L’ex ct azzurro, secondo a Usa ’94: “A est c’era un caldo insopportabile. Tutti i giocatori terminarono il Mondiale senza muscoli. Se fossimo stati nel lato occidentale avremmo vinto”
U n mese su e giù per gli Stati Uniti, a giocare a pallone sotto un sole giaguaro che raramente concede attimi di tregua. Oggi come trentuno anni fa. Estate 1994, il Mondiale dell’Italia di Arrigo Sacchi e di Roberto Baggio, il Divin Codino. Un caldo pazzesco, il tasso di umidità era talmente elevato che si faceva fatica a tirare il fiato. “Temperature infernali – ricorda Sacchi – E non c’era pace nemmeno di notte, perché l’afa non calava e bisognava tenere accesi i condizionatori nelle camere. Solo che, se dormi con il condizionatore acceso, i muscoli non ti ringraziano… Insomma, fu davvero un mese infuocato. In tutti i sensi”.