La Juve travolta ora dovrà difendere il quarto posto. La rimonta dell’Inter dimostra il valore del gruppo. E il Napoli sta tornando al meglio
Lezione di calcio. Questa è la definizione corretta per descrivere la vittoria dell’Atalanta in casa della Juve. Un dominio impressionante, quello della squadra di Gasperini. Dietro ci sono anni di lavoro, di fatica, di allenamenti, di corse, di sudore, e queste sono le serate meravigliose in cui si raccoglie il risultato di tanti sforzi. Gasperini si merita un simile successo, perché vincere con un punteggio così largo a Torino non è da tutti: ha saputo costruire un piccolo gioiello, lo ha mostrato prima al pubblico d’Italia e poi a quello d’Europa, molti cercano d’imitarlo e questa è una notevole soddisfazione per un tecnico. Inoltre, cosa tutt’altro che trascurabile, lui è riuscito a mantenere alto il livello nonostante abbia cambiato gli interpreti nel corso dell’avventura.
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Vi ricordate com’era la prima Atalanta che lasciava tutti a bocca aperta? Completamente diversa, a livello di uomini, rispetto a quella attuale. Però Gasperini, che è un autentico maestro, ha avuto la capacità di trasmettere i medesimi principi, tecnici e morali, e così non si notano differenze tra i gruppi che si sono succedono negli anni. Dove prima c’erano Ilicic e il Papu Gomez adesso ci sono Lookman, Retegui e De Ketelaere, e chi può dire che il gioco sia cambiato? Nessuno. Ciò significa che alla base di tutto ci sta lo spartito, la trama. Poi, è chiaro, per fare il film o assemblare la sinfonia, serve l’interpretazione degli atleti, però senza lo “scritto” (come lo chiamo io) non si va da nessuna parte. La vittoria dell’Atalanta, a mio avviso, elimina la Juve dalla corsa scudetto che, a questo punto, si riduce a un triello: Inter, Napoli e, appunto i bergamaschi. La Juve, adesso, dovrà fare attenzione e difendere con i denti il quarto posto: se oggi la Lazio vince contro l’Udinese può superarla. Credo che i bianconeri abbiano intrapreso la strada giusta, anche se può sembrare assurdo dirlo nel giorno in cui subiscono una simile batosta. Ma aver scelto un allenatore come Thiago Motta, che crede in un certo tipo di gioco, penso sia un ottimo inizio. Certo, ci vuole pazienza e ci vuole tempo per arrivare al massimo. Soprattutto, bisogna riuscire ad andare oltre certe delusioni, come questa contro l’Atalanta, per inseguire l’idea giusta.
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L’Inter ha sofferto non poco contro il Monza, e questo francamente non me lo aspettavo. Dopo l’ottima prova in Champions League, però, bisogna sempre mettere in conto il dispendio di energie, fisiche e psicologiche, e un leggero calo può essere naturale. In ogni caso la rimonta dei nerazzurri dimostra uno spirito di reazione non comune: quando vai sotto per 2-0 davanti alla tua gente, anche se stai giocando contro l’ultima in classifica, non è mai semplice rialzarsi e costruire la risalita. La squadra di Simone Inzaghi ha valori tecnici e atletici, ha elementi di notevole esperienza e carisma, e questo l’ho sempre sostenuto, ma ha anche forti doti morali. È per questo motivo che ritengo l’Inter pronta per tentare l’impresa di conquistare lo scudetto, la Champions League e la Coppa Italia. Non sto dicendo che sarà una passeggiata, tutt’altro, però è in corsa e ha le qualità per poter affrontare la sfida. Si tratta di dosare le forze con saggezza e raziocinio, perché non si può, anche se si dovrebbe, andare sempre a mille all’ora. Dell’Inter mi impressionano la personalità, l’esperienza, la solidità di tutti i reparti e la capacità di costruire una manovra in velocità e sfruttando tutta l’ampiezza del campo. Partono a destra e finiscono a sinistra, i nerazzurri, con una facilità incredibile: si vede che dietro c’è un lavoro certosino, meticoloso. E qui i complimenti vanno fatti a Simone Inzaghi.
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A un punto dall’Inter si è accomodato il Napoli che, piano piano, sta uscendo dal periodo delicato che ne ha contraddistinto il cammino più recente. Contro la Fiorentina, anche se ha rischiato qualcosina, ha meritato il successo. Sono sicuro che Conte, adesso, martellerà i suoi ragazzi e chiederà loro uno sforzo supplementare per arrivare al titolo. Antonio lo conosco bene: è riuscito in pochissimo tempo a trasmettere la sua energia e le sue conoscenze a tutto il gruppo, e già questa è un’impresa. Un allenatore, quando vede che i giocatori lo seguono e applicano alla lettera quello che lui desidera, è la persona più felice del mondo. Ora il Napoli, che ha una tifoseria straordinaria e tutto l’ambiente spinge nella medesima direzione, deve cercare di ritrovare quella freschezza di manovra e di paleggio che aveva all’inizio della stagione. So che non si tratta di una cosa facile, anche perché molte energie non ci sono più e la stanchezza si fa sentire man mano che si avvicina il termine della stagione, ma questo aspetto potrebbe risultare determinante nella volata per lo scudetto.
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