Il tecnico rossonero apprezza la versatilità del belga, che potrebbe essere l’unico rientro dai prestiti destinato a trattenersi in rossonero
Cambiano gli allenatori, cambiano le esigenze delle rose, cambia il curriculum dei giocatori e, forse, cambia anche la percezione collettiva. Quando, la scorsa estate, Alexis Saelemaekers è stato ceduto in prestito alla Roma, il Milan lo considerava semplicemente un esubero. Un giocatore da piazzare altrove, sebbene lungo l’estate la narrazione sull’esterno belga fosse stata ben diversa. Fonseca si era anche speso in ampi elogi pubblici per lui, ma a fine agosto il club rossonero ha ritenuto prioritario rinforzare l’attacco, prelevando Abraham dalla Roma e impacchettando Alexis verso la capitale. Ora Saelemaekers ha ottime possibilità di essere l’unico rientrante dai vari prestiti in grado di trattenersi a Milanello. Che cosa è cambiato in un anno? Poco, a parte ovviamente dodici mesi di esperienza in più in una piazza importante come la Roma giallorossa. Poco nel senso che il belga era, e resta, un giocatore serio, affidabile, devoto alla causa, particolarmente applicato in ambito tattico e clamorosamente duttile. Ubiquo. Solo che un anno fa – e pure due – era un “di più”, mentre adesso la possibilità di tornare protagonista in rossonero è concreta.
strada impervia
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Il Milan in questi ultimi due anni ha preferito battere le strade della fantasia sugli esterni. Ma, a parte i titolari della cattedra Pulisic e Leao, la strada si è rivelata decisamente impervia. Chukwueze, Okafor, Sottil e (talvolta) Musah, per motivi diversi, non hanno funzionato, accendendosi soltanto a intermittenza. Qualche lampo in mezzo a tante zone d’ombra. Ecco perché Saelemaekers torna di moda. Magari con piedi meno fantasiosi rispetto a Chukwueze o Okafor, ma sicuramente più costante. Anche lui, comunque, in grado di dare del tu al pallone. E pensare che il Milan lo ritrova con sé quasi per caso. Dopo la prima stagione in prestito a Bologna, infatti, era tutto pronto per il riscatto da parte del club emiliano. Fino a quando Thiago Motta non ha ceduto il posto a Italiano e la permanenza praticamente certa si è trasformata in un arrivederci e grazie. Poi, appunto, secondo round a Roma, stavolta in prestito secco. Si è parlato a lungo di una possibile cessione definitiva ai giallorossi – il Milan chiedeva circa 20 milioni -, ipotesi che poi si è man mano raffreddata. Più che positive, peraltro, entrambe le avventure in prestito di Alexis, cosa che non è evidentemente sfuggita ad Allegri.
vecchio ruolo
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Max è decisamente interessato al profilo del belga e, anche se ora come ora non esiste la certezza della permanenza, il tecnico osserverà con grande attenzione Alexis a partire dal 4 luglio, giorno del ritrovo a Milanello. L’idea potrebbe essere quella di impiegarlo a tutti gli effetti come terzino destro, ruolo deficitario dopo la conclusione del prestito di Walker, l’addio di Florenzi e un Emerson Royal che potrebbe fare le valigie e comunque di base non offre grandi garanzie. In pratica per Saelemaekers sarebbe un ritorno alle origini: il Milan lo prelevò dall’Anderlecht a gennaio del 2o20 con l’intenzione di impiegarlo proprio in quel ruolo. Solo successivamente Alexis si è ritagliato uno spazio importante da esterno alto. Occorrerebbe insomma calarsi di nuovo nel vecchio impiego, dopo aver fatto praticamente di tutto: a Bologna esterno alto a destra, a sinistra e, in qualche caso, anche dietro la punta; a Roma quinto a destra, trequartista sinistro nel 3-4-2-1, seconda punta nel 3-5-2; al Milan basso a destra, alto a destra, alto a sinistra, indipendentemente dal 4-2-3-1 o 4-3-3. Il dono dell’ubiquità in fondo fa comodo a qualsiasi allenatore.
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