Renato Veiga, obiettivo conferma alla Juve: come Giuntoli tratterà con il Chelsea

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Trattare con i londinesi sarà tutt’altro che semplice ma l’impatto del portoghese non ha lasciato indifferente il club

Le contingenze, come i tanti infortuni nel reparto, contano ben poco. Renato Veiga piace molto alla Juventus, alla società come ai tifosi che hanno già imparato a conoscerlo in queste prime nove partite con la maglia bianconera. Il problema è che il portoghese ha soltanto altre sei gare da disputare con la Signora, compresa la trasferta di oggi a Parma. Il suo prestito secco, infatti, non gli permette di prendere parte al Mondiale per Club che partirà a metà giugno e si concluderà con la finale del 13 luglio. O meglio: senza ulteriori accordi il 21enne potrebbe presentarsi negli Stati Uniti d’America indossando la maglia del club che ne detiene il cartellino, il Chelsea. Sebbene la priorità a Torino sia la qualificazione alla prossima Champions League, il direttore tecnico Cristiano Giuntoli sta già pensando di riprendere i contatti con i Blues per trattenere Veiga a lungo termine. È una strada tutt’altro che semplice, visto l’investimento della scorsa estate da 14 milioni di euro per prelevarlo dal Basilea e le ottime risposte date in un campionato complesso come la Serie A: il valore del centrale difensivo è già aumentato e trattare con i londinesi sarà tutt’altro che semplice, per una crescita che ha attirato anche altre realtà europee. 

La sfida

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Veiga è arrivato a fine gennaio per 3,8 milioni di euro (ingaggio incluso) per tamponare l’emergenza difensiva della Signora e non ha dovuto aspettare per esordire: il 2 febbraio era già titolare in Juventus-Empoli. Se si considera che Thiago Motta e Igor Tudor – complessivamente – lo hanno sempre schierato dal primo minuto quando lo hanno avuto a disposizione, con una sola eccezione, l’impressione è che l’adattamento sia stato semplice. In realtà, è Renato che lo ha fatto sembrare tale. A soli 21 anni Veiga si è trasferito in un Paese di cui non parlava la lingua, in un club che non aveva tempo di aspettarlo e per di più in un campionato dove l’interpretazione della fase di non possesso è ben più esigente rispetto alla media europea. Veiga ha affrontato di pancia la sfida e ha sfoggiato un ammirabile spirito di adattamento: ha messo sul tavolo un’innata personalità da leader (era capitano dello Sporting B), ha iniziato subito a respirare il nuovo calcio e ha metabolizzato anche il cambio di allenatore. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ovvero: ha dimostrato di valere la Juventus.

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