Partita diritti tv, tutti i punti di forza e debolezza di Lega Serie A … – Calcio e Finanza
August 26, 2023 | by allcalcio.it
La partita sui diritti tv resta complicata e intricata tra offerte, pacchetti e nuove scadenze. Ma ognuna delle parti in causa, dalla Lega alle emittenti, ha vantaggi e svantaggi in questa vicenda: ecco la situazione.
La partita sui diritti televisivi nazionali della Serie A per le stagioni dal 2024 in avanti è andata ai supplementari. In settimana una nota ufficiale della Lega ha spiegato che la scadenza temporale per trovare una intesa tra la stessa associazione delle 20 squadre del massimo campionato e i tre broadcaster rimasti in lizza – DAZN, Sky e Mediaset – sarà prolungato sino al 15 ottobre.
Le parti insomma si sono date due mesi e mezzo in più di tempo (la scadenza precedente era fissata per inizio agosto) per arrivare a una quadra che necessariamente dovrà essere trovata, pena l’esistenza stessa del campionato italiano. Visto che gli incassi da diritti tv sono la gran parte dei ricavi di tutte le squadre della Serie A.
Il punto è capire come si arriverà a questa quadra. Perché è evidente che sarà la modalità a determinare chi avrà tratto i maggiori profitti e chi invece ne avrà avuti meno o nessuno.
In questo momento infatti si sta vivendo un impasse, nel quale tutti sanno che una intesa in qualche modo dovrà necessariamente essere trovata ma nello stesso tempo sono consapevoli che chi muoverà per primo rischia di ottenere meno dalla negoziazione mostrando di avere più necessità degli altri che la trattativa vada in porta. Insomma una guerra di nervi a chi molla prima.
Gli attori sono quattro – ovvero la Lega Serie A, DAZN, Sky e Mediaset – e ognuno di questi ha vantaggi su cui puntare e punti di debolezza dai quali proteggersi.
Vantaggi: La Lega Serie A ha evidentemente un ruolo diverso dagli altri in quanto è l’unico venditore. E il suo vantaggio principale è quello di sapere è che almeno uno dei broadcaster – DAZN -, se non anche Sky, ha la necessità assoluta di garantirsi un grande numero di match per ogni giornata perché altrimenti il palinsesto ne soffrirebbe. In particolare quello della OTT di Lev Blavatnik sarebbe estremamente spoglio qualora non si dovesse assicurare la gran parte dei match di Serie A come sta accadendo sinora (e come accadrà nella stagione che va a iniziare). Tanto più che DAZN ha appena annunciato un incremento nei costi degli abbonamenti per le prossime stagioni.
Nello stesso modo però anche Sky ha la necessità di assicurarsi qualche partita. Malgrado la perdita dei diritti per trasmettere sette partite su dieci nelle ultime stagioni l’emittente di Comcast ha dimostrato di non avere subito un tracollo di abbonati grazie a un’offerta che include anche la Premier League oltre ad altri eventi sportivi, programmi di produzione propria e serie tv. Ma è evidente che nonostante tutto questo Sky non può permettersi di perdere totalmente la Serie A, prodotto che è stato la punta di diamante della sua offerta nei suoi 20 anni di esistenza in Italia, e non a caso, come ha rivelato Calcio e Finanza dalle parti di Santa Giulia a Milano, sede italiana della pay tv di Comcast, avrebbero già messo sul piatto una cifra più alta di quanto previsto inizialmente.
Svantaggi: Per converso però la Lega ha come mandato quello di raggiungere un obiettivo non semplice in termini monetari. Inizialmente la Lega aveva fissato in 1,2 miliardi annui l’obiettivo da incassare. Un target che rispondeva anche a logiche negoziali di porre un obiettivo molto alto per poi centrare quello che è il vero obiettivo ora, ovverosia quello di chiudere intorno ai 900/950 milioni di euro, di fatto in linea con il triennio 2021/24 in cui da DAZN e Sky sono arrivati 927,5 milioni di euro annui. Di qui le parole in settiomana dell’amministratore delegato della Lega Luigi De Siervo: «Non siamo molto lontani».
