Convincente all’Olimpico grazie al cambio di modulo: Conte ha un’arma nuova. E Jack può rilanciarsi pure per la Nazionale
Come un nuovo acquisto. E nel vero senso della parola. Perché arrivato a febbraio, dopo il mercato di riparazione. E perché il suo inserimento ha portato il Napoli e Antonio Conte a rivoluzionare il sistema di gioco e a rivedere vecchi meccanismi. Quegli stessi che avevano permesso al gruppo azzurro di scalare la classifica, di riportarsi lì davanti a tutti. E di candidarsi seriamente a un ruolo da protagonista nella lunga corsa scudetto. Bentornato Jack, verrebbe anche da dire. Perché sì, Giacomo Raspadori è a Napoli da tre anni ma mai come questa volta sembra davvero arrivato il suo momento. Atteso, desiderato, forse anche sognato visto lo scarsissimo minutaggio con cui era stato impiegato nei primi cinque mesi di questa stagione. All’Olimpico, Raspadori è tornato titolare: l’ultima volta in campionato risaliva alla seconda giornata, 25 agosto, contro il Bologna al Maradona. Da lì in avanti, poche apparizioni, pochissimi minuti. Ma un gol pesantissimo contro il Venezia. Una rete da tre punti, arrivata negli ultimi assalti di una partita che sembrava stregata. Proprio come due stagioni fa accadde contro lo Spezia, ma sotto l’altra curva azzurra. Corsi e ricorsi, splendidi deja-vu per Jack e Napoli. E una nuova vita sportiva che potrebbe essere ricominciata sabato pomeriggio a Roma.
Da Osimhen a Neres
—
E fa nulla se anche questa volta è stata decisiva “un’emergenza”, ciò che conta è che Jack abbia risposto presente nel momento del bisogno. Come al primo anno, con Spalletti al timone. L’infortunio di Osimhen in Champions gli aprì la strada per una maglia da titolare da falso nove. Alla Aguero, suo idolo di sempre. Un ruolo che Raspadori ama ma che non sempre riesce a esaltare le sue qualità e le sue caratteristiche. In quel Napoli, però, tutto girava alla perfezione e Jack era il terminale giusto per legare il gioco e per esaltare il continuo palleggio nello stretto e palla a terra: quattro reti e due assist nelle cinque presenze della fase a gironi, di cui soltanto tre dal primo minuto. Ma i difensori e i tifosi dell’Ajax ricordano ancora il giorno in cui Raspa-gol debuttava titolare in Champions all’Amsterdam Arena. Stavolta la sfortuna ha colpito David Neres: lesione distrattiva del semimembranoso della coscia sinistra, dai 30 ai 40 giorni di stop. Un’eternità, per una squadra a caccia di un sogno.
Trasforma il tuo talento in una carriera professionistica: scarica l’app e iscriviti a Like a Pro, il talent calcistico di Gazzetta e One of Us.
Nuova vita
—
Spesso nelle grandi difficoltà si pescano le soluzioni vincenti. E navigare in acque agitate è sempre stata una specialità di Conte. Che dall’armadio ha ritirato fuori il suo caro 3-5-2, rimettendo Raspadori al centro del villaggio. Lì davanti, come faceva a Sassuolo accanto a Scamacca. Libero di girare attorno a Lukaku, per cercare il fraseggio nello stretto e liberarsi al tiro. Di destro o di sinistro, nel cuore dell’area ma anche da fuori. Raspa ha un’abilità balistica straordinaria e adesso può rimettere i suoi colpi a disposizione della squadra. Per se stesso, per il Napoli e anche per la Nazionale, Jack adesso può riscrivere il suo futuro, facendo parlare il campo. Intanto, ha sfruttato al meglio la prima occasione e non soltanto per il gol dell’1-1 dell’Olimpico. L’ex Sassuolo è stato autore di una prova totale: ha legato il gioco, ha accompagnato Lukaku, ha ribaltato il campo più volte, trovando aperture di prima da una fascia all’altra. Ha permesso al Napoli di sfruttare l’ampiezza e non soltanto la verticalità. E ha dato un’ennesima dimostrazione di grande professionalità. Le gambe girano quando ci si allena bene, anche se si gioca poco. E ora Conte ha un’arma nuova per tentare l’impresa. Del resto, la sua Juve e la sua Inter volavano con le due punte vere, capaci di scambiarsi palloni e spazi. E anche assist e gol. Jack è tornato, stavolta per davvero. E Napoli, adesso, la sente ancor più sua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA