Nuovo San Siro, tutte le tappe per Milan e Inter fino all’acquisto

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Vademecum sullo stato dell’arte del futuro impianto di Milan e Inter: a che punto siamo, che cosa manca ancora, costi e incognite

Marco Pasotto

Giornalista

La velocità di crociera diciamo che non è esattamente ottimale, ma l’iter che dovrebbe portare alla nuova casa di Milan e Inter a San Siro comunque prosegue. L’ultimo atto, andato in scena l’11 marzo, è stato la consegna dell’offerta di acquisto dell’area da parte dei club al Comune di Milano. In gergo tecnico: Docfap. Tradotto: il documento di fattibilità delle alternative progettuali, ovvero – come riporta la Gazzetta Ufficiale – il documento di indirizzo alla progettazione. 

Si compone – fra le altre cose – dell’analisi dello stato di fatto dell’area d’intervento, dell’indicazione dei tempi previsti per l’attuazione delle alternative progettuali e della stima sommaria dei costi. Può quindi analizzare le soluzioni tecniche, economiche e finanziarie. In parole povere, all’interno di quel faldone da circa 300 pagine sono illustrati modalità e costi in base ai quali Milan e Inter intendono mettere mano alla zona tra gestione del nuovo impianto, della superficie commerciale e delle aree verdi. Quindi, anche volumetrie e impatto ambientale. Alla luce di tutto ciò, ecco perché il Docfap è stato un passaggio-chiave nel percorso burocratico. Non è però ancora stato definito il progetto esecutivo dell’impianto in sé per sé: possibile che l’incarico vada agli americani di Populous, che avevano già lavorato per la Cattedrale nel 2021.

2) Quali sono le linee guida dell’impianto? 

Uno stadio da 71.500 posti, 13mila dei quali destinati a hospitality e corporate (ovvero le situazioni più remunerative). Lo stadio sorgerà dove oggi si trovano i parcheggi, alle spalle del settore Ovest, inserito in un contesto urbano riqualificato con il 50% delle aree verdi. Nella zona ci saranno dunque 55mila metri quadrati di aree verdi e 72mila di parcheggi sotterranei. Nell’area sorgeranno anche le sedi dei due club, un albergo, spazi commerciali e parchi per 280mila metri. 

3) Quali sono tempi e costi? 

A fissare il prezzo dell’area (sbagliato, infatti, pensare al nuovo San Siro inteso soltanto come nuovo stadio: impianto e area circostante saranno acquisite in blocco) è stata l’Agenzia delle Entrate: 197 milioni (73 per lo stadio, 124 per le aree limitrofe), parte dei quali possono essere oggetto di contrattazione (per esempio sulle opere di bonifica). L’affare complessivo, tra nuovo impianto e rifunzionalizzazione del Meazza, è stimato in oltre un miliardo. I lavori potrebbero iniziare nel 2027, dopo l’Olimpiade invernale del 2026, con bandiera a scacchi nel 2030. 

5) Che cosa prevede il cronoprogramma? 

Partiamo dall’obiettivo a medio termine che si sono dati Palazzo Marino e club: concludere l’iter prima che scattino i 70 anni del secondo anello del Meazza (autunno 2025) e scattino quindi vincoli più stringenti. L’obiettivo comune a tutte le parti in causa è completare il processo di compravendita entro il mese di luglio: questa è una dead line cruciale. Per il resto il Comune, dopo aver ricevuto il Docfap, ha trenta giorni di tempo per visionarlo e dare una risposta a Milan e Inter. Dopo di che, come ha già illustrato Sala, il Comune emetterebbe un bando pubblico sull’offerta di acquisto (la destinazione d’uso rimarrebbe sportiva, ma altri privati avrebbero in teoria la possibilità di formulare offerte superiori). Nel caso – ed è immaginabile sia così – la proposta delle milanesi non venga superata da altri soggetti, Palazzo Marino andrebbe a trattare direttamente con le due società, che sarebbero poi tenute a consegnare il progetto esecutivo. A quel punto sarebbe indetta la conferenza dei servizi, raccogliendo anche il parere della Soprintendenza. 

6) Qual è il destino del Meazza? 

Il progetto prevede la distruzione del 75-80% dell’impianto attuale. La stima per l’abbattimento si aggira sugli 80 milioni. I lavori inizieranno dal tetto e procederanno a scendere, ma senza l’utilizzo di esplosivi: verrà rimosso per primo il terzo anello, poi il secondo, infine il primo. Saranno necessari dai due ai quattro mesi di tempo e una parte dell’attuale struttura (l’angolo Sud-Est composto da una parte della tribuna arancio e della Curva Sud) resterà. Per lo smaltimento dei detriti verrà spesa una parte importante degli 80 milioni: tutto il materiale sarà portato in discarica. 

7) Milan e Inter hanno ancora progetti alternativi a San Siro? 

Al Milan, se le cose dovessero (ri)prendere una piega negativa, resta sempre in piedi l’opzione San Donato. L’iter non si è mai fermato, il club rossonero non ha mai comunicato all’amministrazione Squeri la volontà di abbandonare il progetto. E comunque i terreni sono di proprietà rossonera. L’Inter invece non ha più a disposizione il piano B: lo scorso 31 gennaio sono infatti scaduti i diritti di esclusiva sui terreni a Rozzano.

8) Quali sono le dichiarazioni ufficiali delle parti in causa? 

Dopo l’invio del Docfap i club hanno diffuso una nota congiunta: “La proposta, elaborata dai migliori professionisti ed esperti del settore, frutto della visione strategica delle proprietà dei due club, pone le basi per l’attuazione di un’opera che rappresenterà un benchmark”, cioè un punto di riferimento “a livello internazionale e porterà rilevanti benefici alla città di Milano e ai milanesi. Nei prossimi mesi i due club si confronteranno con l’Amministrazione Comunale per condividere e approfondire i dettagli e gli elementi distintivi della proposta, con l’obiettivo di completare la procedura di acquisizione entro il mese di luglio 2025”. Nelle scorse ore anche il sindaco Sala è tornato sull’argomento: “Non c’è ancora una considerazione che si può fare perché sono 300 pagine e le stiamo vedendo in dettaglio. È un dossier che non spiega quale sarà l’investimento totale che faranno, ma prende atto della valutazione dell’Agenzia delle Entrate, che non è mai stata messa in discussione. E poi approfondisce delle questioni tecniche per cui lo stiamo vedendo. Se tutto funziona, come penso, quella sarà la base con cui avvieremo un bando pubblico, siamo obbligati a farlo, e penso che durerà una trentina di giorni. Quell’area penso che debba essere dedicata allo stadio quindi l’offerta delle squadre sarà perlomeno favorita, ma il bando lo faremo. Potrebbe essere pubblicato nel giro di poche settimane se vogliamo rimanere nei tempi e concludere tutto per l’estate”.



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