Il brasiliano: “L’attacco del Bologna è forte, i rossoneri valgono una big ma quest’anno troppi alti e bassi…”
L’ ultima Coppa Italia vinta dal Milan porta la sua firma: due reti nella gara d’andata, ovvero nel successo per 4-1 sul campo della Roma, l’assist per l’1-2 di Rivaldo in quella di ritorno, giocata tre giorni dopo aver alzato la Champions in finale a Manchester contro la Juventus. “Giorni indimenticabili. Di grandi tensioni, ma bellissimi” sospira il Concorde brasiliano che domani sera sarà all’Olimpico. Naturalmente con il cuore che batterà per la formazione di Conceiçao.
Sergio, iniziamo dalla vostra vittoria nel 2003?
“L’andata (il 20 maggio, ndr) è stata una partita difficile perché dopo qualche giorno (il 28 maggio, ndr) avevamo la finale di Champions. Il Milan era da tanto che non vinceva la Coppa Italia e il club ci teneva ad alzarla, ma era difficile non pensare a Manchester: la Champions era nella testa di tutti… La nostra fortuna è stata che avevamo un grande gruppo, composto da tanti giocatori importanti. Ancelotti ha gestito bene le energie e all’Olimpico abbiamo vinto 4-1 con due miei gol. Quel risultato ci ha permesso di scendere in campo al ritorno più sereni”.
Primo gol su rigore, secondo con una grande azione…
“Un grande assist di Brocchi, con io che taglio tra Zago e Cafu prima di segnare di esterno sinistro, da attaccante vero (ride, ndr)”.
Al ritorno la doppia festa.
“Giocammo tre giorni dopo la finale di Manchester, con due giorni di festa e due allenamenti nelle gambe. Il primo tempo eravamo sotto 2-0 perché mentalmente e psicologicamente eravamo spremuti dal match con la Juve. Contro una Roma che era forte, qualche paura ci venne, ma poi Rivaldo e Inzaghi chiusero il discorso”.
Milan-Bologna invece sarà una gara secca e viene dopo la vittoria dei rossoneri di venerdì.
“Il Milan ha confermato di essere una grande squadra che però nell’arco dei novanta minuti ha degli alti e bassi, dei black out che non puoi permetterti. Purtroppo è tutta la stagione che il problema si ripete e il rischio tra un paio di settimane è quello di ritrovarsi fuori dalle prime quattro in classifica per uno-due punti. Spero ancora nella rimonta Champions, ma non è facile”.

“Squadra pericolosa e organizzata, che è reduce da una stagione nella quale ha mostrato un bel calcio. Ha una mentalità e un modo di giocare offensivo: il Milan ne ha avuto conferma per oltre un’ora venerdì”.
Cosa dovranno fare domani sera i rossoneri?
“Esprimersi 100%. Un Milan all’80% non basterà per vincere. Serve una prova con l’intensità mostrata venerdì, quando c’è stata la rimonta”.
Con il passaggio al 3-4-3 il Diavolo trasmette più sicurezza anche a lei?
“Conceiçao è bravo e ha dovuto risolvere diversi problemi con il poco tempo che da gennaio in poi ha avuto per lavorare. Al Milan se non vinci è normale essere criticati, ma chiudere questa stagione con due coppe non sarebbe un brutto risultato”.
“La linea offensiva: contro quei quattro là davanti non puoi distrarti perché se dormi, ti puniscono. Castro è forte, ma mi piace tanto anche Orsolini”.

Nel Milan chi può decidere?
“Pulisic ha avuto un calo tra febbraio e marzo, ma adesso è di nuovo in forma. E poi Leao, che per me è il giocatore più decisivo della rosa: i suoi numeri (12 gol e altrettanti assist, ndr) parlano chiaro”.
Al di là dell’aspetto tattico, cosa è fondamentale in una finale?
“Trovare le motivazioni è facile, ma la cosa più complicata è gestire la tensione: se ne hai troppa, ti ruba energie e può diventare il tuo vero nemico. Bisogna pensare che in fondo… è solo una partita di calcio. Ancelotti era bravissimo a preparare la squadra per le finali e ci trasmetteva tranquillità. Lo ha fatto alla grande a Manchester e a Atene. Gattuso, Pirlo e Nesta sentivano di più le finale e magari la notte prima dormivano poco e male. Noi brasiliani invece eravamo più tranquilli. Per indole direi… Il fenomeno Ronaldo per esempio prima di una finale era sereno come se giocasse un’amichevole”.
Che messaggio vuole mandare al Milan in vista di domani sera?
“Fate come noi e riportate la Coppa Italia a Milano dopo ventidue anni. Niente pronostici, ma io ho fiducia nei rossoneri”.
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