L’esterno brasiliano: “Qui hanno giocato Cafu e Maicon, mi ispiro a loro e spero un giorno qualcuno farà altrettanto con me. Paulo è un idolo: non potevo crederci quando ho visto il suo messaggio. Ho scelto il numero 43 perché mi ha portato fortuna”
Sorriso grande come una casa, tatuaggi ben in vista e una gran voglia di ripagare la voglia di Gasperini che lo corteggia da oltre un anno. Questa mattina si è presentato Wesley França, l’esterno brasiliano costato quasi 30 milioni (è il giocatore extra UE più pagato della storia giallorossa) che si metterà subito a disposizione del tecnico. Una storia particolare quella di Wesley che ha iniziato tardi a giocare calcio e voleva smettere quasi subito. “I primi calci veri li ho dati nel 2017, quando ho iniziato a provarci seriamente nelle giovanili – confessa il brasiliano -. In quel periodo ho iniziato a fare provini e non li ho superati per 4-5 volte, al Figueirense e al Tubarão. Alla fine ho superato il provino con il Figueirense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista finanziario. Per cui venni informato che, se avessi trovato un’opzione migliore, avrei dovuto avvisare il club, che mi avrebbe lasciato libero”.
IL COVID E LA VOGLIA DI SMETTERE
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Cosa è successo dopo? “Appena inizia a giocare ne Tubarão arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere di giocare e di cominciare a lavorare. Mi sembrava un segno del destino, non dovevo giocare a calcio. Così iniziai a lavorare con mia mamma e con mia sorella, in un ristorante dove mia mamma era chef. Là lavoravo come parcheggiatore e ormai ci credevo poco al calcio. Avevo appena iniziato e tutto era andato storto per il Covid”. A fargli cambiare idea fu proprio la sorella: “Continuava a mandarmi messaggi, su Instagram. Erano dei testi motivazionali, voleva spingermi a riprendere con il calcio. Così alla fine del 2020 decisi di tornare a giocare dopo un anno di stop, in cui non mi ero mai allenato. Il Tubarão mi contattò chiedendomi se fossi disposto a giocare 5 partite con loro. Io accettai, visto che non stavo facendo nulla. Ma giocavo poco”. Da quel poco però nacque l’idea geniale. “Registrai un video e il mio procuratore lo mandò a tutti i suoi amici – ha continuato Wesley .- Da quel momento cominciarono a contattarmi per fare provini, poi arrivò la chiamata del Flamengo, sempre nel 2021 e lì cambiò tutto”. Quel tutto lo ha portato a diventare titolare in prima squadra, poi nazionale brasiliano e infine oggetto del desiderio di molti club.
LA ROMA DI GASP
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L’ha spuntata la Roma. “È stato molto difficile lasciare il Brasile, ma venire in Europa è sempre stato un mio sogno – ammette il 21enne -. Ora sono in un grande club come la Roma, sono felicissimo e sento la responsabilità. Lo sto facendo per la mia famiglia, sono davvero contento di essere qui e sceglierei ancora di lasciare il Brasile per venire qui. Ringrazio Dio per questa grande opportunità”. A volerlo con forza è stato Gasperini che già era stato ad un passo da allenarlo un anno fa all’Atalanta. “Gasperini è un allenatore eccellente, non vedo l’ora di conoscerlo e di parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare – ha detto Wesley. Sono un calciatore molto offensivo, devo lavorare molto e devo ancora crescere sotto molti aspetti. Mi piace giocare largo. Vorrei vincere l’Europa League e portare la Roma in Champions. È un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon è fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me”. Una battuta anche sui tifosi: “In Brasile si usa molto il termine “pazzi appassionati”, la tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo. I tifosi hanno una grandissima passione e l’ho visto in aeroporto, alle 6 e 10 di domenica mattina. C’era così tanta gente “.
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DYBALA
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In questi giorni Wesley ha ricevuto anche messaggi da un compagno speciale. “Dybala mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa – ha confidato il brasiliano -. Quando l’ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: ‘Dybala mi ha mandato un messaggio!’. Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno”. Infine sulla scelta della maglia 43: “Il 43 è il numero che indossava un grande giocatore come Dejan Petković, ma quando arrivi in prima squadra dalle giovanili non scegli il numero, è il Flamengo che estrae a sorte e te ne assegna uno. Il mio primo numero è stato il 46, ma l’anno successivo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43 ho iniziato a crescere costantemente, per cui ho continuato a usarlo e ce l’ho persino tatuato sul collo e sulla gamba”.
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