L’ad di Mediaset ha parlato alla serata di presentazione del palinsesto autunnale. “Ricci è un bel colpo, serve una squadra più italiana. Allegri è il tecnico giusto, ha le idee chiare”
Quando parla del padre e del Milan gli occhi gli si illuminano. Pier Silvio Berlusconi è sottoposto a un fuoco di domande impressionante nella serata dei palinsesti autunnali di Mediaset. Prima la conferenza stampa, poi le curiosità, seduti in uno degli studi di Cologno Monzese allestito per l’occasione con tavolino e un buffet del ristorante tristellato “Da Vittorio”. La mezzanotte è già passata quando lui, da straordinario padrone di casa, non si tira indietro su nessun argomento. Parla di politica (“Adesso non ho nessuna intenzione di entrarci ed è sciocco anche parlarne. Ma in futuro, come dico su tanti argomenti, non escludo nulla”), racconta del figlio che ama la boxe (“Ha talento e quando lo vedo sul ring mi emoziono perché ripenso a me che facevo il suo sport. Sogno di vederlo alle Olimpiadi”) e delle quattro ore trascorse al saggio di danza della figlia. Naturalmente si coccola Mediaset e parla della scelta “epocale” di riprendere “Striscia la Notizia” a novembre. Poi però il discorso scivola sul pallone e sul Milan. E il tifoso rossonero che c’è in Pier Silvio viene fuori.
Berlusconi, adesso che la sua famiglia ha venuto il Monza, sarà di nuovo milanista al 100%?
“L’operazione della vendita del Monza è stata conclusa qualche giorno fa, ma come famiglia la nostra avventura nel calcio era finita con il Milan. Mio padre e Galliani si sono inventati questo sogno, che però era il loro sogno. E lo dico con tutto l’amore e l’ammirazione profonda che ho per Galliani. Non c’erano le condizioni perché nessuno della famiglia si dedicasse con tempo dovuto al Monza e quindi è stato giusto imboccare la via che abbiamo imboccato. La tentazione di provarci io l’ho avuta, ma poi il mio mestiere e la mia storia (milanista, ndr) mi hanno indotto a ripensarci. Adesso il Monza ha un investitore che crede nel progetto e credo che questa sia la cosa più giusta per il club e per noi come famiglia”.
E quindi adesso può parlare liberamente da tifoso del Milan.
“I ricordi degli anni al Milan sono qualcosa di indelebile e bellissimo. Auguro al Milan il meglio possibile”.
Non ha smesso di seguirlo neppure in questi anni in cui eravate proprietari del Monza.
“Il Milan l’ho seguito sempre con grande simpatia. Anzi, sono rimasto sempre tifoso rossonero al 100%. Vivendo in Liguria ho sviluppato una simpatia per il Genoa, ma il Milan è il Milan…”.
Cosa non è andato lo scorso anno?
“Guardato poco per dire cosa non è successo. E poi da fuori è difficile entrare nei dettagli. I risultati però sono sotto gli occhi di tutti”.
La ripartenza però è promettente: Tare direttore sportivo, il “suo” Allegri come allenatore…
“Allegri lo stimo molto per quello che ha fatto con noi. Ci ha regalato l’ultimo scudetto dell’era di mio padre, è bravo e ha le idee chiare. È l’allenatore giusto”.
Tra gli acquisti invece, oltre a Modric che non è ancora ufficiale, c’è Ricci, nazionale italiano preso dal Torino. Che ne pensa di lui?
“Ricci è bravo. E poi è italiano: secondo me la scelta di provare a costruire un gruppo di italiani è corretta”.
Cosa augura ai tifosi del Milan?
“Una rinascita. La auguro a me stesso e a tutti i tifosi”.
Con rinascita intende lo scudetto?
“Non diciamo quella parola per ora. Mi sembra che da qualche anno al Milan manchi una sorta di armonia. Anzi, la condivisione vera di un sogno”.
Il sogno che nel 1986 aveva suo padre quando acquistò la società.
“Per realizzare una grande impresa, soprattutto nel calcio, ci vuole di qualcosa di più della volontà di fare bene. Ci vuole un sogno e bisogna credere nelle proprie idee. Pensate se Cardinale adesso entrasse con tutta la squadra all’Arena a bordo di elicotteri sulle note della “Cavalcata delle Valchirie”. Cosa gli direbbero? (sorride, ndr). Lo prenderebbero in giro ogni giorno… Mio padre però era così: unico. E ha avuto ragione lui”.
Dal 1986 sono passati quasi 40 anni con la famiglia Berlusconi nel calcio: qual è il suo bilancio di questi quattro decenni?
“S0no stati anni di ricordi unici e indimenticabili. E’ stato bellissimo soprattutto vedere la soddisfazione per i risultati che ottenevamo negli occhi di mio papà. Capire che il suo bel sogno si stava realizzando in maniera così rapida: vincere tutto dando spettacolo. Mi ha lasciato passione e amore per il calcio oltre a tante vittorie indimenticabili. Ma soprattutto mi ha dimostrato che tutto ciò che raccontava non era solo un sogno, ma un qualcosa che con il lavoro poteva diventare realtà. Tanti non ci credevano e invece…”.
Silvio Berlusconi, insomma, per lei è sempre presente.
“Sempre. Per lui avevo e ho un’infinità ammirazione. Quello che ha fatto lui in ogni campo è stato impensabile. E poi mi ha trasmesso valori, rispetto e amore per la famiglia. A volte bisticciavamo per piccole cose come la barba di Pardo o la montatura rossa degli occhiali di Papi: erano cosa che non gli piacevano e che secondo lui rovinavano un programma. Per il resto però mi ha sempre fatto decidere con la mia testa e non mi ha mai detto no… È stato eccezionale”.
Chiudiamo con Gattuso, ex milanista alla guida della Nazionale: le piace come scelta?
“Gattuso mi piace almeno quando Allegri. Li apprezzo entrambi tecnicamente e umanamente: sono due grandi uomini e due veri condottieri. Spero che facciano entrambi bene”.
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