“La giustizia sportiva è uno
scandalo”. Michel Platini torna a parlare del caso giudiziario
che lo ha visto imputato per sospetta corruzione Fifa e poi
definitivamente assolto dalla giustizia ordinaria, ma
squalificato da quella sportiva. Lo fa a Sassuolo, nel Modenese,
sul palco del Festival di Giustizia penale in una lunga
intervista terminata ieri in tarda serata: “In Svizzera i
presidenti delle commissioni sono nominati dalla Fifa. Tutto è
fatto fra di loro. Ai procuratori svizzeri che fanno le indagini
hanno chiesto di rimanere a lavorare alla Fifa quando saranno in
pensione. Il tribunale arbitrale dello sport è pagato tutti gli
anni un milione dalla Fifa. Una mafia svizzera dove il tribunale
sportivo è il braccio armato dei dirigenti della Fifa per
prendere le decisioni. Dunque non è normale e non è giusto,
queste cose devono cambiare. Il calcio non appartiene a Uefa o
Fifa, appartiene a tutti”. “Il mio è il caso Dreyfus dello
sport? Penso di sì”, la considerazione.
“La Fifa – ha aggiunto Platini, intervistato dal vicedirettore
del Messaggero, Alvaro Moretti – non mi voleva perché pensavano
che avrei cambiato tutti loro, perché la zuppa è buona alla
Fifa. Avevano paura che cambiassi tutto”. L’ex n.10 Juve ed ex
presidente Uefa ha parlato del Mondiale al Qatar (“Lo votai
perche’ ci ricordarono che era la settima volta che il mondo
arabo si presentava, e mai era stato preso in considerazione”),
di Infantino (“Lui con la mia vicenda all’inizio non c’entra
niente”) e Ceferin (“Non lo conosco”), dell’Heysel (“il momento
più brutto, ma meno male che abbiamo giocato altrimenti a
Bruxelles sarebbe stata una tragedia dappertutto”). E infine ha
lasciato aperta una porta sulla possibilita’ di un ritorno, per
far “contare i calciatori”: “Rientrare? Sì, può darsi – ha detto
l’ex campione della Juventus – Come lo farò? Non lo dirò
stasera. Penso che il calcio ha bisogno di giocatori che lo
dirigano. Penso questo e nella mia idea, nel mio pensiero, se
posso trovare il modo di portare dei giocatori, non io perché
ormai sono troppo vecchio, a decidere il futuro del calcio, mi
piacerebbe farlo”
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