Se infatti l’offerta di DAZN resta importante, e se sul fronte Sky le indiscrezioni parlano di una proposta decisamente aumentata rispetto al triennio 2021/24, un piccolo boost potrebbe arrivare dalle condizioni poste dalle stesse emittenti quali i temi legati ai pick. Dettagli che sembrano irrilevanti, ma che possono anche spostare magari fino a 20/30 milioni di euro posto che si riesca a risolvere il rebus e far convergere le offerte presentate sia dal punto di vista economico che delle condizioni poste, in modo da incastrarle sotto tutti i punti di vista.
Un ulteriore svantaggio da mitigare per la Lega Serie A è quello segnalato in un appuntamento recente di questa rubrica: ovvero che i presidenti delle squadre italiane stanno vendendo molti grandi giocatori all’estero e quindi se da un lato stanno incassando molto e facendo i propri interessi in qualità di proprietari dei club, dall’altro però stanno inevitabilmente svalutando il prodotto e quindi in ultima istanza non si stanno aiutando nelle loro vesti di membri della Lega Serie A, che trae i loro maggiori proventi dalla vendita dei diritti televisivi.
Come si accennava in quella occasione è un tema che colpirà presumibilmente di più quando vi sarà l’asta per i diritti esteri dove il prodotto dovrà essere venduto a clienti mossi dalla voglia di intrattenimento e non dalla loro passione sportiva come in Italia dove i paganti sono per lo più tifosi che guardano la Serie A indipendentemente dai giocatori che vi militano in quanto legati a un colore di un club piuttosto che a un altro.
Questo detto però è evidente che un calo nella qualità del prodotto inevitabilmente può farsi sentire anche sugli utenti italiani.
Se si analizza la situazione dei vari broadcaster è evidente che non si possa prescindere, oltre da quelle già menzionate, da considerazioni tattiche oltre che quelle strategiche.
Svantaggi: Come si accennava DAZN è probabilmente l’emittente che più di altri ha la necessità di poter avere in portafoglio un buon numero di partite per ogni giornata. Se così non fosse il palinsesto sarebbe molto scarno e questo rappresenta un fattore non secondario soprattutto dopo che l’OTT ha appena incrementato i prezzi per gli abbonamenti. Non a caso DAZN è sinora la televisione che secondo le indiscrezioni ha offerta di più.
Vantaggi: Ma l’OTT guidata in Italia da Stefano Azzi sa anche di avere buoni assi nella manica nella sua posizione negoziale. In primo luogo sa che Sky ha investito molto sui i diritti italiani della Champions League per le stagioni 2024/27 e quindi non può esporsi più di tanto su quelli per la Serie A. Insomma difficilmente Sky, ammesso che lo voglia, sceglierà di prendersi la gran parte delle partite settimanali. Va tenuto presente infatti che se è vero che l’emittente di Comcast ha fatto segnare risultati importanti per quanto riguarda il numero degli abbinato anche senza l’intera giornata di Serie A, è pur sempre altrettanto vero che nell’ultimo bilancio ha perso oltre 700 milioni e un occhio ai conti sarà comunque necessario.
In seconda istanza DAZN sa anche che l’opzione canale di Lega – non quella definita “canalino” ma il vero e proprio canale con la trasmissione di molte partite – al momento è sicuramente possibile ma è evidente che sia ancora molto in nuce e tutta da sviluppare. Prova ne sia il fatto che l’amministratore delegato della Lega De Siervo ha spiegato che il progetto della radio, lanciato in settimana con RDS, servirà di fatto come base per la creazione del canale di Lega. Insomma in questo momento la Lega ha bisogno di DAZN e DAZN ha bisogno delle partite.
