PADOVA SEMPRE A PIU’ SETTE
Dopo un buon primo tempo in cui il Padova ha messo alle corde il Novara realizzando due reti (Bortolussi e Capelli i marcatoria) e dimostrando buone trame di gioco, i biancoscudati nella ripresa subiscono il ritorno del Novara che segna il gol del 2-1 con Lorenzini . Qualche nervosismo eccessivo in campo con l’arbitro che ammonisce 6 giocatori delle due squadre, ma il risultato rimane favorevole al Padova che si porta a 38 punti ancora imbattuto con 12 vittorie e 2 soli pareggi. La vittoria del Padova era nelle previsioni ma un pò tutti avevamo sperato in un impresa magari solo a metà del Novara.
Il campionato è ancora lungo…..
IL LANE FA LE CURE TERMALI E… TRE PUNTI !
Prima di parlare della partita vinta dal Vicenza allo stadio Galvagnin Nocini, vorrei spendere una parola di plauso per il Caldiero, questa squadra veronese, una specie di mini ChievoVerona, che ha fatto grandi cose proprio in questo secolo, precisamente a partire dal 2004, quando arriva alla presidenza della società un imprenditore amante del calcio, di nome Filippo Berti. Neanche a dirlo tifoso supersfegatato della squadra del cuore. E se fino allora il Calcio Caldiero Terme (questa la dizione esatta) aveva navigato nei campionati inferiori non superando mai l’Eccellenza, con l’arrivo di Berti le cose cambiano alla grande. Dalle categorie inferiori il Caldiero inizia a salire di gradino in gradino sino a raggiungere la serie D nel campionato 2018/19. Da allora i gialloverdi veronesi giocano campionati di vertice tentando da subito il grande salto nella serie C, giocandosela alla pari con una squadra dal grande blasone come il decaduto Piacenza. Dài e dài arriva così la fatidica data del 5 maggio 2024, quando i termali realizzano la loro più grande impresa di sempre: vincono il campionato e conquistano la serie C. Una specie di miracolo calcistico, appunto alla ChievoVerona, per una cittadina di meno di ottomila abitanti, nota comunque come importante stazione termale e anche per la viticultura. Ogni miracolo calcistico, come ben sanno i tifosi di calcio, è frutto però di passione, di lavoro, di scelte dirigenziali azzeccate, di giocatori validi e forse soprattutto di allenatori di grande spessore. Come il mister del Caldiero Cristian Soave, personaggio chiave della vicenda termale. Uno lontano anni luce dai compensi degli allenatori anche di serie C, uno che nella vita continua a svolgere il suo lavoro di netturbino, uno che però può dare lezioni a molti in fatto di umiltà, di attaccamento alla maglia ma anche di professionalità e di capacità tecnica. Un applauso quindi di cuore a Cristian Soave, al presidente Filippo Berti, alla società e alla squadra del Caldiero che sabato pomeriggio ha incrociato la “corazzata” Vicenza (come l’hanno chiamata i giornali veronesi) ed ha ingaggiato un bel duello con la nobile decaduta, dimostrando tutto il suo valore di neopromossa che veleggia a metà classifica. Certo noi siamo il Vicenza e torneremo in alto ma il calcio continua a vivere proprio perché ci sono tanti esempi virtuosi: il Caldiero è certamente uno di questi.
