Gli Azzurri cambiano pelle con l’ex Milan in panchina: dal sistema di gioco ai pilastri in formazione, fino allo stipendio che percepirà il nuovo ct
L’Italia ha scelto Rino Gattuso per il dopo Spalletti, dopo aver perso in malo modo lo scontro diretto con la Norvegia all’esordio nelle qualificazioni per il prossimo Mondiale. Via ad un nuovo ciclo, con un ct che punterà su motivazioni e senso di appartenenza, piuttosto che sul gioco. Non c’è tempo, servono solo pragmatismo e risultati. Ecco come cambierà la Nazionale con Gattuso in panchina: dai fedelissimi dell’ex Milan e Napoli alla probabile formazione in vista degli impegni di settembre, fino all’ingaggio pattuito con Gravina e Buffon.
L’Italia a Gattuso: quanto guadagnerà il nuovo ct
Il 5 settembre, l’Italia di Rino Gattuso farà il suo esordio al “Gewiss Stadium” di Bergamo contro l’Estonia, in una delle tante partite da non sbagliare da qui al mese di novembre. “Ringhio”, del resto, è abituato a gettarsi nel fuoco e ad affrontare senza paura nuove sfide, anche quando squadre o società navigano in acque torbide e da cui è difficile uscire. Lo ha fatto a Pisa, lo ha fatto in Grecia, perché non farlo per la sua Nazionale? C’era troppo azzurro nel suo cuore per poter dire di no a una proposta simile.
I soldi non contano, il compenso è di fatto “simbolico”. Una volta risolti i problemi con l’Hajduk Spalato e con la fiscalità croata, Gattuso ha detto sì a un contratto annuale da 500mila euro netti, un milione lordo. Sistemati gli ultimi dettagli, la Federcalcio ha voluto annunciare subito il nuovo commissario tecnico, per lanciare un segnale a calciatori, addetti ai lavori e appassionati, prima di presentarlo alla stampa nella mattinata di giovedì all’hotel Parco dei Principi di Roma. Appuntamento fissato per le ore 11
In sede di presentazione, ci saranno anche Cesare Prandelli, che Gravina ufficializzerà più avanti come responsabile tecnico (coadiuvato da Gianluca Zambrotta e Simone Perrotta) di un piano legato allo sviluppo dei vivai: i modelli Francia e Svizzera con i campi di addestramento – come riporta Il Corriere dello Sport – potrebbero essere un’idea.
Come giocherà la Nazionale di Gattuso: la probabile formazione e i fedelissimi
Come giocherà l’Italia di Gattuso? Sarà necessario trovare in fretta un’identità e rianimare lo spirito di Donnarumma e compagni, feriti dai risultati e, soprattutto, dalle prestazioni delle ultime apparizioni. I sistemi di gioco di riferimento di “Ringhio” sono di fatto due: il 4-2-3-1 e il 4-3-3, con la possibilità di sfruttare i tanti esterni offensivi di cui dispone il calcio italiano a pieno regime.
Da Zaccagni a Politano, passando per Orsolini e l’incognita Chiesa, ma non solo. Servono certezze, nell’immediato. In porta, c’è una di queste ed è il capitano Gigio Donnarumma, già allenato da Gattuso in rossonero. A destra, per il momento, resta inamovibile Giovanni Di Lorenzo, nonostante la pessima prova in Norvegia. Sul versante opposto, sarà un continuo ballottaggio Dimarco-Cambiaso. Al centro della retroguardia, non è da escludere la coppia tutta mancina Calafiori-Bastoni, con il neo ct da sempre grande estimatore dell’ex Bologna.
In mediana, potrebbe tornare protagonista la concretezza di Manuel Locatelli, spesso accantonato da Luciano Spalletti. Tonali e Barella non si toccano, per quantità e qualità. E occhio alla variabile Frattesi. In caso di 4-2-3-1, Tonali potrebbe anche interpretare il ruolo di trequartista, per sfruttare la sua straordinaria capacità di inserimento.
Davanti, le opzioni sono di fatto tre: Kean, Retegui e Lucca. L’attacco alla profondità dell’attuale centravanti della Fiorentina potrebbe soddisfare le esigenze di Gattuso, sia in fase di costruzione sia in una situazione di gioco in cui l’Italia sarà chiamata a verticalizzare e ripartire velocemente. Caratteristiche essenziali per ritrovare imprevedibilità e, soprattutto, gol.
Ecco le due ipotesi di formazione dell’Italia di Gattuso:
ITALIA (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Calafiori, Bastoni, Cambiaso; Tonali, Locatelli, Barella; Politano, Kean, Zaccagni.
ITALIA (4-2-3-1): Donnarumma; Di Lorenzo, Calafiori, Bastoni, Dimarco; Locatelli, Barella; Politano, Tonali, Zaccagni; Kean.
L’ipotesi difesa a tre: come giocherebbe l’Italia di Gattuso
Lavorando su se stesso e studiando le diverse metodologie di lavoro, Gattuso è diventato un allenatore molto elastico sotto il profilo tattico. A Spalato, infatti, si è affidato persino alla difesa a tre in talune circostanze, scegliendo un 3-4-2-1 o un 3-4-3. In azzurro, il 3-5-2 consentirebbe di non vanificare le preziose caratteristiche degli interni di centrocampo, ma bisognerebbe trovare in fretta soluzioni alternative per non ripetere gli errori dell’era Spalletti.
Rivedrebbe il campo così Jack Raspadori, che in Nazionale ha sempre fatto il suo, pur non brillando. Dimarco e Cambiaso sarebbero più a loro agio come esterni alti, mentre il pacchetto arretrato potrebbe contare sulla fisicità di Gianluca Mancini, escluso dai convocati del ct di Certaldo anche nell’ultima tornata.
Con la difesa a tre, l’Italia potrebbe ridisegnarsi così:
ITALIA (3-5-2): Donnarumma; Mancini, Calafiori, Bastoni; Di Lorenzo, Barella, Locatelli, Tonali, Dimarco; Kean, Raspadori.
ITALIA (3-4-2-1): Donnarumma; Mancini, Calafiori, Bastoni; Di Lorenzo, Tonali, Barella, Dimarco; Orsolini, Raspadori; Kean.