Nell’ambito della mediocrità – per quanto aurea, per quanto impregnata di blasone – in cui ha vissuto il Manchester United degli ultimi anni, Scott McTominay è stato uno dei pochi raggi di luce. Intanto perché nell’arco della stagione 2023/24 ha segnato dieci gol, una cifra tutt’altro che banale per un centrocampista centrale. E poi perché, guardando alla rosa dei Red Devils, McTominay è uno dei pochi prodotti dell’Academy che è riuscito a imporsi davvero a Old Trafford: nell’ultimo lustro, infatti solo Rashford – anche se a intermittenza – e poi Mainoo hanno tenuto viva la meravigliosa tradizione giovanile dello United. In virtù di questa appartenenza, la cessione di McTominay sia stato ceduto al Napoli è stata vista come un’ulteriore motivazione/opportunità per criticare la dirigenza e il manager Ten Hag – lo ha fatto, tra gli altri, Rio Ferdinand. Allo stesso tempo, però, è vero pure che il centrocampista scozzese, quest’anno, avrebbe fatto concorrenza proprio a Mainoo. E allora forse il suo passaggio al Napoli non è così assurdo, dal punto di vista dei Red Devils.
Ecco, appunto: veniamo al Napoli. Al Napoli di Conte. Bisogna partire proprio dall’allenatore azzurro, dalle sue idee tattiche, per comprendere il senso di questa operazione. E per apprezzarla. Scott McTominay, infatti, è un profilo potenzialmente perfetto per una squadra di Conte: centrocampista fisico ma anche versatile, può giocare in una mediana a due – come quello che ha caratterizzato il Napoli nelle prime gare di questa stagione – ma ha avuto esperienze anche come mezzala in un reparto a tre; è un giocatore non proprio creativo, ma sa pulire il possesso palla e soprattutto è un invasore in grado di inserirsi coi tempi giusti dentro la difesa avversaria. In questo senso i gol realizzati lo scorso anno sono abbastanza indicativi, a maggior ragione per il modo in cui sono arrivati: McTominay, infatti, sa essere determinante quando legge l’azione, la segue e infine capisce che è il momento buono per aggiungersi agli attaccanti dentro l’area di rigore.
Proprio l’aspetto relativo agli inserimenti era ed è l’integrazione più importante, viene da dire quella più urgente, tra quelle che il Napoli cercava sul mercato. Per dirla brutalmente: Lobotka e Anguissa sono entrambi poco avvezzi alle escursioni in area di rigore, le considerano un’eventualità estemporanea, una deviazione dal loro stile. Ecco, McTominay ragiona in maniera inversa. E quindi ha il potenziale per diventare un innesto importantissimo, una sorta di bonus track nell’economia del gioco di Conte. Il tutto, ovviamente, senza perdere equilibrio: la miglior caratteristica di McTominay sta infatti nel suo dinamismo, in una fisicità che gli permette di attaccare l’area di rigore e di rinculare un attimo dopo, pronto per proteggere da vicino i suoi difensori.
L’ultima stagione è andata piuttosto bene
McTominay al Napoli è un’operazione importante anche al di là dei discorsi tecnico-tattici. Il valore dell’investimento (si dice che il club di De Laurentiis abbia speso oltre 30 milioni) e il fatto che McTominay arrivi dal Manchester United, da soli, basterebbero a generare entusiasmo. Ma c’è anche un altro aspetto di cui bisogna tener conto: il Napoli quest’anno non partecipa alle coppe europee, eppure è riuscito a ingolosire un calciatore importante e ancora giovane (compirà 28 anni a dicembre), un calciatore che di certo aveva/avrebbe avuto un certo mercato in Premier League. Da questo punto di vista, è inevitabile pensare che l’arrivo di Conte abbia dato un po’ di appeal in più alle offerte di De Laurentiis, ma è anche una questione squisitamente economica: era dal 2015, dai tempi dell’affare-Chiriches con il Tottenham, che il Napoli non completava un acquisto a titolo definitivo da una delle Big Six della Premier League. Il fatto che questa cosa sia avvenuta nel 2024, in qualche modo, è un ulteriore segnale della forza del club azzurro. E anche dell’appeal della nostra Serie A, in fondo.
È chiaro che tutte queste premesse/promesse, per quanto interessanti, debbano passare la prova del campo. Tanto per fare un esempio, l’arrivo di McTominay mette in dubbio quanto fatto e mostrato finora dal Napoli: il doble pivote disegnato da Conte è destinato a diventare un reparto a tre? E in quel caso chi perderebbe il posto in attacco? In caso contrario, il centrocampista scozzese riuscirà a insidiare la titolarità di Lobotka o Anguissa? Sono domande lecite, ma sono domande che in qualche modo mostrano ed evidenziano una certa opulenza, nel centrocampo del Napoli. Un’opulenza che magari non è numerica, ma che diventa tale se guardiamo alle qualità e alle caratteristiche degli uomini a disposizione di Conte.
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