L’avviso pubblico per altre eventuali manifestazioni d’interesse sull’area scade alle 23.59 di oggi. Poi la Conferenza dei Servizi dovrà esprimersi sul documento di fattibilità già presentato dai club. L’obiettivo è “stipulare l’atto di acquisto entro il 31 luglio 2025”
Trentasette giorni dopo, per Milan e Inter è nuovamente ora di prestare molta attenzione ai lavori in corso – burocratici, s’intende – per il nuovo stadio. Scadrà infatti alle 23.59 di oggi, mercoledì 30 aprile, il bando pubblico lanciato lo scorso 24 marzo dal Comune di Milano per verificare “la raccolta di manifestazioni di interesse relative alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti” allo scopo di verificare “l’esistenza di eventuali proposte migliorative rispetto alla proposta presentata da Inter e Milan lo scorso 11 marzo, per la rigenerazione dell’ambito San Siro, la costruzione di un nuovo stadio, la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto e lo sviluppo di uno scenario di riqualificazione”. Da Palazzo Marino comprensibilmente non filtra nulla e l’esito del bando sarà ufficializzato soltanto da domani in avanti, ma è immaginabile che i due club non si attendano la comparsa di un altro player interessato all’acquisizione dell’area (ci sono state polemiche per la finestra temporale del bando, ritenuta troppo esigua), valutata 197 milioni dall’Agenzia delle Entrate. Nulla comunque è escludibile a priori fino a quando non arriverà l’ufficialità.
valutazioni
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Nel frattempo resta aperta la Conferenza preliminare dei Servizi che, attraverso i vari enti, dipartimenti e aree che la compongono (tra questi ci sono Regione Lombardia, Città metropolitana, Coni e Arpa), entro il 20 maggio dovrà esprimersi sul documento di fattibilità (Docfap) presentato al Comune da Milan e Inter l’11 marzo, così come valutare eventuali nuove manifestazioni di interesse. Al momento parrebbero non emergere criticità insormontabili, e comunque l’obiettivo comune è cercare la strada più veloce possibile per arrivare alla compravendita vera e propria. Il punto cruciale infatti è completare obbligatoriamente l’iter entro l’autunno. Quali sono le prossime tappe? Il via libera della Conferenza dei Servizi al Docfap dei due club e poi, come riportano i documenti pubblicati dal Comune, “la conseguente conferma della dichiarazione di pubblico interesse entro e non oltre il 30 giugno 2025, con la previsione dell’impegno a stipulare l’atto di acquisto entro il 31 luglio 2025”. Anche perché a novembre scatterà il vincolo architettonico sul secondo anello del Meazza (70 anni di età), con tutte le complicazioni del caso. È questa la vera spada di Damocle che detta i tempi a tutto il percorso.
linee guida
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Per quanto riguarda i tratti salienti del nuovo impianto e della nuova area, agli occhi di Milan e Inter è già tutto chiaro da tempo. Ovvero uno stadio da 71.500 posti, 13mila dei quali destinati a hospitality e corporate (ovvero le situazioni più remunerative), da edificare dove oggi si trovano i parcheggi, alle spalle del settore Ovest, inserito in un contesto urbano riqualificato con il 50% delle aree verdi. I lavori potrebbero iniziare nel 2027, dopo l’Olimpiade invernale del 2026 (divieto totale di cantiere fin quando sarà accesa la torcia olimpica), con bandiera a scacchi nel 2030 e operatività piena nel 2031. Si stima che le opere accessorie del nuovo impianto entreranno in funzione tra il 2033 fino al 2035. La demolizione (parziale) di San Siro, con relative bonifiche, inizierà ovviamente una volta completato il nuovo impianto, e durerà tre anni.
le parole di sala
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L’ultima volta che il sindaco Sala era intervenuto pubblicamente sul tema risale a un paio di settimane fa e dalle sue parole è ben chiara la grande urgenza nelle tempistiche: “Se non riusciamo a fare lo stadio, il Milan andrà a San Donato e l’Inter a Rozzano. Il Comune si ritroverà San Siro e questo, per evitare problemi con la Corte dei Conti, lo devi mettere a frutto. A quel punto, altro che i concerti di oggi: se ne faranno a manetta. Per i cittadini del quartiere avere San Siro senza calcio è il peggio che ci possa essere. Il rischio che il Milan vada a San Donato è altissimo. Dal mio punto di vista non è vero che i valori espressi dall’Agenzia dell’Entrate non siano in linea con le regole del Comune, perché queste ultime sono legate a cosa si fa: lì sarà residenziale o no? La risposta è no. Io comunque penso che ce la faremo, sapendo che avremo diverse ostilità e ricorsi. Sia chiaro che se non riusciamo entro ottobre poi è difficile che si faccia”.
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