Ranieri, da “traditore” a nuovo re di Roma: l’abbraccio della città

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Prima il timore di perderlo, poi la gioia della scelta. Per la tifoseria adesso è intoccabile: ieri striscione d’amore

Andrea Pugliese

Giornalista

Da presunto “traditore” a re di Roma. Il tutto in pochi minuti, frutto di quel piccolo grande no all’offerta azzurra che ha cambiato l’umore di una tifoseria intera. Insomma, Roma giallorossa ieri ha vissuto una giornata particolare, in altalena. Ad iniziare dalle prime ore della mattinata, in cui il clima intorno alla figura di Claudio Ranieri non era certo quello pregno d’amore di Roma-Milan, la sua ultima all’Olimpico, quando la curva Sud gli dedicò una coreografia che forse neanche Totti e De Rossi hanno mai avuto come omaggio. Poi, invece, poco dopo le 9 di mattina è arrivato proprio quel no che ha cambiato tutto e che ha cancellato un incubo che nella mente di tanti tifosi era già dato oramai per realtà. 

le tensioni

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Ieri mattina il termometro dell’umore giallorosso era nerissimo. Tanti tifosi avevano riversato il loro pensiero già sui social, ma anche iniziato a prendere d’assalto le radio romane, alcune delle quali avevano lasciato campo aperto ai commenti della gente. E il barometro per Ranieri tendeva al grigio, se non al nero appunto, con tanti tifosi che lo consideravano già il “traditore” di turno. Tanti i dubbi, moltissimi gli interrogativi: “Ma come, ci lascia così?” o “ma ai Friedkin ha detto di no, che non voleva più allenare, e ora ci ripensa un’altra volta?” fino al “ci volta le spalle per salvare Gravina”. I capi d’accusa erano tanti, con i tifosi preoccupati di una cosa, di perdere di colpo il vero uomo di calcio presente a Trigoria. Per molti anche “l’unico”. 

i timori

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La paura era quella di veder sgretolarsi un progetto appena iniziato. Ranieri, infatti, nella Roma sta facendo più le veci del direttore generale che non quelle del semplice senior advisor. Ha portato Gasperini, ha mediato con Svilar, è entrato nell’operazione-Angelino ed è stato legittimato dai Friedkin in ogni loro passo ufficiale. E tanti tifosi, con il timore di perderlo, hanno manifestato anche la paura di ritrovarsi con il solo Florent Ghisolfi, considerato ancora troppo acerbo per un ruolo importante e per gestire situazioni di alto livello. Tanti i dubbi espressi in tal senso, tante le ansia di ritrovarsi anche con un Gasperini scontento. “Ma il Gasp con Ghisolfi che si deve dire?”, il pensiero di tanti tifosi giallorossi. Poi, invece, è arrivato il no di sir Claudio ed è come se la città abbia ripreso di colpo a respirare. Le paure e le ansie si sono trasformate immediatamente in certezze e gioie, come solo a Roma può succedere in meno di un batter d’occhio. E il clima da depresso è diventato di grande euforia. Un po’ come nella giornata in cui Gasperini ha detto di no alla Juventus, decidendo in extremis di accettare l’offerta giallorossa. Il Gasp quel giorno lì ha avuto parecchi pensieri, ma alla fine ha deciso di mantenere la parola data alla Roma. Proprio come Ranieri ha deciso di mantenere intatto il rapporto d’amore con la sua città. 

l’esaltazione

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E, di colpo, Claudio si è ripreso Roma, tornando ad esserne il re assoluto. Almeno quello attuale, di questo momento storico. Nessuno adesso rappresenta i tifosi giallorossi come riesce a lui. E nessuno ha la fiducia della gente come Claudio. Il presunto tradimento si è trasformato nell’ennesima manifestazione d’amore e anche chi ha dubitato della sua integrità morale, si è dovuto ricredere subito. Di corsa. E le telefonate alle radio come i commenti sui social sono diventati di tenore completamente opposto. Adesso il “garante” è ancora lì, al suo posto. E la tifoseria romanista già ieri sera gli ha dedicato uno striscione di gratitudine: “Un uomo vale quanto la sua parola. Claudio Ranieri nostra bandiera!”. Da ieri Roma è tornata così a respirare. E Ranieri ne è il re…



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