Nino D’Angelo, intervista: Conte top, McTominay fenomeno, noi siamo arte”

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Il cantante autore dell’inno celebra il quarto titolo: “È stato del tutto inaspettato. All’inizio non ci avrei scommesso nulla…”

dalla nostra inviata Elisabetta Esposito

Ha urlato e cantato insieme a tutto il Maradona. “E infatti sentite che voce ho oggi…”. Italia, è felicissimo, ma anche un po’ provato. La voce in effetti è più bassa e più roca del solito e martedì partirà per gli Stati Uniti per una serie di concerti… 

Dunque era allo stadio venerdì sera. 

“Non sarei mai mancato. Ho fatto di tutto, cantato, sventolato la bandiera. Bellissimo. Uscire però è stata dura, sono distrutto, ma ne valeva la pena. Questo è il quarto scudetto che vedo, l’emozione è sempre fortissima”. 

Visto che li ha vissuti tutti, ci sa dire che cosa ha di particolare questo titolo rispetto agli altri tre? 

“È stato del tutto inaspettato. All’inizio non ci avrei scommesso nulla… Venivamo da un campionato difficile, ricominciare da capo praticamente con gli stessi calciatori non era per niente facile”. 

“Antonio Conte ovviamente. Ha fatto un lavoro da grande quale è, ha ridato lo stimolo giusto a calciatori che l’avevano perso. Ha ricostruito la squadra e il gruppo. Gli dobbiamo molto, Conte è questo Napoli”. 

Ma dovrebbe andare via. 

“Lo so e mi dispiace moltissimo. Ha costruito una bella squadra, con qualche buon innesto, potremmo fare un’ottima Champions. Ma se non è convinto, se non ha gli stimoli necessari è giusto che vada”. 

Lo ha detto anche De Laurentiis. 

“Ma certo… Il presidente, a modo suo, vendendo calciatori e guadagnandoci, ha comunque vinto due scudetti in tre anni. Non è roba da poco. I soldi ci sono, potremmo fare una super squadra, ma molto dipenderà da chi sarà l’allenatore, un ruolo che per me conta molto più di quanto si pensi. Perché non è solo quello che li mette in campo nel modo giusto, è uno psicologo. Conte ha cambiato la testa del Napoli, che venerdì ha vinto una partita difficile”. 

C’è un tecnico che potrebbe non farlo rimpiangere? 

“Difficile… Il Napoli ha bisogno di un allenatore di esperienza, ma chi verrà avrà la responsabilità di dover vincere, cosa che Conte non aveva. È difficile che un grande venga a spendersi qua. Onestamente non ho nomi. Noi abbiamo avuto dei big come Ancelotti e Benitez, ma per la prossima stagione non so proprio…”. 

Parliamo un attimo dei giocatori? 

“McTominay che campione è? È stato determinante per questa vittoria. E Lukaku venerdì ha fatto un gol strepitoso, praticamente da solo. E lì è scattata la festa. Che emozione, questi i vicoli pieni di gente…”. 

È possibile che il tifo per il Napoli, in un calcio tanto diverso da un tempo, sia rimasto quello descritto nel suo inno? 

“Napoli è una città passionale. Napoli è esagerata in tutto quello che fa, ma è un’esagerazione bella. I napoletani sono quelli che aspettano la partita per tutta la settimana. Certo, i ragazzi della Curva hanno la metà della mia età, sono cambiati rispetto a quando ero ‘Quel ragazzo della Curva B’ (film del 1987, ndr), ma io ne sono fierissimo! Napoli ha dimostrato di saper fare tante cose sorprendendo tutti quelli che credono che questa città sia solamente folklore. No! Il folklore di Napoli è arte. E poi, nonostante abbiano riempito le strade fino all’alba, si sono comportati bene, non mi sembra sia successo niente di grave. Abbiamo fatto una bella figura in tutto il mondo. E sono orgoglioso di appartenere a questa terra. Se rinasco voglio essere ancora napoletano. E poi il Napoli è di tutti, è democratico, è di tutte le età e quando sei allo stadio non c’è più il borghese e quello del popolino. Siamo tutti quanti uguali, come dovrebbe essere il mondo”.



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