Roma, Soulé: “A gennaio stavo per andarmene. Spalletti mi voleva in Nazionale”

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Dal possibile addio ai giallorossi al sogno di giocare con l’Argentina: “Ranieri mi ha convinto a restare. Adesso sono in attesa della chiamata di Scaloni”, ha spiegato l’attaccante.

Francesco Balzani

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“Italia? No, grazie. E a gennaio volevo andarmene da Roma”. Matias Soulé prepara l’anno della consacrazione dopo l’ottimo finale di stagione sotto la gestione Ranieri che l’ha visto spesso decisivo. Oggi l’attaccante sta passando le vacanze insieme alla famiglia in Argentina senza rinunciare agli allenamenti quotidiani. E in un’intervista rilasciata al canale YouTube Los Edul di Gaston l’ex juventino ha raccontato anche di difficoltà di ambientamento e di un gran rifiuto alla maglia azzurra.

IL NO A SPALLETTI

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“Mi voleva Spalletti, ma non potevo tradire l’Argentina – ha rivelato l’attaccante -All’epoca giocavo al Frosinone e il mio allenatore (Di Francesco, ndc) conosceva bene l’ex Ct. Ero rimasto a dormire a casa di Dybala a Roma, quando mi arrivò un messaggio dal mister. ‘Mati, tutto bene? Ti chiamerà Spalletti per convocarti’. E in effetti mi chiamò, mi fece i complimenti perché stavo andando molto bene e disse che mi avrebbe voluto in Nazionale perché sapeva che avevo il passaporto italiano. Venne anche al nostro centro sportivo per incontrarmi, a Frosinone, per dirmi che mi voleva e che dovevo prendere una decisione, di lì a poco ci sarebbe stato l’Europeo. Ci avevo già parlato prima, poi quando venne in persona, e non me lo aspettavo, gli dissi che avrei aspettato l’Argentina. Accettare sarebbe stata la scelta più facile, ma gli dissi che la mia proprietà era l’Argentina e che avrei aspettato. Lui fu comprensivo. Ora sono in attesa della chiamata dell’Argentina. So che c’è tanta concorrenza, ma continuo a lavorare. È il sogno di ogni bambino, non smetterò di sperarci”.

RANIERI DECISIVO

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Intanto spera di convincere anche Gasperini nella Roma. “So che sono giovane, ma ovviamente tutti vogliono giocare – ha ammesso Soulé – Quando sono arrivato non stavo giocando molto e volevo andare via. Non ero felice. Poi è arrivato Ranieri e tutto è cambiato. Mi ha detto di rimanere che avrei avuto le mie chance ed è andata proprio così. Roma è bellissima. C’è molta storia. Calcisticamente siamo partiti male, ma poi ci siamo risollevati. L’arrivo di Ranieri ci ha tranquillizzato, abbiamo conquistato abbastanza punti e ci siamo rialzati ora sono ansioso di conoscere Gasperini”. Che di sicuro avrà ammirato le perle nel girone di ritorno di Soulè, su tutte il gol nel derby. “Un gol in quella sfida ti cambia la vita. C’era anche la mia famiglia, che era venuta. Ho seguito l’esempio di Dybala. C’è un video prima della partita in cui si vede che Paulo fa con la mano il segno della traiettoria. Durante la partita Dybala sembrava un allenatore, ci siamo fatti un sacco di risate per questo con il gruppo”.

CR7 E LA JUVE

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Un’amicizia quella con la Joya che risale agli anni juventini. “Che emozione trovarmi in quella squadra. C’era anche Cristiano Ronaldo. Avevo 17 anni. Dybala non mi conosceva ma sapeva che fossi un ragazzo argentino: ci siamo fatti una foto e dopo l’ho invitato a casa mia quando mio papà era venuto a fare un asado. Non ero ancora in prima squadra e mi ricordo di aver detto ‘Viene Dybala a casa mia’. Ora invece siamo più amici e siamo in confidenza. Dybala è un genio che non ti immagini. Poi mi allenavo con Ronaldo, ma non ero in spogliatoio con lui. Ho fatto un mese con lui, una volta stavo mangiando da solo e con un amico uruguayano e Ronaldo si è seduto vicino a noi. Era la prima volta che parlavo con lui, visto che parla uno spagnolo perfetto, e siamo rimasti lì un’ora: raccontava di tutto e non ci credevo, della vita a Madrid e ovviamente io gli facevo domande. Ero nervoso, ma gli chiedevo di tutto. Non giocavo tanto nella Juve e ho optato per andare via, avevo bisogno di giocare: siamo retrocessi (col Frosinone, ndr) all’ultima giornata, avevamo bisogno di un pareggio ma abbiamo perso. Comunque mi ha aiutato a crescere. Ero minorenne e sono venuto con la mia famiglia, senza pensarci due volte: è stato tutto molto veloce”.



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