Roma, El Aynaoui: “Ho mollato il tennis per Iniesta, qui per Gasp”

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Il centrocampista ha firmato con i giallorossi fino al 2030: “Qui per Gasperini, mi piace la sua mentalità”. E il padre, ex tennista: “Roma è la città giusta, quando giocavo al Foro italico vedevo fiumi di gente andare all’Olimpico”

Francesco Balzani

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Si presenta col sorriso, lo stesso che ha sfoggiato all’arrivo a Fiumicino due giorni fa. Neil El Aynaoui oggi ha parlato per la prima volta da giocatore della Roma dopo l’ufficialità arrivata ieri sera che lega il franco-marocchino al club giallorosso fino al 2030. “Che bella accoglienza, non me l’aspettavo. Sono qui per dare una mano a riportare la Roma dove merita. Ringrazio la dirigenza per come ha gestito la trattativa e non vedo l’ora di lavorare con Gasperini. L’ho seguito molto quando era all’Atalanta, mi piace la sua mentalità”, ha esordito ai canali ufficiali del club El Aynaoui. Che ha spiegato anche il motivo della maglia numero 8: “Da piccolo vivevo a Barcellona e tifavo per i catalani, ho sempre amato Iniesta”. 

TENNIS E CALCIO

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E in Spagna Neil ci era finito per “colpa” di papà Younes. Perché proprio Barcellona era la base di allenamento del famoso ex tennista, una delle icone del Marocco dei primi anni duemila. Cinque titoli vinti, il 14° posto nel ranking ATP e quell’infinita sfida (5 ore e mezza conclusa 21-19 al quinto set) ad Andy Roddick nei quarti degli Australian Open. “Ma papà non mi ha mai imposto nulla. Ho giocato a tennis, poi ha visto che pensavo solo al calcio. Ero tutto il giorno col pallone tra i piedi e mi ha lasciato libero di scegliere così come ha fatto con i miei fratelli. Però qualche volta giochiamo ancora a tennis insieme”, sorride Neil che è nato a Nancy ma a due anni, per facilitare gli allenamenti e gli spostamenti del padre, si trasferisce a Gavà, alla periferia di Barcellona. Ed è qui che il piccolo El Aynaoui dimostra di appassionarsi presto più al pallone che alla pallina anche grazie al Barcellona di Messi ed Iniesta. 

I CONSIGLI DI PAPÀ

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Papà Younes e mamma Anne-Sophie vivono ancora in Spagna. Ma Roma la conoscono bene. L’ex tennista, che parla 7 lingue, in un’intervista a La Stampa, ha ribadito come la scelta per il calcio sia stata più che naturale. “Fin da piccolo Neil si è innamorato del calcio, vivevamo in una città che vive di calcio. Guardava i video delle partite mentre i suoi amici guardavano i film, si informava. Sa anche giocare molto bene a tennis, ma il calcio è la sua passione. Anche in casa, non fa che giocare con il pallone”. Nonostante la diversità nei due sport, Younes ha più di un consiglio da dare al figlio: “In primis su cosa mangiare, su cosa fare per diventare un grande atleta. Ma soprattutto gli ho detto che il suo obiettivo deve essere vincere il Pallone d’oro. Se poi non succederà, non c’è problema. Ma per essere in pace con se stessi bisogna sempre cercare di dare il meglio”. Di certo Roma è la città giusta. “Quando giocavo al Foro Italico vedevo le folle che andavano all’Olimpico – spiega l’ex tennista -. Fra l’altro mia madre è francese ma di cognome fa De Gubliermi: mio nonno è emigrato negli anni ’50 da un paesino vicino a Vicenza e parlava solo italiano. Roma è la città giusta per lui, è una città fantastica e poi si mangia bene quindi lo verrò a vedere spesso”. 

CENTROCAMPISTA MODERNO

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Una città che El Aynaoui junior non aveva mai visto. “Non sono mai stato in Italia – ammette Neil-. Mi avevano detto prima di partire che Roma era una città favolosa e non è una bugia: oltre a essere un club incredibile, questo è un posto meraviglioso. Avevano perfettamente ragione riguardo alla mia destinazione”. Ora bisognerà vedere se Massara avrà ragione sulle qualità dell’ex Lens pagato 25 milioni. “Mi descriverei come un centrocampista moderno, dotato di buona resistenza e in grado di giocare in entrambe le metà campo. Sono sempre disposto a dare il massimo e percorro molte distanze con generosità e sacrificio. Prima di giocare a centrocampo giocavo più avanti, quindi ho sempre avuto occhio per il gol. Esistono dei sistemi che mi permettono di entrare nell’area, cosa che, come ho detto prima, mi piace e in cui sono bravo”, ha concluso El Aynaoui.



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