Vantaggi: Si è più volte accennato analizzando le altre posizioni come Sky nelle ultime stagioni (nelle quali non aveva l’intera giornata calcistica) abbia dimostrato di poter reggere l’urto in termini di abbonati visto che l’emittente di Comcast ha tenuto sul numero di utenti. E ovviamente tutti questo da alla emittente guidata dall’amministratore delegato Andrea Duilio una forza notevole in sede contrattuale.
Svantaggi: Questi detto Sky ha la necessità comunque di avere una presenza nel campionato italiano e non a caso sarebbe pronta a una offerta più sostanziosa di quanto inizialmente preventivato. Sia per presentare ai propri abbonati, di solito di alta fascia, un bouquet il più completo possibile sia in ottica commerciale. Spiegava un manager televisivo a Calcio e Finanza infatti che molti inserzionisti, specialmente di prodotto maschili, vogliono avere la sicurezza che un emittente possa trasmettere i loro spot in occasione dei grandi eventi calcistici prima di investire grosse somme per l’intero palinsesto della rete in questione. Insomma se hai il calcio posso farti un’offerta in termini di numero di spot che tu spalmerai sulla tua intera programmazione. Se non hai il calcio questa offerta sarà necessariamente inferiore o nemmeno vi sarà.
L’emittente del Biscione, guidata nello sport da Yves Confalonieri (attualmente vicedirettore Sport e Coordinamento editoriale Informazione Digitale di Mediaset), si è contraddistinta negli ultimi anni per il grande lavoro di valorizzazione svolto sulla Coppa Italia. La manifestazione ha visto infatti trasmettere per intero e in chiaro tutta le partite della kermesse. E l’intenzione dei vertici di Cologno Monzese è quella di continuare a puntare sulla coppa nazionale (per cui ha presentato offerte anche la Rai, ma prima si chiuderà la partita sui diritti tv del campionato) anche se alla Lega Serie A è venuta l’acquolina in bocca e vorrebbe alzare i prezzi in maniera significativa.
Per quel che concerne il campionato Mediaset potrebbe anche essere interessata alla trasmissione di una partita in chiaro ma questa andrebbe vista all’interno della programmazione generale del Biscione. Secondo quanto trapela, infatti i vertici dell’azienda vedrebbero con grande favore la possibilità di avere il turno del lunedì sera mentre ci si chiede se sia opportuno investire grosse somme per il sabato o la domenica sera quando il gruppo ha già in palinsesto programmi di grandissimo successo popolare.
Ma qui vi è un punto: quale potrebbe essere il livello dei match giocati il lunedì sera visto che le squadre impegnate in Champions League non vi giocherebbero mai? E poi sarà possibile fare giocare sempre le stesse squadre in quel turno? Sono solo alcune delle mille variabili di questo intricatissimo puzzle.
Non è detto però che questo impasse con tutte le sue difficoltà non possa sbloccarsi prima della scadenza del 15 ottobre. La data limite infatti è per ora più indicativa che altro e i club torneranno a riunirsi a fine agosto o al più tardi nei primi giorni di settembre per discutere nuovamente dei diritti tv. Non solo, ma dopo ferragosto inizieranno già i primi contatti tra la Lega e gli stessi broadcaster per capire se c’è ancora margine di trattativa rispetto alle offerte presentate nei giorni scorsi. Il tutto con l’obiettivo di far ripartire un nuovo giro di trattative private: se ci fossero margini in tal senso, partirebbero nuovamente gli incontri per cercare di arrivare alla quadra, con una assemblea che dovrebbe andare in scena appunto a fine agosto o al più tardi i primi di settembre.
Le ipotesi sul tavolo sono diverse: si va dal pacchetto di gare 6+3+1 rispettivamente per DAZN, Sky e Mediaset fino alla conferma della situazione attuale (10 gare di cui 7 in esclusiva per DAZN e 3 in co-esclusiva per Sky), fino anche all’opzione per la quale i club scelgono solo l’offerta di DAZN trasmettendo le 3 gare in co-esclusiva sul “canalino” di Lega.
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