Ospiti avanti con Samu al 27′, poi tra il 35′ e il 39′ le due perle della Joya Di Pisilli il 3° gol nel finale, nel recupero autogol di Rensch: finisce 3-2
Con merito, ma anche con un pizzico di paura. Nonostante una partita dominata a lungo, ma finita 3-2 per la strana tendenza della Roma a farsi del male da sola. Prima con il gol regalato ad Omorodion con l’errore di Svilar, poi con l’omaggio di Ndicka sempre al centravanti spagnolo (palo) e infine con la goffa autorete di Rensch, a giochi chiusi. E allora i giallorossi devono ringraziare soprattutto uno strepitoso Dybala, che da solo ha rovesciato il Porto e lo ha rispedito a casa, segnando una doppietta e ricamando calcio un po’ ovunque. A chiudere i conti per i giallorossi la rete di Pisilli, prima del 3-2 quasi nel tunnel degli spogliatoi. Per Ranieri partita sontuosa anche di Angelino e Koné, bravi nell’applicazione e nel sacrificio Shomurodov e Celik, gigante in difesa ancora una volta Mancini, che da centrale dei tre sembra aver trovato uno smalto nuovo, soprattutto in marcatura.
che joya
—
Ranieri davanti deve rinunciare in extremis a Dovbyk (problema all’adduttore) e si affida a Shomurodov, con Hummels in difesa ancora in panchina. Anselmi conferma invece l’undici dell’andata, con due novità: Pepé per Borges e Vieira per Mora. Il ritmo però non è altissimo, situazione che piace più al Porto che alla Roma. I giallorossi provano a far male con una serie di palloni alti (Pellegrini e due volte Shomurodov), ma senza mai essere davvero pericolosi. Ranieri cerca l’ampiezza con Angelino a sinistra ed El Shaarawy a destra, ma i portoghesi restano sempre compatti. E, anzi, approfittano di un errore di Svilar in impostazione per passare con Omorodion, che segna in rovesciata al termine di un batti e ribatti. Nel momento peggiore, arriva però la scintilla. E ad accenderla è l’uomo delle magie, Paulo Dybala, che in quattro minuti si inventa due gol magistrali. Prima con uno scavetto dopo essere andato via a tre avversari, poi con un sinistro a fil di palo che non lascia scampo a Diogo Costa. Sul 2-1 il Porto è in ginocchio e poco dopo rischia anche il colpo del ko: proprio Diogo Costa è perfetto sul colpo di testa di Mancini e Otavio poi salva due volte sulla linea sulle ribattute di Ndicka.

gol e brividi
—
A inizio ripesa succede un po’ di tutto. Eustaquio prende il rosso dopo 5’ di gioco per un colpo a Paredes, poi Shomurodov prima si divora il 3-1 da solo davanti alla porta, poi lo realizza su altra invenzione di Dybala, ma l’uzbeko è in fuorigioco. In mezzo anche una bella conclusione di Angelino, di poco al lato. Insomma, con un uomo in più la Roma domina in largo e lungo, anche perché il Porto non riesce più a trovare equilibrio e misure in campo. Insomma, per i giallorossi fioccano le occasioni, ancora con Dybala e Koné, ma anche i rischi. Già, perché per una strana propensione al suicidio, la Roma rischia di regalare un altro gol ad Omorodion, con un erroraccio di Ndicka da ultimo uomo e il palo dell’attaccante spagnolo. Il tutto in una situazione di dominio totale, sbagliando però – come spesso accade – le marcature preventive. Poi, al 37’, finalmente la Roma la chiude: Dybala apre, Angelino mette dentro il centesimo pallone della sua partita e Pisilli segna in spaccata. Sul 3-1 e con un uomo in più, i giochi sono finiti. Anche se, con la stessa tendenza di prima, la Roma riesce a regalare anche il 3-2 al Porto al 5’ di recupero, con un goffo autogol di Rensch. Adesso gli ottavi, dove i giallorossi troveranno una tra Lazio e Athletic Bilbao.
© RIPRODUZIONE RISERVATA