Dalla Serie C allo scudetto, passando per le notti magiche di Champions: i 20 anni di De Laurentiis a Napoli tra grandi colpi e un amore mai veramente sbocciato con la piazza
Vent’anni di Aurelio De Laurentiis. Ricorrenza speciale per il patron del Napoli, che ha fatto risorgere il club dalle ceneri del fallimento: dalla Serie C al terzo storico scudetto, passando per le notti magiche di Champions. Grandi colpi, grandissimi allenatori, ma anche tante polemiche e un amore mai veramente sbocciato con la piazza.
De Laurentiis festeggia 20 anni di Napoli: il bilancio
Il Napoli celebra i quattro lustri di ADL al comando del club partenopeo con questo post: “Vent’anni di passione, di sfide, di sogni trasformati in realtà, dai campi di periferia alle notti europee. Cinque trofei alzati al cielo, uno scudetto che ci ha riportato sul tetto d’Italia dopo 33 anni di attesa. Vent’anni colmi di una passione irresistibile e che continua a battere in tutti i cuori azzurri. La storia continua!”. Lo stesso De Laurentiis si è affidato a X: “È con orgoglio che festeggio questi primi 20 anni di straordinario cammino, come presidente e proprietario del Napoli, che abbiamo tutti insieme portato a primeggiare in Italia e in Europa con un percorso vincente. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo traguardo”.
I grandi colpi di De Laurentiis: da Lavezzi a Lukaku
Dal Napoli Soccer (“una balena in un acquario” per citare l’ex ds Marino ai tempi della Serie C) alla ‘new 3ra‘ inaugurata con il tricolore conquistato dalla banda Spalletti nel 2022/23 al termine di un’annata stra-dominata. La scalata al calcio italiano ed europeo (resta la delusione per l’eliminazione ai quarti di Champions nel derby col Milan sempre nell’anno dello scudetto) è stata resa possibile dai grandi colpi messi a segno dal patron.
Alle falde del Vesuvio nessuno ha mai dimenticato i tre tenori Hamsik, Lavezzi e Cavani. E, ancora, i vari Albiol, Reina, Koulibaly, Higuain, Mertens, quest’ultimo miglior marcatore di sempre del club campano con i suoi 148 gol. Più di recente Osimhen e il gioiello georgiano Kvaratskhelia, autentico capolavoro di mercato. Infine, Romelu Lukaku. Big Rom è il simbolo dell’ultima campagna acquisti in cui De Laurentiis non ha badato a spese con l’obiettivo di riportare il suo Napoli nelle zone più nobili della classifica.
Gli allenatori top scelti da ADL e la promessa mantenuta
Reja è stato l’allenatore della doppia promozione, dalla C alla A. Mazzarri, il primo Mazzarri, quello che ha emozionato, sfiorando addirittura lo scudetto e regalando la Champions al Napoli. Con Rafa Benitez si è entrati in una dimensione più internazionale, Sarri ha donato la grande bellezza pur non vincendo niente, Ancelotti il colpo di teatro inimmaginabile, anche se poi non è andata bene. Quindi Luciano Spalletti. E la promessa dello scudetto da parte del presidente, che colse di sorpresa lo stesso tecnico di Certaldo. Promessa che, però, è stata mantenuta. Perché, dopo 33 anni di attesa, Napoli ha potuto festeggiare il terzo tricolore della sua storia. Ora tocca ad Antonio Conte, l’ultima scommessa di ADL per rimediare agli errori in serie commessi dopo lo scudetto. Un altro top per tornare ai vertici: il tempo darà ragione ad Aurelio?
Le polemiche e un amore mai veramente sbocciato con la piazza
Pur essendo il presidente del terzo scudetto, la sintonia con la piazza non è mai stata totale, specie dopo l’ultima disastrosa stagione, in cui è stato sbagliato tutto. Nel corso degli anni alcune esternazioni del vulcanico patron non hanno certo contribuito a rasserenare l’ambiente: De Laurentiis è fatto così, prendere o lasciare. Del resto, il presidente che sogna di rivoluzione il mondo del calcio ha battagliato un po’ con tutti.
Ricordate la clamorosa fuga in scooter alla cerimonia dei calendari del 2011 dopo aver dato delle m***e ai suoi colleghi? E, ancora, le polemiche sui diritti tv e con le tv (da Sky a Dazn), con la Uefa (prima Platini e poi Ceferin), ma anche gli screzi con il Comune di Napoli (dall’ex sindaco De Magistris all’attuale primo cittadino Manfredi) per la gestione dello stadio Maradona, gli attacchi alla Lega Serie A, le frecciate all’indirizzo dei piccoli club e la battaglia contro i ricatti dei procuratori. Semplicemente vent’anni di ADL.
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