L’ex centravanti rossonero oggi ha 35 anni, si allena ancora da solo e si racconta: “Ho un bel ricordo della storia con Barbara, due ragazzi che stanno insieme senza farsi troppe domande. Con il Psg avevo un accordo, poi mi chiamò Silvio Berlusconi…”
C i sono solo gentilezza, serenità e gratitudine nella testa e nel cuore di Alexandre Pato. Gli anni passano, adesso ne ha 35, ma sembra ancora lo stesso ragazzo che sbarcò minorenne a Milano accolto come un fenomeno. Perché quello era: un fenomeno. E l’ha anche dimostrato, purtroppo meno di quanto avrebbe voluto. Ma non ci sono rimpianti nei suoi pensieri e nella voce allegra: “È merito della fede. Tutto quello che succede dipende da Dio, che mi ha fatto superare gli infortuni, mi ha fatto maturare come uomo e realizzare i miei sogni. A 12 anni passai con la mia famiglia davanti a un palazzo bellissimo e dissi ai miei genitori che un giorno saremmo andati a vivere lì. E sei anni dopo comprai l’appartamento. Noi pensiamo di decidere, ma è sempre la Sua volontà. Con mia moglie Rebeca abbiamo provato a lungo ad avere un figlio, alcune gravidanze purtroppo si sono interrotte, non abbiamo smesso di sperare e di pregare e poi è arrivato Benjamin. Ecco perché non ho rimpianti, nemmeno l’esclusione dal Mondiale 2010 che pensavo di meritare, e prendo con serenità ogni momento della vita. In passato si è detto che fossi depresso, che facessi uso di alcool: tutte sciocchezze. La fede mi ha sempre fatto stare bene”.