Punti, corsa e gol: Allegri, è uno sprint da 10. La strada giusta per il sogno scudetto – La Gazzetta dello Sport
September 21, 2023 | by allcalcio.it
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Fabiana Della Valle
Partenza sprint uguale scudetto. Non è un’equazione matematica, perché la strada è ancora lunga e le variabili restano infinite, però il detto “Chi parte bene è a metà dell’opera» nel calcio ha un fondo di verità”. Almeno nella Juventus dove a Massimiliano Allegri è successo anche di festeggiare il tricolore partendo dal misero bottino di 4 punti in 4 partite (stagione 2015-16) ma mai di perderlo quando ne ha messi insieme 10 come adesso. Non solo a lui ma anche al suo predecessore Antonio Conte, che ha conquistato il primo della lunga serie dei 9 titoli (stagione 2011-12) con un avvio da 8 punti. Perciò per il popolo bianconero è lecito ricominciare a fantasticare, sebbene il tecnico continui a tenere bassa l’asticella, parlando soltanto di qualificazione in Champions League.
Max non è uno specialista delle partenze sprint, tutt’altro. In carriera gli è capitato spesso di iniziare male e poi recuperare, finendo decisamente meglio. Basta fare un tuffo nel passato per averne conferma: nel suo primo anno al Milan (2010-11) si ritrovò con 5 punti e a 5 dalla capolista Inter (una vittoria, due pareggi e una sconfitta) ma poi chiuse con 82, staccando i nerazzurri di 6 lunghezze e sbaciucchiando il primo trofeo della sua carriera. Nel 2015-16, quello dell’incredibile rimonta da scudetto, era lui il “folle” (copyright Giorgio Chiellini) che non ha mai smesso di credere nell’impresa e alla fine ha avuto ragione. Alla Juventus però ha avuto anche inizi “tranquilli”, come nel 2014-15, nel 2017-18 e 2018-19 quando fece l’en plein (12 punti in 4 gare). E queste sono anche le uniche tre volte in cui Allegri è partito meglio della stagione in corso. Tre vittorie, un pareggio e zero sconfitte è lo stesso score di Conte nel 2013-14, quando chiuse addirittura con il punteggio record di 102 punti. L’ex bianconero ha fatto più punti una sola volta (12 nel 2012-13), mentre il suo successore Maurizio Sarri nel 2019-20 ha sbaciucchiato il tricolore con i medesimi punti nella sua unica annata in bianconero.
Quella attuale è la miglior partenza dell’Allegri bis, che nelle ultime due stagioni aveva pagato avvii non brillantissimi: addirittura zero vittorie e 2 punti nel 2021-22, quando la sua Juventus chiuse al quarto posto spingendo il piede sull’acceleratore nella seconda parte di stagione, e 8 l’anno scorso, quando si piazzò terzo sul campo ma venne retrocesso in settima posizione per il 10 punti di penalizzazione inflitti dalla giustizia sportiva per la vicenda plusvalenze. Qualcuno potrebbe obiettare che l’inizio è stato soft oltre che sprint, visto che la Signora ha affrontato Udinese, Bologna ed Empoli prima della Lazio, ma il passato recente insegna che le insidie per Madama arrivano spesso dalle squadre medio piccole (vedi Monza due volte, Empoli e Sassuolo: tutte sconfitte nel 2022-23).
L’altro dato interessante è quello dei gol segnati: 9, il miglior risultato dell’ultimo triennio ma non solo. In assoluto solo due volte la Juventus degli ultimi 12 anni ha cominciato più forte, una con Conte (11 nel 2012-13) e l’altra con Allegri (13 nel 2017-18). “Sono all’ottavo anno sulla panchina bianconera e da quando sono qui non ho mai detto che non lotteremo per vincere lo scudetto, anche perché alla Juventus non puoi permetterti di farlo”, aveva detto Allegri durante la tournée Usa, dove col suo staff ha cominciato a costruire la nuova Signora.
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Allenamenti duri per iniziare bene, sfruttare il calendario e rimanere incollati alla vetta in attesa dell’inizio della Champions. Adesso mentre le altre saranno impegnate in Europa la Juve avrà invece più tempo per lavorare durante la settimana, con la possibilità di provvedere, più avanti, anche a richiami atletici, più complicati quando hai impegni ravvicinati. Qualcosa è cambiato e non solo nel gioco e nell’atteggiamento dei tifosi verso il tecnico, che domenica allo Stadium hanno intonato cori per Allegri. La Juve è partita forte e il passato insegna che quando lo fa diventa pericolosa in chiave scudetto.
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