Roma su Eguinaldo dello Shakhtar: dalla favela alla Serie A

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Dopo il no del City per Echeverri, salgono le quotazioni dell’attaccante dello Shakhtar. Da piccolo lavorava nei campi di miglio, rapidità e tecnica i suoi punti di forza

Francesco Balzani

Collaboratore

Si chiama Eguinaldo de Sousa Lemos, anzi più semplicemente Eguinaldo. In Italia lo conoscono in pochi anche perché se hai 20 anni e giochi in Ucraina è dura farsi notare. Ma gli addetti ai lavori sanno bene chi è questo ragazzo brasiliano tanto che dopo il tentativo del Bologna con Sartori ora è la Roma con Massara a farsi sotto. È lui, infatti, il nuovo obiettivo per rinforzare il parco attaccanti a disposizione di Gian Piero Gasperini, dopo il ‘no’ del Manchester City per il trasferimento di Echeverri. Oltre a Fabio Silva e Nene Dorgeles, la Roma si sta avvicinando al classe 2004 di proprietà dello Shakhtar Donetsk dove gioca anche Kevin (altro brasiliano) per il quale però la richiesta è di 40 milioni. Eguinaldo ne costa circa 15 e ha una storia che sembra già da film anche se con molti risvolti drammatici. 

COLTIVATORE DI MIGLIO

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Nato e cresciuto in una zona rurale e povera del Brasile, a Moncao, Eguinaldo fin da quando aveva 7-8 anni lavorava la terra con i suoi genitori che coltivavano principalmente miglio. “Li aiutavo diserbando, raccogliendo, era una bella fatica”, ha raccontato tre anni fa, quando ancora giocava in patria. E mentre coltivava, il brasiliano sognava di diventare calciatore e ammirava idoli come Neymar e Ronaldinho. Nel week end Eguinaldo scendeva sui campi, ma quelli da calcio. A volte per 100 reais (poco meno di 16 euro), altre volte per un paio di scarpe da calcio. Spesso solo per divertimento. Ma quel talento di sgusciare via col pallone attaccato ai piedi a tutta velocità non passava inosservato nemmeno nei campi di terra di Moncao, cittadina con 19 mila anime dove Eguinaldo veste la maglia del piccolo Artsul. Così nel gennaio 2022 arrivano tre chiamate: Botafogo, Flamengo e Vasco da Gama. La scelta ricade sulla terza. Un sogno. 

TRE DRAMMI IN UN ANNO

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Un mese dopo però il sogno diventa incubo. A febbraio, infatti, il papà di Eguinaldo muore per infarto. Un colpo durissimo per l’allora 17enne che in quel momento si trovava a São Luís, dove avrebbe dovuto imbarcarsi il giorno dopo su un volo per Rio de Janeiro proprio per iniziare la carriera al Vasco. “Domenica sera mia zia mi ha chiamato piangendo e allora il mio mondo è crollato – ha spiegato -. Ho pensato di mollare tutto: non volevo più tornare, tutto non aveva più senso per me. Non volevo più giocare. Sono tornato per il funerale di mio padre, ho trascorso una settimana lì con la mia famiglia, riflettendoci. E ho deciso di tornare a Rio. Da allora, la mia famiglia mi ha sostenuto nel continuare. E così hanno fatto i miei amici”, ha raccontato. Otto mesi dopo la morte del padre altre due batoste: la morte della mamma adottiva e del nonno a cui era molto legato. Una sofferenza che ne ha ovviamente condizionato l’inizio di carriera. Ma Eguinaldo è stato più forte di tutto. 

RECORD DI VELOCITÀ

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Nell’ottobre di quel maledetto 2022, dopo essere entrato nel giro della Nazionale Under 20, l’ala è balzata alle cronache per un record stupefacente. Nel primo tempo della sfida contro il Novorizontino, vinta dal Vasco da Gama, l’allora 18enne ha toccato i 37,5 km/h in contropiede, fermato solamente da un fallo da parte degli avversari. Nel turno precedente, contro l’Operário, Eguinaldo aveva già raggiunto una velocità significativa, toccando i 36,8 km/h. Nessuno aveva mai fatto meglio. Il 21 luglio 2023, a neanche 19 anni (li avrebbe compiuti qualche settimana dopo, il 9 agosto), Eguinaldo è diventato papà di Joao Lucas, il suo ‘principe’ come ama chiamarlo sui social. Appena dieci giorni dopo, il 31 luglio, il neo-papà ha compiuto il grande salto in Europa, legandosi allo Shakhtar Donetsk con un contratto quinquennale fino al 2028. Nei due anni in Ucraina, considerando anche l’inizio di questa stagione, Eguinaldo in tutte le competizioni ha collezionato un totale di 61 presenze, condite da 11 gol e 11 assist, ricoprendo gran parte delle volte il ruolo di punta centrale o ala sinistra grazie al fisico esile: 1,75 di altezza per 75 chilogrammi. ”È davvero forte, ha una tecnica eccellente, attacca bene gli spazi e ha una finalizzazione impressionante per la sua età”: così lo ha descritto qualche anno fa Rogério Pina, suo allenatore all’Artsul nel 2020. E a quanto pare più forte della vita, che spesso sa essere crudele.



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