I top e flop della gara: Noslin e Nuno Tavares e Pedro fanno la differenza; delude Castellanos. Leali salva spesso i rossoblù, delusione Pinamonti
Sei vittorie in sette partite: vola la Lazio che con il minimo sforzo e la massima resa travolge un Genoa che non sa più far punti. Un ricco 3-0 all’Olimpico fa tornare a correre gli uomini di Baroni che si tengono nella parte alta della classifica con il quinto posto, 16 punti e un piede momentaneamente in Champions. Nuno Tavares e Noslin sono gli eroi di giornata dei biancocelesti: al 22′ è il terzino sinistro, con una percussione offensiva, a portare palla al piede fino al limite dell’area per poi servire Noslin che in velocità piega in due la difesa avversaria con le sue finte e con un tiro sul secondo palo che batte Leali. Ma proprio il portiere del Genoa evita alla Lazio di dilagare nel secondo tempo anche se nel finale il Grifone crolla. All’ 85′, in uscita il portiere rossoblù devìa in modo non pulito un tiro di Castellanos – da posizione defilata – e favorisce Pedro che tutto solo, da due passi, trova il raddoppio. Sul finale di gara si spegne totalmente la squadra di Gilardino, che concede perfino il 3-0 a Vecino, e che forse ha realmente bisogno di un centravanti come Balotelli per salvare la stagione. Il Genoa precipita al 18esimo posto a quota 6 punti e dimentica la parola ‘vittoria’ che risale al lontano 24 agosto.
Lazio-Genoa, la chiave tattica della gara
Nessuna sorpresa tattica per la Lazio di Baroni che si dispone in campo con il solito 4-2-3-1: in avanti Castellanos e Dia alle sue spalle, Isaksen e Noslin gli esterni. Rovella e Guendouzi in mediana. Squalificato Romagnoli: in difesa c’è Patric. Cambia tutto, invece, Gilardino che passa dal 3-5-2 al 4-4-1-1: Pinamonti unica punta, Thorsby a supporto. Zanoli e Martin sulle fasce, Matturro terzino sinistro. Numerosi indisponibili, da Vitinha a Messias.
I biancocelesti cercano di far aprire maggiormente il Genoa attraverso lo sviluppo del gioco sulle corsie laterali e con Isaksen e Noslin tentano ripetutamente l’uno contro uno. I rossoblù, invece, restano molto compatti e quasi rinunciatari al pressing alto sui portatori palla avversari. Nel finale di gara, Baroni passa dal 4-2-3-1 al 4-3-3 per mantenere maggiore compattezza a centrocampo.
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Lazio-Genoa, perché Balotelli non era già in campo
Da domani Mario Balotelli, a quasi 35 anni, avrà un’ultima opportunità: il Genoa lo ha chiamato per sopperire alla crisi di infortuni in attacco. Se non convincerà entro gennaio, il club avrà l’opzione di risolvere il contratto. Dopo una discreta stagione in Turchia con l’Adana Demirspor (7 gol in 16 partite), Balotelli ha quindi circa un mese e mezzo per dimostrare di poter contribuire alla squadra e garantirsi un futuro nel 2025.
I top e flop della Lazio
- Noslin 7.5. Con finte e la sua velocità diventa imprendibile e imprevedibile nell’azione dell’1-0: fa fuori due giocatori del Genoa e mette il pallone rasoterra sul secondo palo.
- Pedro 7. Entra al 62′ e trova il raddoppio su un errore di Leali che aveva respinto un tiro di Castellanos.
- Vecino 7. Amministra il centrocampo dal 62′ in poi, trova la rete del 3-0 al 95′.
- Nuno Tavares 6.5. E’ indomabile sulla corsia sinistra e grazie a una sua ripartenza ed assist arriva il vantaggio biancoceleste.
- Gila 6. Nei contrasti è infallibile, perde qualche sfida di troppo nell’uno contro uno ma resiste in fase difensiva.
- Castellanos 5.5. Qualche tiro dal limite dell’area ma mai particolarmente pericoloso. Non infiamma in avanti.
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I top e flop del Genoa
- Leali 6. Tanti interventi provvidenziali evitano alla Lazio di dilagare. Sul tiro di Castellanos, da posizione defilata, compie un intervento non pulito che favorisce Pedro per il raddoppio.
- Caricol 6. Spinge molto sulla fascia sinistra e con il dribbling salta spesso l’uomo ma non basta a fare la differenza a centrocampo.
- Pinamonti 5.5. Poco attivo in fase offensiva, lontano dalla porta e mai decisivo.
- Vogliacco 5. Si fa fare secco da Noslin che, con una finta, lo scarta con facilità assoluta dall’interno dell’area di rigore.
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