Serie A, allarme arbitri: troppi errori. Feliciani-Pairetto fermati un turno

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Ancora sbagli: Como-Juve, Empoli-Milan e Torino-Genoa tra polemiche, abbagli evidenti e determinanti. Sono troppe le valutazioni diverse

Giornalista

Pairetto stop per un turno. Feliciani uguale. Ma è stato più il secondo del primo a non convincere il mondo arbitrale, come confermato anche ieri sera a Dazn da Di Liberatore della Can: quella trattenuta su Sanabria che avranno visto anche dalla luna, e che l’arbitro di Torino-Genoa ha ritenuto non punibile, andava sanzionata sul campo. In alternativa, doveva intervenire il “Pronto Soccorso” Di Paolo alla Var: valutazione errata, perché non è stato tenuto conto che Sanabria sarebbe potuto arrivare sul pallone se non fosse stato ancorato da Sabelli. Doppio deragliamento. E l’arbitro di Torino-Genoa (Feliciani), così come chi ha diretto (Pairetto appunto) Empoli-Milan (scelta giusta su Tomori però il guardalinee non ha visto il fuorigioco di Colombo, Var impossibilitato a intervenire, ma sul resto troppa confusione e troppe sviste), probabilmente osserveranno il prossimo turno di A dalla panchina. Scelta che in fin dei conti diventa coerente con un sabato di mareggiata che ha riaperto lo tsunami delle polemiche. Se già non ce ne fossero state, visti il “mano” di Gatti (casuale, dentro un duello: non da rigore per i capi degli arbitri ma che rilancia la polemica su quali sono i tocchi di mano da punire e quali no) o il contatto Pavlovic-Thuram che gli stessi vertici hanno ritenuto fortuito e “troppo poco”. La difformità nella punibilità sta disorientando. Ma ora comincia la fase calda del campionato: sbagliare non si può più. “Non assegnare il calcio di rigore per la trattenuta a Torino su Sanabria – ha detto ieri sera a Open Var su Dazn Elenito Di Liberatore – dobbiamo ammettere che è un errore, sia sul campo sia in sala Var. Avremmo preferito che la decisione fosse stata differente”. Ammesso anche l’errore di Pairetto a Empoli per il fallo di Cacace su Walker che meritava il giallo. “Ma giusta la decisione del Var di non dare rosso”, ha detto Di Liberatore. Che invece assolve Abisso sul campo e Guida alla Var per il fallo di mani di Gatti in Como-Juve: “Tocco non punibile, giusto non assegnare rigore. Gatti contende lo spazio, in questa contesa tocca la palla con la mano in maniera fortuita”. 

Frasi

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Un turno di campionato pieno di errori concentrati in poche ore come non si vedeva da due-tre mesi. Sì, alcuni casi isolati, sbagli importanti, sviste, magari col Var che può o non può intervenire e anche quando può resta silente, qualcosa di disorientante appunto che per alcuni è stata cosa grave e per altri un incidente di percorso. Ma uno alla volta, e poco alla volta, sono affiorate le frasi di chi nel calcio ci lavora. “Su contrasti e falli di mano – aveva detto Gian Piero Gasperini – ora c’è tanta confusione. La Var scopre alcuni casi eclatanti, ma ce ne sono troppi che hanno reso questo gioco qualcosa di diverso anche nello spirito, nei movimenti e nello sviluppo. La Var ha creato tanta confusione anche nei tifosi, perché le polemiche adesso sono triplicate. Non c’è certezza di regolamento, può essere tutto e il contrario di tutto. Come strumento è diventato poco utile”. Prima di lui, si era sfogato Simone Inzaghi dopo il derby: “Non conosco le direttive: c’è l’arbitro, ma chi sta alla Var deve richiamare. È già la quarta o quinta occasione, per dei falli nostri ho visto fare trasmissioni di giurisprudenza sull’Inter. Comincio ad arrabbiarmi”, ritenendo il tocco Pavlovic-Thuram da rigore e che invece è stato valutato come incidentale e lieve. Anche Fabregas ha tuonato venerdì notte dopo Como-Juve e quella mano di Gatti non sanzionata: “Rigore clarísimo. Posso capire che l’arbitro non lo abbia visto, ma ho dubbi sulla gestione della Var. Oggi non sto zitto, è già successo tante volte, contro la Lazio, contro il Milan, contro l’Udinese. Io credo nella Var, però quando si fa bene. Quando non si gestisce nella maniera corretta, allora non ci credo”. Infine, sabato sera, lo sfogo del dt Davide Vagnati (“Negato un rigore sacrosanto: l’arbitro può sbagliare in campo, ok, ma perché non usare la tecnologia che può aiutarlo?”) seguito da quello del presidente del Torino Urbano Cairo. “Il rigore era netto – ha detto il n°1 dei granata -: purtroppo c’è stata una decisione incredibile. Il primo magari no (Matturro su Adams, ndr), ma nel secondo episodio Sanabria è stato tirato giù per la maglia. Ho visto dare rigori meno evidenti. Veramente male, malissimo”.

Allarme finale

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Ed eccoci di nuovo qui, ad analizzare un momento che è disorientante: sostanzialmente perché le interpretazioni arbitrali sono differenti. Il tutto dentro una annata che aveva avuto un avvio poco benaugurante, quello della tecnologia GLT (gol non gol) che non funziona quando una rete granata in Milan-Torino è evidente (come un rigore tolto dal Var), arbitro Maresca che è tornato a dirigere in B (a Frosinone) dopo 4 mesi di sosta forzata (due di tolleranza zero da parte di Rocchi per il caso in Kuwait, due per infortunio). Si è passati dalla testata di Pellegri a Gatti non sanzionata in Empoli-Juve, al colpo da rigore di De Winter su Dybala in Genoa-Roma, fino ai pestoni che hanno connotati differenti in Napoli-Monza (Bianco-Di Lorenzo), Fiorentina-Lazio (Tavares-Dodò visto dal Var), Como-Verona (Sergi Roberto-Lazovic che è solo sfioramento e ne esce un rigore). E poi ci sono stati il Var che può intervenire oppure no e le direttive del designatore Rocchi che vuole sostanzialmente due cose nei contatti. Numero uno, la lotta ai colpi violenti anche con soluzione di espulsione diretta: Gigot su Nico Paz doveva essere rosso in Lazio-Como, ma anche Cacace-Walker che fa nascere il dubbio “rosso” ma è certamente da giallo (Pairetto non lo estrae) in Empoli-Milan. Numero due, rigori da dare ma solo quelli veri: sfioramenti e spinte non lo devono più essere (come Birindelli-Camara in Parma-Monza). Da novembre a oggi, hanno sollevato polveroni il derby di Milano, per certi versi anche il derby di Roma (sempre Pairetto), la direzione di Fabbri in Roma-Napoli (Pisilli-Politano), quella di Massimi in Bologna-Como (Fadera protesta ma aveva ragione, era fallo), il tocco di braccio di McKennie in Monza-Juve, il colpo di braccio (verso il pallone) di Baschirotto in Lecce-Inter non punito col rigore (Marinelli e Var), i bizzarri penalty in Bologna-Roma e i due casi recenti di Empoli-Milan e Torino-Genoa. Morale: l’allarme è acceso per il finale di stagione, sta agli arbitri disinnescarlo perché la lotta per scudetto, Europa e salvezza è già cominciata.



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