Vittoria che non poteva mancare
In vista della partita contro il Caldiero avevo sentito commenti preoccupati per l’indisponibilità di alcuni pezzi grossi del Lane: Costa, De Col, Greco, Cuomo… Certamente giocatori di prima fascia, vedi in particolare Pippone Costa, uno da serie superiore. Avendo però ben presente la rosa complessiva del Lanerossi Vicenza 2024/25, non ritenevo ci fossero gli estremi per temere particolarmente questa partita, pur con tutto il rispetto manifestato nei confronti del Caldiero. A dirla tutta in realtà, alla fine, non è stata però una gara proprio facile, perché appunto i gialloverdi hanno mostrato in campo di che pasta sono fatti, facendo senza timori reverenziali la loro brava partita e mettendoci talora pure in difficoltà. Diciamo che è stato un incontro maschio, combattuto, in cui non sono certo mancati colpi di scena da entrambe le parti, vedi l’ennesimo palo di Carraro o la rete annullata ai termali, ciò che ha scatenato le proteste della squadra di Soave. Se vogliamo sintetizzare al massimo questa prova del Lane, possiamo dire che ha risolto il problema in maniera economica, ossia con normale sforzo e massimo risultato. Comunque la si voglia vedere, una vittoria esterna e tre punti di più in classifica sono aspetti assolutamente positivi e soprattutto servono a mantenere in corsa, anzi in ricorsa, i biancorossi di Vecchi. Il mister laniero ha schierato una formazione, come detto, “rimaneggiata” ma pur sempre dotata e tecnicamente forte, con la riconferma di Sandon in difesa, centrocampo con Talarico, Carraro, Della Latta e Zonta, in avanti Della Morte (gara non positiva la sua, ma può capitare, tanto che il mister lo ha sostituito con Capone già al 17’ della ripresa), Rauti e Morra (in luogo di Zamparo che in panchina si lecca ancora le ferite). Il senso di questa 14^ partita del Vicenza, a mio avviso, può anche essere letto da un altro punto di vista: l’atteggiamento tenuto dai biancorossi come complesso. In questo senso mi è parso che il Lane abbia disputato un incontro con lo spirito giusto, ossia quello della squadra che gioca in serie C e, pur essendo tra le favorite, non fa mostra di esserlo ma si rimbocca le maniche e affronta l’avversaria sul piano della lotta e della determinazione. Direi un buon passo in avanti quanto a mentalità da sfoderare in campo.
Due gol frutto di due colpi letali
Ore 15,00 allo stadio Galvagnin Nocini: i biancorossi partono con buona lena e cercano di fare la gara. In effetti i primi minuti sono di marca biancorossa, ma il Caldiero non ci sta e comincia a prendere le misure ai nostri, fino ad effettuare il primo tiro da lontano con Gattoni (8’) che però spedisce a lato. Non ci sono altre occasioni per entrambe le formazioni, impegnate a controllarsi con determinazione. Si arriva così al 30’ senza particolari emozioni ancora sullo 0-0, con il Caldiero che si difende bene e il Vicenza che continua spingere ma senza ottenere risultati apprezzabili. Al 35′, finalmente, si materializza l’occasione buona i biancorossi, con Loris Zonta che si invola sulla fascia sinistra e serve poi una gran palla in area a Marco Carraro, il quale (ahilui!) colpisce ancora una volta il palo. I biancorossi però non si fermano, sfiorano nuovamente il vantaggio, e alla fine ce la fanno al 38′. E’ l’intraprendente Rauti che riesce a dare il colpo di grazia al Caldiero, trovando tempo e spazio giusti, tra un batti e ribatti, per infilare il pallone in rete. Ci voleva proprio per il Vicenza, ed è un gol meritato per la maggiore pressione esercitata in campo, un gol che finalmente arriva facendo esultare i tanti tifosi biancorossi giunti qui per sostenere al solito i propri beniamini. Nella ripresa con il gol in tasca Vecchi mantiene la stessa formazione del primo tempo cercando di chiudere la gara con il secondo gol. Il Caldiero non ci sta e prova a reagire, riuscendo a raggiungere il pari al 22′, ma il gol di Fasan viene annullato per il fuorigioco attivo di Zerbato, ciò che garba ben poco ai veronesi che protestano vibratamente, tanto che viene espulso il termale Aldegheri, il quale aveva contestato in maniera esagerata dalla panchina la decisione arbitrale. La svolta c’è pochi minuti dopo quando, al 27′, Della Latta mette a segno il colpo del ko, alla sua maniera: più lesto di tutti intercetta una palla vagante dopo un calcio d’angolo e batte Giacomel. E’ il gol che chiude praticamente la gara anche se il Caldiero non demorde e ci prova con un ammirevole assalto finale. Ma il Vicenza “formato serie C” non si scompone più di tanto, gestisce il vantaggio della doppia segnatura e chiude la partita. Tutto bene quel che finisce bene: due colpi letali, due gol. Il Caldiero esce dal campo con la consapevolezza di averci provato fino all’ultimo, e di essere una buona squadra di mezza classifica.
Luciano Zanini
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