Psg-Chelsea, la finale del Mondiale per club: Maresca contro Luis Enrique

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I francesi sembrano invincibili, ma Maresca avverte: “Ogni partita è diversa…”

Fabio Licari

Giornalista

Champions, Ligue 1, Coppa e Supercoppa di Francia, ora il Mondiale, aspettando la Supercoppa e l’eterna Intercontinentale sopravvissuta alla rivoluzione di Infantino: il Psg prende proprio tutto? Gli indizi sono chiarissimi, una squadra disumana, quasi perfetta, dominante, illeggibile, imbattibile, e un’altra forte ma fin qui normale. Luis Enrique ha creato un capolavoro: “Vogliamo scrivere la storia alla fine di una stagione straordinaria, la migliore della mia vita”.

Psg-Premier

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Tra il Psg e la storia resta il Chelsea di Enzo Maresca. Splendido outsider di questo torneo grazie anche a un tabellone non impossibile, la partita più lunga di sempre con il Benfica, poi Palmeiras e Fluminense. Chelsea ennesima inglese sulla strada dei parigini: dopo essere “nati” la notte del 4-2 al City in Champions, quand’erano 0-2, a un niente dall’eliminazione, hanno poi fatto fuori Liverpool, Aston Villa, Arsenal, e stasera al MetLife di East Rutherford c’è il Chelsea. Non l’ultima della Premier: il 13 agosto, a Udine, anche il Tottenham in Supercoppa.

Che Joao Pedro

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Chelsea-Psg è un’altra piccola “supercoppa” tra chi ha vinto la Champions e chi s’è preso la Conference. Almeno le finali europee non mentono. Due squadre del nuovo calcio, le uniche, con il City, a non appartenere alla nobiltà del passato e ad aver vinto la prima Champions dopo il 2000. Gli inglesi hanno soltanto un vantaggio: niente da perdere. “Il Psg è la squadra migliore del mondo, ma ogni partita è diversa. Mi piace guardarlo, ma sono qui per dare il massimo e vincere”, dice Maresca dopo una stagione anche per lui indimenticabile. Indirettamente, sarà ancora Luis Enrique contro Guardiola di cui Maresca è stato allievo e vice, prima di conquistare l’indipendenza. Il tecnico italiano ha un’arma in più, Joao Pedro, l’ultimo acquisto che ha distrutto il Fluminense con una doppietta e subito scavalcato Delap e Jackson al centro dell’attacco. Il sistema dovrebbe essere il 4-3-3 che ha ben risposto contro le brasiliane, con Caicedo al centro, Fernandez mezzala e non più trequartista, e Nkunku a destra dell’attacco.

Super Dembélé

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Il Psg risponde con una squadra ormai mandata a memoria e Beraldo in difesa al posto dello squalificato Pacho. Il tridente mobile ha riscritto le logiche dell’attacco: mentre tutti i grandi club riscoprono il centravanti vero, Luis Enrique schiera il “finto” Dembélé che, allargandosi a destra per dialogare con Doué e Hakimi, asse devastante, apre spazi per le incursioni di Fabian Ruiz da sinistra. Però Dembélé è anche il più pericoloso in attacco e punta al Pallone d’oro: i suoi rivali potrebbero essere Vitinha, play superbo, combinazione di classe da 10 e agonismo da medianaccio, e Donnarumma, insuperabile in porta. 

Rischio caldo

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Si giocherà alle 21, le 15 locali, con il presidente Trump in tribuna, e biglietti il cui prezzo minimo è sceso da 330 a 200 dollari, anche perché gli stadi non sono mai pieni. La temperatura percepita nel New Jersey è di 33 gradi. I giocatori dovranno abituarsi perché sono anche gli orari del prossimo Mondiale. Enzo Fernandez avvisa: “Ho dovuto sdraiarmi a terra perché ero frastornato. Giocare a questa temperatura è molto pericoloso”.  

Milioni

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Ma remunerativo. Il Mondiale è di fatto sovvenzionato dall’Arabia Saudita che, con un miliardo di dollari, ha pagato i diritti tv del torneo in onda gratis. Il Psg ha guadagnato fin qui circa 108 milioni di dollari, il Chelsea 90, i campioni incasseranno altri 10 milioni: totale tradotto in euro, 100 milioni per i francesi e 86 per gli inglesi, appena castigati dall’Uefa con una multa di 31 milioni di euro e limitazioni al mercato. Chi perde stasera avrà comunque vinto.



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