Samardzic, l’Atalanta ci crede: Djuric può risvegliare il talento serbo

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Il nuovo tecnico ha un feeling particolare coi trequartisti: Lazar è pronto a rilanciarsi

Matteo Brega

Giornalista

Ivan Juric ha sempre dimostrato di avere un feeling particolare con i giocatori che nascono trequartisti. Il suo curriculum dimostra che ha saputo applicarli all’idea di calcio che propone trasformandoli in tuttocampisti. La qualità, nonostante le richieste di intensità e aggressività, non è un elemento da sottovalutare per l’allenatore croato. Ecco perché c’è curiosità per capire come possa sfruttare al meglio il talento di Lazar Samardzic. Il serbo si avvicina a iniziare la seconda stagione con la maglia dell’Atalanta. La prima, lo dicono prima di tutto i numeri, non è stata così entusiasmante. L’Atalanta di Gian Piero Gasperini non prevedeva la figura della mezzala classica, ruolo che Samardzic ha dimostrato di saper interpretare benissimo. Il giocatore si è così impegnato a seguire le indicazioni del Gasp che lo ha sistemato sia come uno dei due trequartisti alle spalle dell’unica punta sia come attaccante un po’ più esterno. Lazar ha patito soprattutto l’aggressività degli avversari che, conoscendolo, sono andati sempre a chiudergli la strada sul sinistro, il vero talento del serbo. Un mix di motivazioni potrebbero averlo limitato, ma ora con l’avvento di Juric potrebbero cambiare le cose. L’Atalanta ha investito 20 milioni per acquistarlo dall’Udinese. 

Interpretazione

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E non tralasciamo che lo avrebbero voluto anche Inter e Milan, vicine in tempi diversi a trovare l’accordo con l’Udinese e il suo entourage. Il club bergamasco crede in lui e nelle sue capacità. Al nuovo allenatore spetterà il compito di rispolverarle. Anche se di base si ripartirà dal 3-4-2-1 molto probabilmente, sarà forse una diversa interpretazione a fornire a Samardzic quello stimolo ulteriore per dimostrare le sue qualità. Negli anni passati Juric ha portato a rendere ad altissimi livelli giocatori nati trequartisti e sviluppati tuttocampisti. Prendiamo l’esempio di Verona dove gente come Antonin Barak e Mattia Zaccagni – con caratteristiche differenti – diventarono giocatori completi che attirarono le attenzioni dei club principali in Italia. E non erano due trequartisti “canonici”, più che altro una mezzala bravissima a inserirsi e un’ala che amava puntare e dribblare. Entrambi sono migliorati con Juric e hanno portato vantaggi al suo gioco. Potrebbe essere quindi l’occasione di Samardzic, il quale avrebbe anche la possibilità di esplorare qualche via personale ancora non battuta. Perché in fin dei conti non si finisce mai di scoprire se stessi… e anche in campo può essere così. Detto questo la Dea ha una batteria di giocatori da utilizzare in quella fascia di campo particolarmente varia. Detto – e scritto – molte volte della duttilità di Mario Pasalic, ci sono altri due profili che possono rilanciarsi con Juric. 

Daniel e Marco

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Uno è Daniel Maldini. I primi sei mesi a Bergamo gli sono serviti per capire a fondo la realtà. La nuova stagione e il nuovo allenatore gli possono permettere di fare il salto di qualità. Lui ha talento, visione di gioco, sensibilità nel calciare. Con Juric può trovare quell’intensità e quella continuità di rendimento all’interno della stessa partita. Ha caratteristiche differenti Brescianini, ma forse parte più avvantaggiato per quella struttura che lo aiuta. Anche lui è una mezzala, ma più di fisico e abituata a vivere gli spazi come un’opportunità per se stesso, per buttarsi e cercare la porta. Un profilo che rispecchia il calcio di Juric, intenso. Brescianini può essere quel tipo di trequartista che possa sdoppiarsi perfettamente nelle due fasi: attento in fase di non possesso, per aggredire gli avversari, e propositivo a buttarsi nello spazio. Insomma, l’Atalanta ha tantissime opzioni quel ruolo determinante del tuttocampista.



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