Roma, Dybala e il patto con Mou: la Joya svela il retroscena in un’intervista – Corriere dello Sport
September 11, 2023 | by allcalcio.it
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Per via della squalifica non potrà essere presente all’esordio in campionato, ma Paulo Dybla è carico per la nuova stagione con la Roma. L’argentino, in attesa di tornare sul campo per aiutare la squadra di Mourinho, ha concesso una lunga intervista ad As, svelando alcuni retroscena.
“Sono molto felice – le prime parole di Dybala al quotidiano spagnolo -. Erano anni che non vivevo un precampionato dall’inizio. Sarà positivo per me. Ho molta fiducia in me stesso, nel contributo che posso dare. Se i compagni di squadra si affidano a me, è una bellissima responsabilità. A volte sembra che non abbiamo un gioco molto appariscente, ma è sempre molto efficace e questo fa risaltare i risultati individuali dei giocatori. Quest’anno cercheremo di migliorare in tutte le competizioni. Vogliamo dare un titolo alla nostra gente, che se lo merita. Con i rinforzi che sono arrivati e quelli che potrebbero arrivare, abbiamo una rosa molto buona. Cercheremo di essere più aggressivi, più profondi, con un gioco che ci dia più opportunità”.
Dybala ha poi parlato della rivoluzione di mercato dell’Arabia: “Il calcio è uno sport globale, viene seguito in tutto il mondo e loro hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di vedere i grandi nomi da vicino. Poi sta a ciascuno prendere una decisione”. La Joya, nonostante le offerte, ha deciso di restare alla Roma, anche in virtù di un patto con Mourinho: “Sono rimasto perché mi trovo bene qui. Mi hanno trattato in un modo unico. Durante le vacanze ho continuato a parlare con Mourinho ed entrambi volevamo dare qualcosa in più. Siamo arrivati vicini a raggiungere un obiettivo importante e ci siamo lasciati con un sapore agrodolce. Mi sono sentito molto a mio agio sotto tutti i punti di vista. Inoltre, a fine stagione abbiamo una competizione molto importante con la Nazionale, fare bene qui mi aiuterà ad essere presente per vincere il trofeo che mi manca con l’Argentina”. Sempre su Mourinho, che lo ha definito un ‘ragazzo d’oro’: “Sentir dire queste parole da un allenatore che ha lavorato con grandissimi campioni è un piacere enorme. Dico sempre che è il gruppo che mi fa stare bene e mi permette di dare il meglio. Sono grato a lui, al suo staff e ai miei compagni di squadra”.
Dybala è poi tornato a parlare della scorsa stagione, con la sconfitta in finale di Europa League: “È stato molto triste. Sono arrivato alla finale in extremis a causa di una botta, sono riuscito ad esserci, a dare una mano alla squadra, e purtroppo non è bastato. Penso che la meritavamo, ma anche il Siviglia ha vissuto un percorso molto difficile per giungere in finale. I rigori hanno decretato la loro vittoria e bisogna far loro i complimenti. Per noi è stato un grande dolore”. La Roma si prepara alla nuova stagione con nuovi rinforzi, ma tra questi è sfumato l’obiettivo Morata: “E io lo chiamavo ogni volta (ride). Siamo molto amici, è quasi uno di famiglia, lo conosco da tanto tempo. Ovviamente non è un’opzione praticabile, ma mi sarebbe piaciuto tanto averlo qui a Roma con noi”. È arrivato però un suo altro amico, Paredes: “Quando ho saputo che poteva venire l’ho chiamato ogni giorno, chiedendogli notizie e se potevo aiutarlo in qualche modo. Ero molto contento, so che la città e il club gli piacciono molto. La qualità che ha ci aiuterà”.
L’argentino è poi tornato sul suo arrivo alla Roma, con la storica presentazione: “Non ne sapevo nulla. Dopo la conferenza, il direttore Tiago mi ha detto che ci sarebbe stata una presentazione, ma io credevo si trattasse solo di una foto e qualche video. Non avrei mai immaginato tutto quello che è successo. Stavamo andando verso il centro, siamo passati davanti al Colosseo Quadrato e ho iniziato a vedere gente con le bandiere. È stato un momento davvero folle. A volte giochi davanti a 70.000 persone e sei tranquillo, lì ero nervoso. Tutta quella gente era lì per me, non avevo mai giocato per loro e venivo da una rivale. Una volta uscito, ho cercato di godermela e di vivere il momento. Ero reduce da un periodo difficile e mi diedero una grande gioia. Cambiare dalla Juve non è stato facile ed è stato inatteso. Qualche mese prima avevo scoperto che non sarei stato preso in considerazione dal club, ma fino a pochi giorni precedenti la realtà era diversa. È stato un colpo durissimo, ero lì da tanto tempo ed era come se fosse casa mia. Conoscevo tutti, lo stadio, i tifosi, ero il secondo capitano. La mia idea era di restare, ma il calcio è così”. Poi sui numerosi complimenti di Totti: “L’ho visto prima di arrivare, alla partita di beneficenza di Eto’o a Milano. Non abbiamo parlato molto, perché c’erano le telecamere, ma gli sono molto grato per le parole che ha speso per me. Qui è un dio, è una leggenda per i tifosi e ha tutta la mia ammirazione”.
In carriera Dybala ha giocato sia con Cristiano Ronaldo sia con Messi: “Stando accanto a loro, si impara. Se sei intelligente, solo osservandoli ti rendi conto di molte cose su come lavorano, come si curano, su ogni dettaglio. Devi cercare di assorbire, poi è difficile fare quello che fanno loro, perché nessun altro ci è riuscito. Io sono un privilegiato: ho giocato e vinto con entrambi.cCon Cristiano ho vissuto tre stagioni in cui abbiamo vinto molto e avevamo una grande squadra. Con Leo ho condiviso lo spogliatoio per molti anni e gli ultimi sono stati incredibili. Dopo aver lottato così tanto se l’è meritato, e alla fine si è imposto come il migliore. Io campione del mondo? Più passa il tempo e più me ne rendo conto. L’adrenalina dei festeggiamenti non ti dà il tempo di pensare. Ora vai a piedi e incontri argentini che ti ringraziano in un modo unico. La situazione nel nostro Paese non è facile, aver dato una gioia così grande alla gente è un premio”. Infine sulla sua maturità calcistica: “Sono in un momento ideale, in termini di maturità e di forma fisica. Dopo aver raggiunto tanti traguardi, vedo le competizioni in modo diverso e sento di poter aiutare i miei compagni di squadra. Il mio primo obiettivo è essere sempre al 100%, il secondo è vincere. Quando si vince, lo si vuole sempre di più. Oggi nello spogliatoio abbiamo giocatori e un allenatore con tanti trofei, quindi si crea una mentalità vincente che, nei dettagli, può essere decisiva. Futuro in Argentina? Spero di poter tornare un giorno. Oggi sono felice in Italia, dove mi sento a casa. Il Paese mi tratta bene e anche i tifosi, di qualsiasi squadra siano. Non ho mai avuto problemi con i sostenitori di altri club, questo ti fa sentire di esserti guadagnato il rispetto della gente in campo. Ed è molto bello”.
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