Presentazione Tudor, il nuovo allenatore della Juve: “Qui si deve vincere. E Vlahovic…”

allgossip9@gmail.com
3 Min Read

Il nuovo allenatore bianconero si presenta: “Vlahovic? Bel gesto quello di tornare prima dalla nazionale: non è un mistero che lo adori, e può giocare con Kolo”

Giornata di presentazioni in casa Juventus. Dopo qualche allenamento con la squadra, Igor Tudor parla per la prima volta da allenatore bianconero. E lo fa dopo un rapido ringraziamento di Giuntoli verso Thiago Motta. “Vorrei in primis salutare tutti e ringraziare il direttore e tutto il club per questa opportunità – ha esordito il nuovo tecnico della Juve -. Darò tutto me stesso per fare un lavoro giusto. Le emozioni ci sono, chiaramente tutti vorrebbero allenare la Juventus. Ma c’è soprattutto voglia di lavorare e di raggiungere gli obiettivi. Credo tanto in questa squadra, che è forte, e non ci sono scuse. Ma sfide”. Su Vlahovic: “Tornando in anticipo ha fatto un bel gesto. È fortissimo, già in passato ho parlato di lui. Sono fatti, non parole. Sa far gol, è veloce, forte, intelligente. Viene da un momento così ma abbiamo parlato e lavorato. C’è anche Kolo che è forte, sicuramente possono giocare insieme, si può fare tutto. L’importante è avere giocatori forti, se no un allenatore non può fare niente. E quando c’è gente giovane è bello: sono generazioni diverse con culture diverse rispetto a 30 anni fa, prima c’era più personalità ma va detto che si è presa una strada verso il cambiamento. E questa cosa può rallentare il percorso di crescita di questa squadra. Ma se sei alla Juve, giovane o vecchio, non frega niente a nessuno: devi vincere. La Juventus fa le cose giuste scegliendo le persone giuste. Il capitano sarà Locatelli”.

singoli

—  

Tudor poi si sofferma su Koopmeiners e Yildiz: “È facile trovare il ruolo a giocatori forti. Ho visto tutti dispiaciuti, perché quando un allenatore va via è anche colpa loro. Ma li ho visti anche molto motivati. Loro due devono e possono fare gol, proverò a trovargli le posizioni giuste, si devono sentire a loro agio. Le definizioni? Io mi considero un allenatore. Ho iniziato presto, ho girato, vissuto. Faccio scelte di cuore, contratti o meno se sento che è giusto proseguo o al contrario vado a casa. Si vive il presente, il momento. A me cambia poco avere 10 anni di contratto o 3 mesi. Vorrei stare qui 10 anni ma conta il presente. E non posso controllare il futuro”. 

A breve il servizio completo.

Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *