestrino e ispeziona l’auto. Poi fa cenno ai due uomini di uscire e chiede loro i documenti. Legge: Milton Teixeira, cittadino brasiliano, nato il 16 ottobre 1930 a San Paolo. E poi: Juary Jorge dos Santos Filho, nato il 16 giugno 1959 a São João de Meriti, Rio de Janeiro. Quando finisce di declinare mentalmente questo nome, lo sguardo del finanziere prende una sfumatura divertita. Juary Jorge dos Santos Filho. Sì, è lui. Juary. A quel punto l’altro uomo, Milton Teixeira, comincia a parlare in portoghese, prende una valigetta ventiquattrore, la posiziona sul cofano e la apre. Non sembra preoccupato, ma dovrebbe esserlo. Stipate nella valigetta ci sono decine di mazzette. Sono dollari. Per la precisione: 34mila dollari. Al cambio dell’epoca fanno 65 milioni di lire. Sono tanti soldi. 

Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *